C’E’ qualche spendaccione, c’è chi ha chiuso con un pareggio, ma anche chi ha messo qualche euro nel salvadanaio. Di certo a complicare le cose ha contribuito la spending review, con un taglio al contributo pubblico del 10% che ha penalizzato in modo bipartisan tutti i partiti sammarinesi. Meno della metà, quattro su nove, chiude i bilanci 2013 in attivo, ma solo i movimenti civici, Rete e Civico10, mettono in cassa risparmi di un certo spessore.
Con le tasche più bucate di tutte è il primo partito di maggioranza che chiude il 2013 con un disavanzo di ben 78.106 euro. Promossi Partito socialista e Partito dei socialisti e dei democratici.
Diversamente i partiti che negli anni precedenti si erano dimostrati i più attenti alla gestione delle proprie risorse, Alleanza Popolare e Noi sammarinesi, per la prima volta si ritrovano a dover sostenere una perdita d’esercizio non irrilevante, come del resto Sinistra Unita.
In dettaglio, le cifre: il partito Democratico cristiano sammarinese, capofila della maggioranza, al 31 dicembre 2013 si ritrova con un disavanzo d’esercizio di oltre 78mila euro, a fronte di contributi dello Stato di 258.605 euro e volontari, di aderenti e sostenitori, di circa 114mila euro.
A pesare le spese per le retribuzioni, per 149mila euro, i costi per gli eventi, 104mila solo per la Festa dell’Amicizia, e la voce consulenze e compensi, per 62mila euro. Il risultato finale di bilancio del 2013 per il suo principale alleato, il Psd, è sì leggermente positivo per 7.544 euro ma, come recita la relazione contabile, l’avanzo “sarà utilizzato per ripianare parzialmente le perdite degli esercizi precedenti”.
Non se la passano bene neanche Ap ed Ns, anche se per cifre molto meno importanti. La perdita d’esercizio per Noi sammarinesi ammonta a 39.503 euro, per Alleanza popolare è leggermente inferiore, ovvero 37.508 euro. L’unica a ‘guadagnarci’ tra le file di maggioranza è l’indipendente Denise Bronzetti, uscita proprio dal Psd nel corso del 2013, che chiude con un utile di 3.950 euro, l’equivalente dell’emolumento pagato dallo Stato in quanto non risultano spese a suo conto. Sull’altro fronte spiccano per virtuosità i movimenti civici Rete e C10.
Entrambi hanno avuto un contributo pubblico di 88mila euro e mentre i primi sono in attivo per 38.487 euro, Andrea Zafferani e i suoi primeggiano con un avanzo di 46.184 euro, quasi raddoppiato dal 2012. Nella minoranza ultimo della classe è Sinistra unita, alle prese con una perdita di 45mila euro, a fronte di quasi 84 mila euro di contributi pubblici. Per il Partito socialista, che ha avuto finanziamenti pubblici per 168mila euro, l’utile del 2013 è di 14.365 euro, ma i partiti che gli hanno dato vita, Nps e Psrs, registrano delle perdite di esercizio, sempre nel 2013, per 13.500 euro il primo, per 12mila il secondo. Infine, l’alleato di Intesa, Upr, chiude l’anno con una perdita molto contenuta, di 1.087 euro.