È stato un 2014 di soddisfazioni quello di Banca Centrale. Almeno secondo il suo presidente, Renato Clarizia, che plaude “all’ingresso di San Marino nel Sepa”, l’Area unica dei pagamenti in Euro, e “nella white list fiscale italiana”.
Traguardi che si sommano a quelli raggiunti dal 2010, rispetto ai quali il numero uno di via del Voltone parla di “fatti che vanno oltre le iniziali aspettative”. La valutazione arriva dalla conferenza stampa che ieri ha raccolto i cronisti nella sede di Bcsm, dove l’Assemblea dei soci ha approvato il ”Bilancio d’esercizio” e la “Relazione consuntiva sull’attività svolta e sull’andamento del sistema finanziario” per l’anno 2014: “All’inizio del mio mandato – confida Clarizia – era impensabile pensare di collaborare a questi livelli con l’Italia”. Sul fronte interno “si è arrivati alla normalizzazione di un sistema che aveva 12 banche e circa 50 finanziarie”, mentre le richieste arrivate da Roma, in primis “da Banca d’Italia e dal ministero per l’Economia”, sono state assecondate “con la creazione delle leggi necessarie”. Il tutto, sottolinea il presi- dente di Banca centrale, “senza che a livello di personale ci siano state nuove assunzioni, anche se la nostra attività è triplicata”.
Parlando dei documenti passati ieri al vaglio dell’assemblea, Clarizia segnala per Bcsm “un bilancio utile netto di esercizio di 50.143 euro” che valuta come “un segnale della crisi nel Paese”. Rispetto invece alla situazione del Titano, il numero delle banche resta stabile con dieci unità, di cui tre non operative, mentre si registra una diminuzione di finanziarie e fiduciarie da 14 a 10. Parlando del futuro, Clarizia fa riferimento alla creazione “di una Centrale dei rischi sammarinese a marzo 2016” e afferma che “stiamo andando avanti con Banca d’Italia per quanto riguarda il Memorandum”. Annuisce il segretario di Stato agli Esteri, Pasquale Valentini, pronto a promuovere l’istituto: “In altre realtà lo stress che ha subito da noi il sistema bancario avrebbe portato a un crollo, ma qui non è accaduto”.
D’accordo con lui il collega alle Finanze, Giancarlo Capicchioni: “Senza Banca centrale non avremmo mai raggiunto risultati utili come l’ingresso nella white list fiscale e in quella antiriciclaggio”.
Il direttore di Bcsm, Mario Giannini, invece, rilascia un commento sulla Voluntary disclosure, che consentirebbe agli italiani che detengono attività finanziarie o patrimoniali all’estero non dichiarate al fisco di sanare la loro posizione: “A oggi su questo fronte non è accaduto quasi niente”.
Per quanto riguarda, invece, la posizione dei tre membri del Coordinamento di vigilanza di via del Voltone, lui incluso, che si erano autosospesi il 23 aprile scorso e che la settimana scorsa hanno revocato la loro decisione, risponde così: “In 40 anni di attività non ho mai avuto un inciampo, continuare con l’au- tosospensione era avvilente, ci eravamo presi del tempo e dopo 4 settimane in cui praticamente non è accaduto nulla sul fronte giudiziario, salvo un fatto, abbiamo deciso di tornare in gioco”.
(…) Sul tema interviene an- che Clarizia: “Si pensava che l’’autosospensione avrebbe accelebrato il chiarimento sulla situazione” dopo “il riferimento all’Autorità di vigilanza emerso in marzo all’interno di un’ordinanza”. “La revoca dell’auto-sospensione – conclude – è avvenuta perché, fra le altre cose, l’assenza dei tre poteva nuocere a Banca centrale togliendo delle importanti professionalità”. La Serenissima