Nel precedente intervento ho cercato di mettere in evidenza alcuni punti critici rilevati dalla relazione del Fondo Monetario Internazionale e riferiti al sistema bancario. Ora cerco di affrontare la seconda parte della relazione e precisamente quella che affronta le politiche di bilancio e le riforme strutturali.
Sono rimasto perplesso quando, recentemente, un esponente politico ha fatto rilevare che dalla relazione non nasce alcun obbligo per il Governo della Repubblica di dover adottare i provvedimenti che sono ritenuti necessari, o metter in atto accorgimenti per evitare di impattare su alcune situazioni ritenute critiche, ma si tratta semplicemente di un dato “ statistico “ o meglio ancora un atto formale che può servire, eventualmente, come linea guida o meglio ancora come indicazione di carattere generale sulla nostra struttura socio – politica.
Comunque si voglia interpretare, la relazione rimane un avviso ai naviganti.
Particolare attenzione la relazione ha dato al bilancio dello Stato.
In breve: la relazione sostiene che si rende necessaria una revisione di tutto il comparto fiscale allo scopo di garantire la sostenibilità del debito ed aiutare la crescita, con questa previsione: “ il debito pubblico è destinato ad aumentare a causa dei costi di ricapitalizzazione delle banche “. Il suggerimento: “ aumento delle entrate fiscali – un contenimento della spesa pubblica e miglioramento della sua qualità “.
L’aumento del prelievo fiscale, al momento, non è compatibile con la situazione economica in generale; certamente è giusta una revisione delle imposte in quanto tutti devono contribuire, in maniera equa e proporzionata al proprio reddito, allo scopo di sostenere lo stato sociale dal quale, è innegabile, riceviamo grandi benefici: ragionare sulla spesa per il sistema scolastico e per l’Istituto per la Sicurezza Sociale vengono i brividi.
Si accenna a trasformare l’imposta monofase in imposta sul valore aggiunto ( iva ) ed al momento nessuno si è preoccupato di eseguire proiezioni allo scopo di verificare un possibile miglioramento delle entrate derivanti dalle imposte indirette: un dato è certo:
le imposte indirette non saranno più in grado di dare un gettito come lo è stato per il passato: i motivi è meglio non pubblicizzarli.
C’è anche chi suggerisce, per accrescere le entrate, di trasformare il credito d’imposta delle banche in titoli di Stato; ma è ipotizzabile la conversione in un momento così delicato ( termine eufemistico ) in cui si è venuto a trovare il sistema bancario?
E’ bene rammentare che il credito d’imposta nasce nel momento in cui alcune banche si sono venute a trovare in fallimento; imprenditori bancari che hanno ottenuto il “ gradimento “ senza poi svolgere una attività da “ veri banchieri “. Il risultato è noto.
Altro suggerimento: “ garantire che la sicurezza sociale si sostenga in maniera autonoma con lo scopo di liberare risorse per altri settori prioritari ”. Mi riesce difficile immaginare la sostenibilità della Sicurezza Sociale prevedendo entrate diverse da quelle attuali. Certamente alcuni rimedi devono essere messi in atto quali un rimborso parziale, anche parzialissimo, da parte dell’utente, per le spese farmaceutiche e per alcune sanitarie, esentando le fasce più deboli.
Altro suggerimento: realizzare “ una compressione della spesa per i salari “: certamente si tratta dei salari corrisposti al Pubblico Impiego. Esiste una forza politica capace di realizzare quanto richiesto dal Fondo? Si tratta, nella situazione attuale, di dare un taglio ai salari adeguandoli a quelli praticati nelle Regioni vicine.
Il suggerimento, infine, “ di accedere ad un finanziamento esterno per migliorare la capacità del Governo di rispondere agli shock “ può essere certamente una via da percorrere anche se, con le prospettive di sviluppo in atto, resterebbe comunque un debito “ sovrano “ con il rischio di essere poi condizionati nella nostra politica interna.
Il condizionamento può assumere una valenza qualora il finanziamento venga attuato da un Ente che poi ci impone riforme strutturali difficilmente da “ digerire “ dalla parte politica. Perché non ricorrere ad un Istituto gestito dal Ministero del Tesoro Italiano: Cassa di Depositi e Prestiti, che già in un lontano passato ha assistito la nostra economia, con un prestito che oggi sarebbe veramente vantaggioso anche per gli interessi da corrispondere; si tratta di fare ricorso alla convenzione del 1939 per cui “ nel tradizionale spirito di amicizia e di collaborazione “, l’Italia è sempre intervenuta per assecondare “ le esigenze economiche e di maggior sviluppo della Repubblica di San Marino “.
Le riforme strutturali
Il Fondo Monetario Internazionale, nella seconda parte della relazione, prende atto con soddisfazione, presumo, “ dell’avvenuto cambiamento [ nel mondo del lavoro privato] nel processo di assunzione dei non residenti “. Certamente si sono agevolate le imprese. Ma il numero crescente dei lavoratori frontalieri può, col tempo, creare delle criticità e mi spiego.
Le crisi nel settore industriale, nel mondo globalizzato, sono sempre più frequenti ed i tempi per il loro superamento si sono sempre più allungati con la conseguenza di originare una massa di disoccupati che, in un contesto come il nostro, difficilmente può essere contenuto sia a livello economico sia sotto l’aspetto della “ vita “ comunitaria. La criticità può nascere anche per il fatto che la permanenza in territorio di lavoratori esterni può, col tempo, originare forzature nella concessione di residenze con le conseguenze prevedibili, in particolare, nell’ambito sociale.
Recita la relazione : “ dovrebbe essere sviluppato un quadro di adeguata verifica per i nuovi programmi di residenza per salvaguardare l’integrità finanziaria “.
Il concetto non l’ho capito.
Un fatto è certo: certamente non tutte le professionalità, da inserire nei vari settori produttivi, possono essere trovate all’interno; è necessario, comunque, nel concedere il nulla-osta a nuove attività, se è possibile e se siamo nelle condizioni di poterlo condizionare, di inserire aziende che non stravolgano il mercato del lavoro interno.
Luigi Lonfernini (Repubblica Sm)