I lavori del Consiglio Grande e Generale di ieri si sono svolti molto speditamente. “L’impostazione – ha spiegato il consigliere di Rete Emanuele Canti – è stata quella di ratificare i decreti ereditati dalla scorsa legislatura che in ogni caso già producevano i propri effetti per non creare stravolgimenti. Ci sono state così solo alcune modifiche, emendamenti proposti dal governo in attesa di necessarie riforme complessive”. Uno dei decreti al quale l’aula ha dedicato più tempo è stato quello sulla patrimoniale. Lo scorso anno infatti le ex opposizioni, oggi maggioranza, pur dichiarandosi contrarie alla patrimoniale avevano dato battaglia perché si trattava di un provvedimento non equo che escludeva le società immobiliari. Si andavano a colpire le famiglie magari anche quelle con difficoltà economiche e poi si esoneravano i grandi patrimoni. Messa in forte imbarazzo dalle polemiche l’allora maggioranza fece un passo indietro, da lì il decreto che istituisce la patrimoniale anche per le società immobiliari, quello portato in consiglio e ratificato ieri.
“Noi non abbiamo stravolto l’impostazione – ha spiegato il segretario Marco Gatti – abbiamo però portato un emendamento correttivo che riguarda alcune questioni tecniche e fatto due scelte politiche: la prima è quella di prevedere la possibilità di dilazionare il pagamento in quattro rate per gli importi superiori ai 1000 euro e l’altra è l’esonero dal pagamento della patrimoniale per gli immobili che hanno in pancia banche e finanziarie qualora essi siano oggetto di risoluzione contrattuale (da contratti di leasing o si siano escusse le garanzie). Si tratta in questo caso di npl che creano un danno e non fanno parte del patrimonio delle banche. Ci tengo infine a ribadire che il governo è intervenuto con questa modifica perché l’obiettivo non è far cassa ma introdurre un principio di equità. Restiamo invece contrari a queste forme di prelievo fiscale che colpiscono i patrimoni e non i redditi”. Alle accuse di voler fare un favore alle banche ha risposto senza panegirici il consigliere di Rete Emanuele Santi: “Il decreto è stato ereditato, noi abbiamo soltanto inserito un emendamento per evitare ulteriori impatti negativi su un settore, quello bancario, che è stato completamente affossato. E’ appurato che da un lato si è agito contro il sistema, dall’altro si sono difesi i poteri forti. L’emendamento è cautelativo visto che parliamo di npl, di beni che rientravano alle banche perché i clienti non pagavano”. Lapidario l’intervento del consigliere di Npr Gian Nicola Berti (foto): “Ho trovato gli interventi dell’opposizione stucchevoli e fuori da qualsiasi logica e di coerenza. Prima di tutto siamo qui a discutere di una mancanza, la mancanza dell’inserimento nella patrimoniale delle società di capitali che è stata una scelta del precedente governo. Si cerca di introdurre un principio di giustizia nell’ingiustizia che è stata posta in essere precedentemente, i panni sporchi dobbiamo finire di lavarli noi”.
