San Marino. Autorità garante per l’Informazione: giornalisti senza un loro rappresentante

GIORNALI-E-PC-e1409114181686Tre rappresentanti di nomina politica (scelti, uno dal segretario di Stato all’Informazione, uno dalla maggioranza e uno dall’opposizione) e due scelti dagli editori (di cui uno da Rtv e l’altro dalle altre testate). Niente possibilità quindi per la nomina di rappresentanti scelti dai giornalisti. Sarebbe questo l’esito del parere chiesto all’Avvocatura di Stato per la nomina dei 5 membri che dovranno andare a comporre la famigerata Autorità Garante per l’Informazione, che tra i compiti avrà anche quello di applicare le eventuali sanzioni deontologiche.

Dopo lo stallo all’ultima assemblea della Consulta per l’informazione (proprio sulla scelta dei due membri, dove di fatto l’assemblea aveva espresso parere contrario alla decisione della maggioranza del Consiglio direttivo della Consulta) è stato chiesto un parere all’Avvocatura che, in base a quanto scritto nero su bianco nell’articolo 6 della legge 211/2015, ha indicato negli editori della Rtv e delle testate giornalistiche, coloro che devono indicare i due rappresentanti che la Consulta propone al Consiglio Grande e Generale per la nomina dell’Autorità.

Praticamente annullata quindi, la voce in capitolo degli operatori dell’informazione che invece rappresentano la maggioranza degli aderenti alla Consulta per l’Informazione. Un loro ruolo potrebbe forse essere chiesto solo nel caso in cui gli editori non si mettessero d’accordo tra di loro.

Il parere dell’Avvocatura dello Stato è stato reso noto ieri ai componenti del consiglio direttivo della Consulta che si è riunito nella sede di Rtv anche per dare vita ai gruppi di lavori su Codice deontologico e regolamento della Consulta.

Ma nella riunione di ieri si sono registrate opinioni contrastanti all’interno dello stesso Consiglio direttivo della Consulta in merito proprio a come procedere ora in vista della prossima assemblea della Consulta che dovrebbe tenersi il 9 giugno. Come verrà sanata questa palese incongruenza che si è creata, dopo il parere dell’Avvocatura che di fatto taglia fuori i giornalisti dalla scelta di un rappresentante in seno all’Autorità Garante, quando la ratio della norma dovrebbe essere diversa dato che la stessa composizione del Consiglio direttivo nella legge rispetta proporzioni ben diverse assegnando 7 rappresentanti agli operatori dell’informazione e due agli editori?

E quale sarà l’intenzione del segretario di Stato Iro Belluzzi che in Consiglio e nei dibattiti, aveva garantito la presenza di rappresentanti anche degli operatori dell’Informazione in seno all’Autorità garante? La Serenissima