San Marino. Billi (Lega): crisi in Ucraina, analisi della situazione

In questi giorni molti mi chiedono quale sia il reale problema dietro alla crisi Ucraina, che potrebbe sfociare in una guerra con la Russia, coinvolgendo i Paesi occidentali.
Effettivamente, seguendo le varie trasmissioni televisive che ne parlano, non appare molto chiaro.
Il motivo è presto detto, l’Ucraina ha dimostrato interesse ad entrare nella NATO. Sia per una questione di sicurezza nazionale (come ha detto il Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky), ma probabilmente anche per spingere lo sviluppo ed il progresso economico del Paese.
Ricordo che la NATO è una Organizzazione Internazionale fondata dopo la II Guerra Mondiale dai Paesi Occidentali come “Alleanza Difensiva” in contrapposizione a quelli del Blocco Sovietico. «Lo scopo della NATO è di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi» (Affermazione attribuita a Lord Ismay, primo Segrerario Generale della NATO). Dopo la caduta del muro di Berlino, la fine del socialismo e l’attentato dell’11 settembre 2001, oggi la NATO si configura come l’organizzazione mondiale principale per la lotta al terrorismo internazionale. Ad oggi conta 30 Paesi aderenti.
In contrapposizione alla NATO è sorto il Patto di Varsavia, alleanza militare tra gli Stati socialisti del Blocco Sovietico.
L’Ucraina fu una delle 15 repubbliche dell’Unione Sovietica dalla sua nascita, da cui se ne separò nel 1991. L’Ucraina è il più esteso ed il più popoloso Paese dell’ex-blocco sovietico, a parte la Russia, con quasi 50 milioni di abitanti ed un’estensione di 600mila kmq (l’Italia ha una popolazione di circa 60 milioni in 300mila kmq).
Pertanto, da queste premesse appaiono chiare le basi su cui si fondano le affermazioni di Vladimir Putin nella conferenza stampa di fine anno “un’ulteriore espansione della Nato verso est è inaccettabile”.
Ad inasprire la situazione vi è anche il gadsotto che dalla Russia porta il gas in Europa attraversando l’Ucraina. La Russia contribuisce con circa il 35% al fabbisogno europeo di gas, di cui il 25% con questo gasdotto. Risulta quindi chiara l’importanza del gas russo alla luce dei recenti aumenti del costo dell’energia, che sta mettendo in ginocchio famiglie e attività produttive italiane ed europee.
Il nostro Paese deve fare di tutto per evitare una guerra, e deve proteggere i 10.871 Italiani residenti in Russia e i 1.476 in Ucraina. Stiamo lavorando per trovare un accordo tra le forze in gioco. – On.Simone Billi, membro Commissione Esteri della Camera dei Deputati