“Il nucleo centrale è senza dubbio rappresentato dall’introduzione legislativa della possibilità di revisione di processo penale – sebbene da diversi anni la Giurisprudenza ammetta già questo tipo di ricorsi – nei confronti di pronunce definitive contrastanti con le Disposizioni della Dichiarazione dei diritti e dei principi Fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali o dei suoi protocolli, con i diritti e le Libertà Fondamentali della persona tutelati negli altri accordi internazionali stipulati e resi esecutivi nella Repubblica di San Marino, con i diritti e le Libertà Fondamentali della persona riconosciuti
dal diritto internazionale”.
Dunque la giustizia sammarinese si avvicina sempre più a un modello Europeo, che certamente garantisce maggiormente i diritti dell’indagato/imputato. E’ una giusta chiave di lettura?
“E’ proprio così. E’ il principio della Rule of Law: della sovranità del diritto in grado di accompagnare il cammino della Repubblica di San Marino verso un livello superiore in linea con l’esigenza generale della
protezione dei diritti garantiti alla persona contro l’intervento arbitrario dei poteri pubblici o privati, dove la sostanza prevale sulla forma e il diritto si forma partendo dal basso per opera della giurisprudenza e non è imposto dall’alto”.
Con la nuova riforma di conseguenza ci sarà un automatismo nel recepire eventuali leggi sovrannazionali che dovessero scaturire dall’Europa?
“La riforma sancisce l’obbligo positivo di attuazione e di tutela dei diritti fondamentali che costituisce il più rilevante dei suoi effetti giuridici ed indica l’immediata applicabilità della normativa sovrannazionale
in tema di diritti dell’Uomo, la quale non può essere derogata dalla normativa interna che deve essere
interpretata in senso conforme ai Principi espressi dalla Carta Europea dei diritti dell’Uomo”.
Lei da questo punto di vista non ha mai lesinato critiche proprio perché i diritti di cui sopra nella pratica non è che siano stati proprio garantiti. C’è chi ha predicato bene e razzolato male?
“La direzione auspicata dal Legislatore è stata messa in dubbio da una parte della Magistratura di merito e di garanzia, ed oggi la Repubblica di San Marino deve scegliere da che parte stare – ed in questo senso il Legislatore dopo anni di inattività indica la strada maestra – per essere in grado in un colpo solo di mettere al riparo il Paese dalle condanne delle Corte EDU che peraltro si stanno susseguendo, ed in caso contrario, si susseguiranno nei prossimi anni, a causa di un ordinamento e delle sue istituzioni ferme – sotto taluni aspetti – al Medioevo. Basti pensare che le lodevoli consuetudini e diritto comune sono ancor oggi fonti del diritto civile sammarinese”.
In conclusione crede che con gli interventi legislativi proposti all’Aula si stia imboccato la strada corretta?
“Sì. In questa direzione la Repubblica di San Marino – come tracciato dai Giudici Superiori più illuminati – può rivivere il sogno dell’immortalità e come l’Araba Fenice – il sacro uccello dal meraviglioso piumaggio – risorgere dalle sue ceneri”.
Come ben spiegato da un professionista di livello qual è l’avvocato Fabbri insomma ci sono battaglie e decisioni che dovrebbero unire tutto quanto il Parlamento perché in questo caso si farebbero solamente gli interessi di San Marino e dei sammarinesi, peraltro andando incontro non solo a quanto chiede ormai da anni la categoria degli avvocati, ma anche e soprattutto perché questa battaglia di civiltà ci avvicinerebbe ancora di più a una integrazione europea spesso auspicata a parole ma alla quale devono seguire i fatti. Non stupisce tuttavia che il cambiamento venga osteggiato da una certa parte. Questo significa solo che per cambiare le cose occorre procedere con grande determinazione e senso di responsabilità