San Marino. Bollette: come sarà il nostro inverno tra rincari e risparmi? … di Alberto Forcellini

I rincari delle tariffe dal mese di novembre, con effetto sulle bollette da gennaio. Al momento è questa l’unica cosa certa. Per il resto, ognuno racconta la sua storia. Anche sul “quantum” ci sono solo dichiarazioni non confermate. Ma le vedremo a breve.

Le fonti ufficiali sono state rappresentate in questi giorni innanzi tutto dal comunicato dell’Autorità di regolazione dei servizi pubblici e per l’Energia. Che finalmente ha fatto chiarezza sui problemi reali e in particolare su quel contratto finanziario siglato da AASS, che ha consentito di bloccare i prezzi finora e di segnare una differenza abissale con quanto nel frattempo è accaduto in Italia. Ma la situazione è complessa e la potenza fissa di 45 MW stabilita in quel contesto, non è sufficiente a coprire le variazioni del fabbisogno giornaliero. “Questa potenza costante – spiega l’Autorità – non è in grado di rispondere ai picchi di domanda giornalieri né di seguire le curve di consumo di popolazione ed imprese, creando un surplus in estate ed un deficit in inverno e costringendo A.A.S.S. ad acquistare comunque materia prima sempre e comunque dal mercato libero”.

La scorsa estate, il gas ha avuto variazioni di prezzo ben oltre i 350 euro al MW, solo in questi ultimi giorni si è abbassato a quotazioni intorno ai 100 euro. Ma si capisce bene che anche acquistare sul mercato libero quantità minime (ovviamente rispetto ai consumi di una grande nazione) per un micro Stato qual è San Marino, comporta un aggravio di costi enorme, tanto più se non corrisponde alle tariffe applicate.

Cosa succederà nei prossimi mesi a livello internazionale, è difficile prevederlo. Al momento, il gas costa meno perché la stagione particolarmente mite ha posticipato l’accensione del riscaldamento, con un risparmio enorme in tutta Europa rispetto ai consumi previsionali.  Quasi tutti gli Stati hanno completato i loro stoccaggi, sono leggermente diminuite anche le necessità industriali e, nel frattempo, si sono aperti altri mercati anche sul GNL (gas liquefatto), quindi le necessità di gas russo sono notevolmente diminuite. Per questo il prezzo è calato. Alla faccia di Putin che voleva per l’Europa “un inverno al freddo”.

Le nubi all’orizzonte però sono tutt’altro che dissipate. Se si guarda al grafico sull’andamento dei prezzi futures, ci si rende conto che l’impennata inizia a giugno per poi raggiungere il picco a fine agosto. Quindi c’è ragionevolmente da attendersi che il gas tornerà a crescere dalla primavera in poi, quando tutti gli Stati avranno necessità di provvedere a nuovi stoccaggi.

Fa bene dunque l’Autorità per l’energia a pensare a tariffe indicizzate. Si legge nella nota: “È evidente come la corretta ed equa definizione dei pesi di tutti i fattori in gioco (prezzo di acquisto da parte di A.A.S.S., benefici finanziari, fattori di rischio, costi fissi ed utili) risulti essere fondamentale per la delineazione del nuovo sistema tariffario. L’Autorità intende farlo nel modo più trasparente ed equo possibile, garantendo operatività e sostenibilità ad A.A.S.S. da un lato e flessibilità, equità e facilità di lettura dall’altro, consapevole dell’importanza di tale cambiamento per le realtà sociali ed economiche del paese”.

Si può capire la preoccupazione di ANIS, perché tariffe che cambiano a seconda dei mercati, rendono più difficile la gestione dei costi, soprattutto per le aziende energivore. Difficile capire invece la critica del sindacato sull’obiettivo di stabilizzare i bilanci AASS in questo inedito e difficile contesto. Andava tutto bene quando il trading energetico consentiva di ripianare tutti i servizi che sono sempre stati in deficit (e sono ancora in deficit) e ammucchiava milioni nel bilancio dello Stato. Poi è arrivato il governo Adesso.sm che ha spolpato anche l’AASS e nel momento del bisogno (cioè ora) ci siamo trovati con le pezze nei pantaloni. Se teniamo le tariffe sotto costo, è destino che l’AASS vada in default. È dopo? Non è meglio cercare di colmare alla svelta le lacune, proteggendo le fasce più deboli, che sono comunque una percentuale contenuta della popolazione, e remare tutti verso situazioni che consentano di svalicare la contingenza?

I risparmi. È significativo che ci sia già stato l’annuncio di risparmio negli uffici pubblici con la temperatura massima fissata a 19 gradi e con particolare attenzione per l’ospedale, dove le esigenze sono diverse ma ci sono anche tanti sprechi, e per le scuole. Sulle luminarie di Natale, ma anche sulle spese organizzative di spettacoli e attrazioni, francamente i cittadini si aspettavano qualcosa di più.

Non c’è ancora alcuna indicazione per le aziende e per le abitazioni private. E qui bisogna incrociare le dita, perché per esempio i cittadini sammarinesi, la scorsa estate, non hanno dato segnale di risparmiare qualcosa sull’acqua che scarseggiava ovunque, anzi hanno consumato di più. Adesso, con il gas, non c’è nulla da scherzare: qualsiasi minimo spreco costerà caro per tutti.

a/f