Mi chiamo Valentina Capicchioni. Volevo denunciare una situazione grave successa in questi giorni di neve a San Marino.
Abito in città, in contrada omerelli, per darvi un riferimento abito dopo Palazzo Begni direzione Borgo. Davanti al Museo dell’Emigrante.
Chi conosce la zona sa che le vie che la caratterizzano sono strette, molto strette. Credo che non superino i 2 metri di larghezza.
Bene. E’ circa una settimana che si parla di allerta meteo. E’ da circa una settimana che noi pochi rimasti che abitiamo la Contrada abbiamo attivato l’abbonamento al P9 per poter metterci le nostre autovetture non solo per proteggerle dalla neve, ma anche, e soprattutto, per evitare che bloccate dalla neve potessero essere d’intralcio nella via per i mezzi spartineve.
Insomma, tra noi abitanti della Contrada, vige una sorta di regola non scritta. Con la neve le macchine stanno fuori dalla Contrada.
La neve, se non sbaglio, ha iniziato a scendere martedì sera. Mercoledì mattina alle 6 vi posso garantire che in contrada ce n’era già parecchia. A me, alta 1.60 mt, arrivava a metà polpaccio.
Alle 16.30 sono ritornata a casa e… SORPRESA! Non potevo credere ai miei occhi: la via era bloccata da una macchina abbandonata tra la neve. Ho aspettato un po’ per vedere se qualcuno, armato di badile o di un qualsiasi aiuto, fosse venuto a spostarla.
Alle 20 sono riuscita a contattare la Polizia Civile. Gentilissimo l’agente che ha risposto mi ha chiesto se fossi riuscita a leggere la targa dell’auto. Capite bene che la macchina a questo punto era già sotto circa un metro di neve e trovare la targa sarebbe stata una impresa.
Il mattino dopo alle 8 la macchina era completamente seppellita dalla neve. Mi è venuto il panico. Era in atto una vera e propria tempesta di neve, il portone di casa era murato, nel vero senso della parola, da 1mt 40 cm di neve. Sapere che non sarebbero venuti ad aprirci per via della macchina che ostruiva il passaggio, vi posso garantire, che mi ha mandato nel panico.
Ho cominciato a chiamare servizio rotta neve, quando non era occupato c’era la segreteria – che avvisava che il nastro dove registrare il messaggio era esaurito- la Polizia Civile e la Gendarmeria.
Mi sentivo anche un po’ in colpa a “ disturbare” le forze dell’ordine pensando che il mio problema fosse… minore.
Va detto che nella casa a fianco alla mia abita, solo, un uomo di 90 anni.
Nei 3 giorni di isolamento sono sempre stata attenta ad ascoltare i rumori che venivano dalla sua abitazione.
Avevo paura di non sentirlo più. Non credo di essere catastrofica se ho pensato che potesse succedergli qualcosa.
Sabato mattina una vicina che abita nella zona che precede la macchina suddetta è letteralmente andata a prendere l’agente di polizia civile di turno alla porta del paese.
L’agente vedendo la situazione ha allertato i Gendarmi. Sono arrivati, 2 di loro, armati di badile. Scoraggiati hanno subito chiamato gli uomini con la turbina che dopo circa 6 ore di lavoro ininterrotto e sotto una nevicata incredibile ci hanno aperto un piccolo passaggio.
Grazie a loro sono riuscita, scavando con le mani nella neve, a trovare la targa della macchina.
Ho fotografato quella targa. Ho chiamato la Gendarmeria per denunciarne la presenza.
Alla fine si è riuscito a trovare a chi appartiene quell’auto.
Quell’auto è dello Stato.
Quell’auto è li, ferma a bloccare una via, da mercoledì mattina alle 9.30.
Quell’auto sarebbe dovuta essere spostata immediatamente.
Ora sono a chiedermi: ma se ci fosse successo qualcosa, se avessimo avuto un’emergenza, come avremmo fatto? Come ci avrebbero raggiunto se ad esempio avessimo avuto bisogno di un’ambulanza?
Lo stato non deve tutelare il cittadino?
Colui che guidava quella macchina, ha avuto la premura di segnalare la cosa a qualcuno o se ne è tranquillamente lavato le mani al grido di: tanto la macchina non è mia, ( ed è facilmente desumibile dal fatto che ha lasciato i finestrini aperti), e la zona intralciata non è quella della mia abitazione?
Sono arrabbiata. Molto. Non è possibile che nel 2012 possano succedere cose simili.
So che questa lettera non servirà a cambiare le cose ne a ricevere scuse da chi ha commesso tale leggerezza, ma una situazione del genere DEVE ESSERRE DENUNCIATA.
Oltre il danno la beffa: quella macchina verrà rimossa al disgelo quindi, ad occhio e croce verso fine Marzo.
Chiudo con una battuta: non so perché, ma quella macchina incagliata nel mezzo della via mi ha fatto pensare alla Costa Concordia arenata in mezzo ad un mare d’acqua…
Sperando che cose del genere non debbano più vedersi.
Valentina Capicchioni
NB. LA FOTO E’ DI REPERTORIO.