San Marino. Bilancio farlocco Carisp -534 milioni. Parte12 (ultima). ”Le contestazioni a Romito, Cartanese, Borri e Cotella del concorso in misfatto continuato di amministrazione infedele”

PROSEGUE LA TRASCRIZIONE DEL RINVIO A GIUDIZIO, A FIRMA DEL COMMISSARIO INQUIRENTE DOTT.SSA BECCARI, DI ALCUNI COMPONENTI DELL’EX CDA DI CARISP. PARTE 12

Il Commissario della Legge CONTESTA a Nicolino Romito, Giuliana Michela Cartanese, Luigi Borri e Massimo Cotella il concorso nel misfatto continuato di amministrazione infedele di cuí agli art. 50, 73 e 198 c.p. (o, in alternativa, il misfatto di truffa aggravata ai danno dello Stato di cui agli artt. 73 e 204, commi uno e tre, punto 1, c.p.), perché a seguito delle sedute dei sottocomitati del CdA di Carisp –creati abusivamente ed artificiosamente dai prevenuti al fine di estromettere gli altri membri dell’organo amministrativo ed assicurarsi così i quorum deliberativi per la nomina di consulenti diretti e coordinati da Confuorti, Ria GT e BCG

predisponevano il bilancio riferito all’esercizio 2016, che riportava un’artificiosa perdita di circa 534 milioni di curo, in gran parte riconducibile ad abusive svalutazioni dei crediti.

I prevenuti acriticamente recepivano nel bilancio di esercizio 2016, senza dar corso scientemente alle doverose verifiche, le risultanze predisposte dai consulenti BCG e Ria GT, allo scopo di favorite interessi economici di terzi (Confuorti e Banca CIS, che avrebbero poi fornito risorse a BCSM per ricapitalizzare Carisp).

In particolare procedevano dolosamente ad ingenti rideterminazioni di poste di bilancio non suffragate da adeguato compendio tecnico, tali da procurare un danno al patrimonio amministrato – di proprietà del socio unico Eccellentissima Camera – potenzialmente pari (quantomeno) al deficit economico avallato, tale peraltro da incidere ulteriormente sulle successive determinazioni strategiche, quale l’adesione ad offerte di acquisto di asset critici (NPL), condizionate sul piano tecnico dalla contingente ricognizione di sopravvenute – conseguenti – esigenze di consolidamento patrimoniale.

L’approvazione del bilancio 2016, formato a fronte della passiva ricezione degli esiti dell’attività dei consulenti Ria GT e BCG, avveniva:

1) benché per espressa ammissione del consulente Ria GT (incaricato di valutare gli attivi di Carisp), tale società si fosse limitata ad effettuare ipotesi generiche e semplificate (con percentuali da 0 a 100%) circa gli incassi dei crediti del Gruppo Delta e dei relativi costi di recupero, senza alcuna verifica circa la concreta presumibile recuperabílità dei crediti fiscali del portafoglio;

2) benché per espressa ammissione del consulente Ria GT, tale società avesse omesso di verificare la completezza e la attendibilità della documentazione relativa agli attivi, ricevuta da Carisp;

3) benché il consulente Ria GT avesse omesso di considerare rilevanti poste attive dei bilanci delle società delle società Plusvalore, Carifin e Detto Factor (Gruppo Delta), senza fornire motivazione circa l’omissione di tali voci;

4) benché i prevenuti fossero consapevoli che Ria GT non avesse adeguate competenze in ambito fiscale;

5) benché il consulente Ria GT avesse utilizzato, nella valutazione dei crediti, standard contabili ispirati agli LAS-IFRS e alle norme di Basilea 3, mai applicati sino ad allora — e neanche in seguito — nella Repubblica di San Marino;

6) Aderendo, senza fornire al riguardo alcuna motivazione circa la scelta effettuata, alla (pressoché) peggiore fra le varie ipotesi prospettate da Ria GT in ordine al recupero dei crediti fiscali del Gruppo Delta; vi. senza tenere adeguato conto dei rilievi del Collegio Sindacale;

7) ricercando un avallo improprio da parte della Commissione Finanze del Consiglio Grande Generale, allo scopo di sopperire alle eventuali deficienze procedurali ma senza poter fornire un quadro informativo adeguato alle scelte strategiche oggetto del piano industriale.

I prevenuti, al fine di occultare l’inattendibilità del bilancio 2016, nella relazione integrativa al bilancio di esercizio 2016 artificiosamente:

a. giustificavano l’ingente svalutazione dei crediti adducendo l’utilizzo del criterio della “masrima pndentia valutatimi’, criterio invero contrastante con il principio contabile n. 1 di San Marino (che vieta l’eccessiva prudenza perché pregiudizievole per gli interessi degli azionisti e perché rischia di rendere il bilancio inattendibile) e potenzialmente in contrasto con il comma 7 dell’art 31 della LISF, in quanto possibile causa di formazione di riserve non esplicite;

b. non fornivano indicazioni particolari circa l’intervenuta modifica dei criteri di valutazione dei crediti (con particolare riferimento alla categoria dei Crediti ristrutturati ex Delta e Crediti collegati indirettamente alla ristrutturazione del Gruppo Delta) in violazione del principio contabile della “costanza applicativa”.

I prevenuti infine confermavano, anche nei confronti degli stakeholders, la pretesa affidabilità dei rilievi passivamente recepiti – e, per quanto emerge allo stato degli atti, mai verificati, non risultando coerente riferimento in merito all’applicazione dei criteri contabili, analisi tecnica rispetto al superamento delle preesistenti valorizzazioni formulate dal consulente “KPMG”, contraddittorio tecnico rispetto ai rilievi opposti dal Collegio sindacale, riscontro degli esiti ed effettivi criteri di liquidazioni applicati nelle procedure delle finanziarie riconducibili al c.d “Gruppo Delta”.

Fatti in San Marino e all’estero, dalla data della seduta del CdA in cui si procedeva alla costituzione di sottocomitati dell’organo amministrativo, sino al 31 ottobre 2018 (data in cui Cerberus si aggiudicava in pacchetto Arcade) nella prospettata ipotesi della truffa aggravata; o, in alternativa, dalla data della seduta del CdA in cui si procedeva alla costituzione di sottocomitati dell’organo amministrativo sino alla seduta del CdA in cui veniva approvato il piano industriale di Carisp (agosto 2017) nella prospettata ipotesi di amministrazione infedele.

Con l’aggravante di cui all’art. 90, comma uno, punto 2), c.p., per aver agito con abuso dell’ufficio privato di membri del CdA di Carisp.

Commissario della Legge Elisa Beccari

 

FINE PARTE 10

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