“Io quel libro neanche lo volevo scrivere, perché non si racconta la storia dal buco della serratura”. Ma Stefania Craxi non ha vissuta la storia da dietro le quinte bensì sempre al fianco di un padre che sicuramente, di quella storia, era stato protagonista.
C’era il pubblico delle grandi occasioni nella platea del teatro Titano, venerdì pomeriggio, per un evento politico-culturale organizzato dal PSD: la presentazione di due libri scritti da due personaggi di primo piano. Il primo, scritto da Stefania Craxi, è ‘All’ombra della storia. La mia vita tra politica e affetti’; il secondo, di Fabrizio Cicchitto, è ‘Controcorrente. Una storia liberalsocialista‘”.
Ad introdurre i due prestigiosi ospiti, il segretario PSD Luca Lazzari, i Segretari agli Esteri Luca Beccari e agli Interni Andrea Belluzzi, i quali, a più voci, hanno sottolineato il valore e l’importanza di questa occasione di confronto tra due realtà, Italia e San Marino, da secoli legate da relazioni politiche e da vicende talvolta sovrapponibili, come quelle che hanno visto la politica delegittimata da altri poteri. In quei casi, hanno sottolineato, non ha vinto la trasparenza, ma il disordine.
A moderare gli interventi è stato un altro ospite di rilievo: Sergio Pizzolante, che non è legato a San Marino da semplici vincoli di amicizia, ma da qualcosa di più forte perché sul Titano era stato accolto durante la tempesta di Tangentopoli mentre “in Italia si camminava come gli appestati”. A lui il compito di raccontare le relazioni fra Craxi, i socialisti italiani e la Repubblica di San Marino; la visita di Bettino nel 1990 e il contributo di Gianni De Michelis quando era Ministro degli Esteri; il lavoro di Fabrizio Cicchitto per gli Accordi Bilaterali da Presidente della Commissione esteri della Camera dei Deputati; l’impegno di Stefania Craxi, Presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato. In questa stessa veste, l’Onorevole Craxi ha firmato ieri un Protocollo di Intesa con l’omologa Commissione sammarinese.
Ma tutte le attenzioni erano sicuramente per lei. “Non era facile essere la figlia dell’uomo più potente d’Italia, poi descritto come il più grande criminale della storia”. Nel suo racconto c’è tutta la passione, ma anche l’obiettività e la capacità di analisi di una persona che aveva respirato la politica sin da bambina. La sua prima campagna elettorale già ad 8 anni e poi cresciuta in mezzo alle sezioni, ai congressi, ai comizi. “Mai fatto un compleanno normale” ha confessato. La politica era sempre presente in ogni momento della vita, anche quando si sedevano a tavola. “Eppure, mio nonno e mio padre non mi hanno mai insegnato ad odiare gli avversari”. È stato difficile anche il tentativo di costruirsi una carriera fuori da quel mondo perché, dopo la laurea, voleva fare la giornalista, “ma con quel nome” non c’erano giornali disposti ad assumerla.
Erano gli anni della “Milano da bere”, che non era quella poi uscita distorta dalle cronache giudiziarie. Era la Milano che stava uscendo dal periodo del “terrore”, era la città della moda, degli entusiasmi, interclassista, la Milano delle opportunità. Ma anche la Milano degli artisti, all’epoca sconosciuti e spesso “irregolari” ma proprio per questo amati e frequentati da Bettino. Nomi che poi sono divenuti famosi. Come quello di Lucio Dalla, che addirittura dedicò al suo amico il concerto tenuto la sera della sua morte in esilio. O come Berlusconi. “Due intelligenze diversissime, che si sono incontrate su un progetto di modernizzazione del Paese. Non sbagliarono né l’uno, né l’altro”.
Poi gli anni dell’esilio ad Hammamet, un luogo che la famiglia Craxi aveva scelto per le vacanze quando era solo un villaggio sperduto in riva al mare della Tunisia e ora diventato una città turistica assai famosa. Stefania seppe dimostrare la sua levatura politica nel momento in cui il padre morì tra le sue braccia. “Mi chiamarono dalla Presidenza del Consiglio per offrire i funerali di Stato. Risposi che se, aveva diritto ai funerali di Stato, aveva anche il diritto di essere curato da uomo libero. Rifiutai.”
Adesso, a 25 anni dalla morte, il suo obiettivo non è parlare dell’eredità di Craxi, ma della sua attualità: “Pretendo solo che gli venga restituito il suo ruolo nella storia”. Quindi, in chiusura, si è soffermata anche sul rapporto speciale di Bettino con il Titano, sul legame forte con il Partito Socialista Sammarinese e l’ammirazione per l’ospitalità offerta a Garibaldi. “Lo vedeva come alfiere di quel socialismo umanitario a cui lui stesso si ispirava”.