San Marino. BILANCIO FARLOCCO -534 MILIONI. “Un bilancio di rottura: il 2016 certificò il dissesto con criteri straordinari”

Udienza 15 aprile 2025: Sara Pelliccioni conferma che i principi contabili vennero modificati radicalmente. Il bilancio 2016, uno strumento per costruire una crisi formale e ottenere l’intervento pubblico.

Proseguendo la sua deposizione durante l’udienza del 15 aprile 2025, Sara Pelliccioni, ex sindaco della Cassa di Risparmio, ha spiegato come il bilancio 2016 si caratterizzò per una rottura assoluta rispetto alla prassi contabile degli anni precedenti.

Quella perdita di 534 milioni di euro — poi diluita grazie al decreto legge 93/2017 — non fu l’effetto di un evento imprevisto o improvviso, bensì il prodotto di un cambiamento voluto nei criteri di valutazione, attuato consapevolmente per rappresentare la situazione patrimoniale della banca nella forma più prudente e negativa possibile. Con il bilancio 2016 si abbandonò ogni prospettiva di recupero a lungo termine. Si considerarono solo i valori certi o altamente probabili, cancellando ogni valutazione dinamica precedente.

La testimone ha descritto con grande chiarezza il cambio di paradigma:
fino al 2015, la gestione contabile degli attivi — soprattutto dei crediti Delta — si basava su una logica di proiezione temporale. I crediti venivano valorizzati considerando i flussi di incasso previsti, gli interessi maturandi, la qualità del portafoglio e la storia dei recuperi.

Nel 2016, invece, tutto cambiò Si adottò un criterio liquidatorio rigido. Si valutava solo ciò che era incassabile immediatamente o con certezza elevata. Questo nuovo approccio portò alla svalutazione profonda dei crediti Delta; all’azzeramento completo delle DTA; all’adozione di percentuali penalizzanti nei calcoli di recupero.
Pelliccioni ha sottolineato come il principio contabile della comparabilità tra esercizi venne sacrificato sull’altare dell’emergenza:
“Non ci si preoccupò più della continuità nei criteri. Era una situazione eccezionale, trattata con strumenti eccezionali.”

Nel descrivere questo stravolgimento metodologico, la testimone ha chiarito che il cambiamento non fu dettato da obblighi esterni o da imposizioni normative.
Fu una scelta interna, maturata nel contesto di una crisi percepita come imminente, ma amplificata tecnicamente attraverso criteri di valutazione straordinariamente severi.

Il bilancio 2016, dunque, fu costruito non tanto per fotografare l’ordinario andamento dell’istituto, quanto per certificare la gravità della situazione; giustificare il ricorso a misure di sostegno pubblico; consentire l’applicazione del decreto 5-ter, spalmandone l’effetto devastante su un orizzonte di 25 anni.
La priorità era preservare la continuità aziendale. Per farlo, si doveva rappresentare una crisi conclamata, certificata nei numeri”, ha ricordato Pelliccioni.

La testimone ha inoltre spiegato che, sebbene la prudenza sia uno dei principi fondamentali nella redazione dei bilanci, nel caso del 2016 si spinse questa prudenza a livelli mai raggiunti prima.

Non si trattò solo di essere cauti, Si adottò la massima severità valutativa possibile, senza margini di ottimismo, nemmeno prudente. Una strategia contabile che produsse un bilancio eccezionale, concepito più come atto politico-tecnico per ottenere il sostegno pubblico che come semplice documento economico.

In sostanza, il bilancio 2016 serviva a costruire formalmente la crisi, a certificare il bisogno di interventi urgenti, e a garantire — attraverso la diluizione delle perdite — la continuità della Cassa di Risparmio come istituzione.