La Consulta in Italia boccia il referendum sulla legge elettorale. Non si terrà il referendum sulla legge elettorale sostenuto dalla Lega per abrogare le norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi e trasformare il sistema in un maggioritario puro. La Corte costituzionale lo ha dichiarato inammissibile perché “eccessivamente manipolativo”. Il quesito referendario era stato proposto da otto consigli regionali (di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria), tutti guidati dal centro-destra. I 15 giudici costituzionali hanno ascoltato le ragioni dei due opposti schieramenti: quelle delle otto regioni esposte dagli avvocati Mario Bertolissi e Giovanni Guzzetta (dirigente del Tribunale sammarinese), mentre i motivi di chi si oppone al via libera al referendum sono stati espressi dall’avvocato Felice Besostri. Brutte notizie dunque per l’avvocato Guzzetta e per la Lega. Una vicenda che dovrebbe stimolare in Repubblica un serio dibattito sull’opportunità che i magistrati e i dirigenti in forza al nostro tribunale possano anche esercitare la professione di avvocato magari a pochi chilometri di distanza e magari da un lato – è un mero esempio – difendere accusati di riciclaggio, dall’altro decidere su casi analoghi qui nel nostro Paese. Registriamo per dovere di cronaca il commento a caldo Salvini: “È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica”.
Repubblica Sm