San Marino. Autonomia nell’approvvigionamento idrico: acquistare quote minoritarie di Romagna Acque non serve a nulla! Si organizza il fronte politico e sociale del “NO”… di Enrico Lazzari

Investireste, in un periodo di “magra”, con un debito ingente che grava sui vostri bilanci, importanti risorse per acquisire quote minoritarie di una società? Anche no… Noi, voi no. San Marino, invece, attraverso l’Azienda Autonoma dei Servizi, si appresterebbe a farlo o, meglio, starebbe seriamente pensando di farlo, vista l’ormai non più segreta volontà di acquisire quote, partecipazioni in Romagna Acque, ovvero nella società pubblico-privata di diritto italiano che -fra le altre- controlla le acque della diga di Ridracoli.

Non sono date a sapere le cifre e i dettagli dell’operazione, tuttora in fase di valutazione della fattibilità viste le diverse normative fra Italia e San Marino, come confermato nei giorni scorsi da Tonino Barnabé, presidente della stessa Romagna Acque: “Abbiamo ricevuto (da AASS, ndr) una lettera che ha aperto una riflessione tenendo conto che San Marino ha interesse, assieme ai territori della provincia di Forlì Cesena, ad avere maggiori disponibilità idrica”. (leggi qui)

San Marino. Pres. Romagna Acque (Ridracoli) Bernabè: ”Ricevuta lettera AASS, aperta riflessione su strategie e aspetti tecnici”

Ora, visto che le forniture sono oggetto di appositi contratti, come la partecipazione di San Marino con una quota minoritaria in Romagna Acque possa influire sull’autonomia idrica interna resta un mistero… Ci verrà chiarito, probabilmente, a breve. Forse.

Se le indiscrezioni trapelate rispondessero al vero, AASS -i cui conti sono già martoriati- spenderebbe parecchi soldi per detenere una quota estremamente minoritaria di Romagna Acque. L’obiettivo di questa operazione sarebbe, come scriveva nei giorni scorsi Marco Severini su queste stesse pagine elettroniche (leggi qui), quello di aumentare l’indipendenza nell’approvvigionamento idrico. Ma, con l’ingresso nella società italiana -uso parole dello stesso Severini-, non si  determinerebbe certo l’aver voce decisiva, l’“avere voce in capitolo all’interno dell’ente”, perchè San Marino -a meno che acquisisse il 51% di Romagna Acque, probabilità impossibile-, “sarebbe inevitabilmente soggetto alle decisioni del Cda della stessa società in cui AASS non sarebbe nulla più che minoranza. Ogni decisione non potrebbe, quindi, venire influenzata dalla componente biancazzurra.

Focus sulla questione acqua a San Marino. Acquisizione di quote di Romagna Acque da parte di AASS: Un’iniziativa discutibile e pericolosa … di Marco Severini

Alla luce di ciò e degli obiettivi dichiarati, non sarebbe meglio investire, con lo stesso obiettivo, ovvero una maggiore autonomia nell’approvvigionamento idrico, la stessa cifra in infrastrutture interne al territorio o, magari, in parte, in contratti di fornitura a lungo termine a prezzi fissi e vantaggiosi? Secondo tanti sì...

Del resto, anche trovandosi minoranza di Romagna Acque, San Marino resterebbe dentro quell’ente “in una posizione di dipendenza, privando il paese della capacità di gestire autonomamente le proprie risorse idriche e di decidere in modo indipendente le strategie per affrontare eventuali emergenze legate all’approvvigionamento idrico”. Una posizione che è comune a tanti sammarinesi comuni e ad alcune forze politiche che si appresterebbero già ad affinare le armi verso questa costosa e, almeno per quanto è dato a sapere, non risolutiva operazione.

Ma quanto impattano i costi di approvvigionamento idrico oltre confine per la Repubblica di San Marino e, quindi, per le casse dell’AASS? L’ultimo bilancio disponibile dell’Azienda è quello dell’esercizio 2021, dal quale si deduce che l’approvvigionamento estero (italiano in Romagna Acque ed Hera) è stato di 1.168.586 metri cubi e che alla voce “costi fornitura” era contabilizzata una cifra pari a 775.968 euro.

Ma non cadiamo nell’errore di credere che, acquisendo le quote di Romagna Acque, quella voce di spesa si azzeri. Certo, per AASS le quote sarebbero un asset positivo a bilancio e parteciperebbe ai dividendi (sul bilancio 2022 sono stati di 6 euro ad azione, per un totale di 4.361.490 euro pari al 59% dell’utile di esercizio) ma San Marino l’acqua dovrà ugualmente pagarla…

Per fare conti precisi su quanto il dividendo possa influire nell’ammortamento dell’investimento è indispensabile attendere dei dati ufficiali su costo e dettagli, sui oneri e onori… Ma appare quasi certo fin da ora che in termini di autonomia idrica l’operazione potrebbe portare ben poco, se non nulla.

In tal senso meglio investire la stessa cifra all’interno del territorio in infrastrutture capaci di aumentare concretamente l’autonomia di approvvigionamento idrico del Titano? Secondo alcuni partiti politici, associazioni e secondo molti cittadini sì…

Tanto che sarebbero già pressanti i contatti per dar vita all’ennesima combattiva aggregazione del no all’acquisto di quote Romagna Auto e del sì ad investimenti diretti sul territorio, dei quali, peraltro, si parla da decenni.

 

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari