Anche il politico più sprovveduto sa che se Atene piange Sparta non ride. Evidentemente a San Marino almeno fino a due anni fa c’era chi, pur avendo ricoperto ruoli di primo piano nella sfera politica, ignorava bellamente fosse così, tanto da esultare pubblicamente sui social media per la caduta delle insegne di Asset Banca. Chissà se in privato avrà anche riso per la perdita dei posti di lavoro di chi in quella banca lavorava o per l’effetto contagio scatenato da quella operazione scellerata che è sfociata in un’emorragia di liquidità che ha messo in ginocchio tutto il sistema. Del resto non era difficile prevedere che quell’atto di “vandalismo” avrebbe avuto un prezzo altissimo e che a pagarlo sarebbe stata la collettività. Ma la distruzione di Asset banca doveva andare in scena ad ogni costo e si è agito addirittura arrivando a ricusare un giudice. E’ pertanto trascorso molto tempo prima che il giudice Pasini potesse emettere le due sentenze con le quali ha dichiarato, a dicembre scorso, l’illegittimità sia del commissariamento sia della liquidazione coatta amministrativa di Asset Banca. In pratica l’istituto è stato chiuso senza che alla base dei provvedimenti di rigore adottati nei suoi riguardi ci fossero motivazioni stabilite dalla legge. C’è tuttavia chi evidentemente è convinto che se la legge non contempla la possibilità di fare determinate cose possa anche essere cambiata. E’ quel che sta avvenendo per il caso Cis. La banca è stata commissariata lo scorso gennaio quando si è deciso anche per il blocco dei pagamenti che la legge stabilisce non possa essere prorogato oltre tre mesi. Una legge che si starebbe pensando di cambiare per evitare la messa in liquidazione dell’istituto. E’ stato infatti comunicato dal governo che il commissario di banca Cis Sido Bonfatti avrebbe chiesto altro tempo per scongiurare lo scenario della chiusura dell’istituto ed è ormai quasi certo che tale richiesta verrà assecondata. Sono lontani i tempi in cui pur di porre Asset in liquidazione coatta amministrativa si facevano le corse per presentare il provvedimento appena prima della sentenza di un giudice. “L’amministrazione straordinaria – si legge nella sentenza del giudice Pasini che dà ragione ad Asset Banca – è strumento finalizzato alla soluzione delle crisi bancarie che non può essere letto e utilizzato come strumento funzionale alla successiva e inevitabile liquidazione coatta amministrativa come invece sembra avvenuto nel caso di specie”. Il principio che l’amministrazione straordinaria non sia finalizzata alla liquidazione coatta amministrativa è da sostenere con forza e dunque ben venga che si stia facendo di tutto per evitare di strappare a quel destino Banca Cis. Ciò purché questo avvenga senza pesi ulteriori sulla collettività e nella massima trasparenza visto che ancora nessuno ha detto – lo ha rimarcato su queste pagine ieri il segretario della Csdl Giuliano Tamagnini – qual è la dimensione del problema. Se i cittadini devono attendere ancora per riavere indietro i propri soldi è giusto che sappiano cosa si sta facendo per traghettare la banca in un porto sicuro. E se alla fine sarà la cittadinanza a trarre benefici da operazioni che a guardare da fuori non appaiono per niente trasparenti.
