Stagione finita e tempo di bilanci, di analisi di quanto (tanto) di buono c’è stato, senza entrare nel merito dei tanti problemi dovuti alla decisione sulla composizione territoriale dei gironi che, a ormai un anno di distanza, resta tuttora incomprensibile. Squadra nata più giovane delle precedenti versioni di Coach Del Bianco, con l’obiettivo tecnico di aumentare l’esperienza e migliorare l’efficacia dei ragazzi, per questo il Coach si è avvalso delle chiocce Agostini e Saccani, per il resto e’ un’Under 24 con alcuni atleti (Gamberini, Botteghi) al doppio salto di categoria dalla Serie D. Incognite molte in avvio, non si conosce l’identità ed il valore
delle avversarie, si vuole però fare un passo in avanti rispetto alla
stagione precedente, i passi in avanti saranno ben più di uno,
diciamo cinque, con il record della scorsa stagione (9 vinte, 17
perse) che valse il nono posto e l’ultimo utile per i playoff,
annientato dal 14-12, cinque vittorie in più che sono valse il quarto
posto in compartecipazione, diventato settimo con la classifica
avulsa, sesto nella griglia playoff.
Vero e’ che fino a gennaio i nostri ci avevano abituato ancora
meglio, arrivando anche a toccare la vetta, il vistoso calo di
febbraio ci ha esclusi dal podio, ma nel complesso della regular
season il bicchiere resta molto più che solo mezzo pieno.
La serie playoff contro i cugini dello Scirea e’ stata l’emblema
della giovane età media del gruppo, portiamo a casa una gara1 contro
pronostico e dunque affrontata con cuore leggero, a questo punto la
pressione del pronostico passa a noi e ci condiziona in gara2 che ci
giochiamo comunque bene e drammaticamente fino all’ultimo possesso
perdendo di un punto, lasciando scorie che ci impediscono di credere
in un nuovo miracolo in gara3.
Dunque il miracolo di Imola di dodici mesi fa non viene ripetuto,
nella post season facciamo un passo indietro, ma la stagione chiude
con un record positivo, 15-14, contro il 12-20 dell’annata precedente.
Una stagione così era prevista, a ottobre nessuno immaginava di
arrivare ancora più in alto, in semifinale playoff, e solo la bocca
buona che ci eravamo fatti fino a gennaio può generare una delusione
che, a mente fredda e non emozionalmente, non ha motivo di esistere.
I giovani sono cresciuti, l’obiettivo di coach Del Bianco era
lavorare su loro per migliorarli e capire su quali contare per il
futuro. Dopo questa stagione non ci sono dubbi sul fatto che tutti
siano migliorati e non di poco. Certo, di malizie ne hanno tante da
imparare, le percentuali al tiro non sono state esaltanti e gli
errori anche nei finali di partita non sono mancati, ma in un gruppo
con questa età media era difficile fare molto meglio.
La squadra ha sempre giocato, e’ vero, qualche passaggio a vuoto non
è mancato, ma quante altre squadre hanno giocato alla grande tutte le
partite? E allora l’impegno sempre di tutti per 40 minuti è
sembrato un segnale fondamentale. Merito dei giocatori, certamente, e
meriti anche dello staff tecnico che ha lavorato bene, supportato da
un gruppo di tifosi che non ha mai fatto mancare il proprio
incoraggiamento.
Coach Del Bianco è fondamentale per questa realtà, sempre positivo,
propositivo, credibile verso il gruppo e competente. I tifosi sono
stati grandiosi, hanno creduto nel progetto stagionale di valorizzare
i nostri giovani, anche a costo di sopportare qualche ingenuità
(leggasi sconfitta) legata all’anagrafe del roster.
Capitolo giocatori: qualche alto e basso di rendimento di troppo in
alcuni singoli, in generale tutti oltre la sufficienza ed hanno
“esportato” (e’ il verbo giusto, visti i chilometri fatti)
un’immagine fiera, corretta, brillante del basket sammarinese; di
tutto ciò, la società sentitamente li ringrazia. Venendo ai singoli,
Francesco Bedetti e’ parso particolarmente determinante in entrambi i
lati del campo nei successi ottenuti.