San Marino. Avv. Rossano Fabbri: ”Giustizia sammarinese sempre più vicina al modello europeo”. ARTICOLO COMPLETO

Avv. Rossano Fabbri

 

Il Consigliere Fabbri afferma: “Ordinamento moderno per essere in linea con la cultura del giusto processo”. All’interno del quotidiano La RepubblicaSM di oggi l’intervista all’esponente di Libera in merito al progetto di legge “Modifiche al Codice di Procedura Penale”.

Prosegue la battaglia sulla giustizia che vede contrapposte maggioranza e opposizione.
Un argomento talmente delicato che meriterebbe di essere trattato in profondità anziché diventare materia di costante scontro. Perché se è vero che, ad esempio, su alcune modalità utilizzate sembra difficile possano essere trovate convergenze, in gioco c’è qualcosa di più alto ed è oggettivamente da troppo tempo che il
Paese attende la revisione di procedure e codici. Ne abbiamo parlato con il Consigliere e avvocato, Rossano Fabbri.
Consigliere Fabbri, in premessa abbiamo ricordato come il dibattito sulla giustizia non riguardi solamente alcune modalità utilizzate, vi sono a ben vedere anche aspetti che dovrebbero unire
l’Aula…
Ha perfettamente ragione.
Nella sessione consiliare appena conclusa dedicata in particolare alla relazione sulla Giustizia e alle dimissioni del consigliere Iro Beluzzi dalla Commissione Affari di Giustizia, di notevole importanza è stato il progetto di legge in prima lettura – passato sotto traccia – denominato ‘di Modifica al Codice di Procedura penale’”.
Può spiegare nella pratica di che cosa si tratta anche per i non addetti ai lavori?

“Certamente. L’articolato inizia con qualcosa di evidente pregio che ritrae un principio di garanzia, che è quello della previsione di un termine massimo per la custodia cautelare in carcere. Un ordinamento moderno per essere in linea con la cultura del giusto processo principio della preminenza del

diritto, unica difesa contro l’arbitrio – deve necessariamente prevedere – nel rispetto del principio di
non colpevolezza – un termine massimo di custodia cautelare in carcere”.
Argomento questo del quale soprattutto ai tempi dei noti arresti fu particolarmente dibattuto. Cos’altro prevede la riforma?

“Il nucleo centrale è senza dubbio rappresentato dall’introduzione legislativa della possibilità di revisione di processo penale – sebbene da diversi anni la Giurisprudenza ammetta già questo tipo di ricorsi – nei confronti di pronunce definitive contrastanti con le Disposizioni della Dichiarazione dei diritti e dei principi Fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali o dei suoi protocolli, con i diritti e le Libertà Fondamentali della persona tutelati negli altri accordi internazionali stipulati e resi esecutivi nella Repubblica di San Marino, con i diritti e le Libertà Fondamentali della persona riconosciuti

dal diritto internazionale”.
Dunque la giustizia sammarinese si avvicina sempre più a un modello Europeo, che certamente garantisce maggiormente i diritti dell’indagato/imputato. E’ una giusta chiave di lettura?
“E’ proprio così. E’ il principio della Rule of Law: della sovranità del diritto in grado di accompagnare il cammino della Repubblica di San Marino verso un livello superiore in linea con l’esigenza generale della
protezione dei diritti garantiti alla persona contro l’intervento arbitrario dei poteri pubblici o privati, dove la sostanza prevale sulla forma e il diritto si forma partendo dal basso per opera della giurisprudenza e non è imposto dall’alto”.
Con la nuova riforma di conseguenza ci sarà un automatismo nel recepire eventuali leggi sovrannazionali che dovessero scaturire dall’Europa?
“La riforma sancisce l’obbligo positivo di attuazione e di tutela dei diritti fondamentali che costituisce il più rilevante dei suoi effetti giuridici ed indica l’immediata applicabilità della normativa sovrannazionale

in tema di diritti dell’Uomo, la quale non può essere derogata dalla normativa interna che deve essere

interpretata in senso conforme ai Principi espressi dalla Carta Europea dei diritti dell’Uomo”.
Lei da questo punto di vista non ha mai lesinato critiche proprio perché i diritti di cui sopra nella pratica non è che siano stati proprio garantiti. C’è chi ha predicato bene e razzolato male?
“La direzione auspicata dal Legislatore è stata messa in dubbio da una parte della Magistratura di merito e di garanzia, ed oggi la Repubblica di San Marino deve scegliere da che parte stare – ed in questo senso il Legislatore dopo anni di inattività indica la strada maestra – per essere in grado in un colpo solo di mettere al riparo il Paese dalle condanne delle Corte EDU che peraltro si stanno susseguendo, ed in caso contrario, si susseguiranno nei prossimi anni, a causa di un ordinamento e delle sue istituzioni ferme – sotto taluni aspetti – al Medioevo. Basti pensare che le lodevoli consuetudini e diritto comune sono ancor oggi fonti del diritto civile sammarinese”.
In conclusione crede che con gli interventi legislativi proposti all’Aula si stia imboccato la strada corretta?
“Sì. In questa direzione la Repubblica di San Marino – come tracciato dai Giudici Superiori più illuminati – può rivivere il sogno dell’immortalità e come l’Araba Fenice – il sacro uccello dal meraviglioso piumaggio – risorgere dalle sue ceneri”.
Come ben spiegato da un professionista di livello qual è l’avvocato Fabbri insomma ci sono battaglie e decisioni che dovrebbero unire tutto quanto il Parlamento perché in questo caso si farebbero solamente gli interessi di San Marino e dei sammarinesi, peraltro andando incontro non solo a quanto chiede ormai da anni la categoria degli avvocati, ma anche e soprattutto perché questa battaglia di civiltà ci avvicinerebbe ancora di più a una integrazione europea spesso auspicata a parole ma alla quale devono seguire i fatti. Non stupisce tuttavia che il cambiamento venga osteggiato da una certa parte. Questo significa solo che per cambiare le cose occorre procedere con grande determinazione e senso di responsabilità

Riportiamo di seguito l’intervento del Consigliere Rossano Fabbri in Consiglio Grande e Generale:

“Vi sono dei provvedimenti giurisdizionali, quelli del massimo organo lo abbiamo ascoltato anche in questa sessione consigliare, che per consistenza di contenuti, autorevolezza del giudicante assurgono a vere e proprie sentenze pilota in grado di muovere le coscienze tanto sarebbe l’urgenza di interventi da parte del legislatore. Come non ricordare in questa sede il monitor lanciato dal decano dei Magistrati sammarinesi il Dott. Emiliani oggi in pensione quando già a fine del 2017 nella sentenza 2/2017 del giudice appunto della terza istanza penale ammoniva l’allora giudice inquirente oggi oggetto di sindacato che ‘gli atti processuali fatti resi noti dal magistrato inquirente tenuto per legge se li ricordi alla ricerca della pura verità non hanno alcuna attitudine a produrre direttamente o a indurre in futuro quell’evento dannoso che l’inquirente paventa, timori tutti che si riducono a congetture infondate capaci di essere intese e usate in più modi’. La gravità e il carattere profondo di queste asserzioni avrebbero dovuto indurre l’aula e il proprio parlamento e la classe politica a determinate riflessioni già da allora. Se la politica avesse agito a tempo debito probabilmente oggi non dovremmo preoccuparci dell’interesse particolare di coloro che portano avanti certe iniziative per concertarsi sulla sostanza delle cose”.
RepubblicaSM