Pronunciata poco fa dal Tribunale di Firenze la sentenza che vedeva imputati Antonio Fabbri e Carlo Filippini per diffamazione posta in essere alcuni anni fa ai danni del Direttore di GiornaleSM Marco Severini e del suo difensore Stefano Pagliai.
Il Giudice monocratico di Firenze ha condannato Antonio Fabbri alla multa di 2.300 euro riconoscendolo responsabile del reato di diffamazione per aver offeso Severini ed il suo legale in un articolo del 2015 intitolato “l’invidia del b/pene” in cui definiva entrambi come affetti da “impotenza antropologica”, incapaci di generare pensieri compiuti ed altre espressioni offensive.
Nei confronti di Carlo Filippini è stata invece pronunciata sentenza di non luogo a procedere per difetto di giurisdizione.
Riconosciuto a beneficio di Severini e del suo difensore, costituitisi entrambi parti civili, il risarcimento dei danni per un importo pari a 5.000 euro a favore di Pagliai e di 1.500 euro a favore di Severini, oltre al rimborso delle spese di assistenza e difesa.
In questo procedimento Severini ed il suo difensore – che ovviamente non poteva rappresentare sé stesso – erano assistiti dagli avvocati Giulia Nesci e Gabriele Brandi, dello studio dell’avv. Pagliai che hanno espresso soddisfazione per l’esito del procedimento: “pur dovendo doverosamente attendere le motivazioni che il Giudice depositerà entro 90 giorni siamo ovviamente soddisfatti dal fatto che il Tribunale di Firenze abbia riconosciuto, come sostenuto dai nostri assistiti, il portato diffamatorio dell’articolo oggetto del capo di imputazione condannando uno dei due imputati e dichiarando il non luogo a procedere per il secondo per un profilo attinente la giurisdizione che ovviamente ci riserviamo di valutare anche al fine di proporre eventualmente appello”.
Il Giudice aveva rinviato ad oggi il processo in attesa che intervenisse, nel frattempo, la pronuncia della Corte Costituzionale sulla previsione della pena detentiva per i giornalisti. Pronuncia che, nel giugno scorso, ha stabilito l’incostituzionalità, salvo casi gravissimi, della pena carceraria per i reati di diffamazione posti in essere dai giornalisti.
Principio applicato oggi dal Giudice fiorentino che per questo ha condannato Fabbri esclusivamente alla pena della multa ma comminandogli pesanti risarcimenti a carico delle parti offese.