San Marino. Avanti, ma con riserva … di David Oddone

oddone-calleri-antimafiaDevo ammettere di aver preso in mano la penna numerose volte in questi giorni, ma di averla poi lasciata cadere.

Tanti, troppi fatti, sono accaduti e sembrava doverosa una presa di posizione. Dalle dimissioni di Felici, passando per quelle di Macina, fino alla crisi del governo, ai diktat di Ap e tutto quello che ha proposto da un lato la cronaca giudiziaria, dall’altro quella politica. Abbiamo preferito tuttavia restare a guardare da lontano il gioco delle parti per capire sin dove ci si sarebbe spinti. Nel frattempo osservatori ben più autorevoli del sottoscritto hanno fatto sentire la propria voce, a cominciare da sua eccellenza il Vescovo Turazzi.

La nostra guida spirituale si pone un quesito:“Ce la farà la nobile Repubblica a superare la crisi morale?”. Una domanda che fra tante tesi, scontri politici e bagarre istituzionale, ancora nessuna aveva messo sul tavolo. La risposta è “rigenerazione”. Cambiamento insomma, soprattutto all’interno di sé. Perché come abbiamo scritto più volte da Tribuna, sono pochi coloro che possono scagliare la prima pietra. “E chi ha sbagliato? – chiede il Vescovo – Ammettiamolo, non sono pochi quelli che ne hanno goduto vantaggi”.Troppo facile oggi per qualcuno dirsi sorpreso. Troppo semplice fare demagogia.

Servono atti concreti, è necessario far ripartire San Marino, ridare fiducia ai giovani, creare le condizioni per riportare qui il benessere perduto. Quello che ha scritto il Vescovo è stato in qualche modo rilanciato dal direttore generale di SmTv Carlo Romeo, che parla di “bivio” per ripartire: “Come sempre – scrive Romeo -, il problema è il ‘come’ ma i cosiddetti giusti (che non sono i giustiziasti e i forcaioli), le donne e gli uomini di buona volontà, coloro che conoscono l’importanza del rigore e della comprensione, che sono pronti a privilegiare la comunità a se stessi, tutti costoro anche a San Marino come ovunque ci sono”.

Insomma sia il Vescovo, che il collega Romeo, richiamano la comunità alle proprie responsabilità. Dal canto nostro, ci insinuiamo in questo costruttivo dibattito, condividendo in toto quanto già espresso e provando ad aggiungere qualcosa. La sensazione è che le elezioni anticipate non siano la soluzione, proprio alla luce dei tanti impegni ravvicinati che attendono San Marino e che necessitano di un governo in carica.

L’opposizione lo ha capito e pur non abdicando al proprio ruolo di sentinella, non ha affondato il colpo. Non è tempo per fare campagna elettorale, piuttosto la situazione richiede risposte concrete. Oggi “Bene Comune” non ha più sul proprio capo la mannaia giudiziaria che in qualsiasi momento poteva decapitare questo o quel politico di punta.

Perché c’è chi, pur in assenza di condanne o rinvii a giudizio, ha lasciato il proprio scranno, mettendo davanti l’interesse del Paese. Aprendo tuttavia la strada a pericolose dimissioni “preventive”,che appaiono più una barbarie, piuttosto che un atto di responsabilità. Ora il Congresso di Stato faccia in modo che decisioni dettate dall’onda di una piazza sempre più furibonda – come dare torto alla gente del resto -, siano perlomeno utili alla causa.

Ci sono un paio mesi, prima della verifica imposta da Ap. A gennaio si dovranno tirare le somme su quello che è stato fatto e quello che invece non è stato. In assenza di un cambio di passo sarà inevitabile la crisi e le elezioni anticipate. E questa volta l’opposizione avrà l’obbligo di pretendere le urne. Avanti dunque, ma con riserva.

David Oddone, La Tribuna