Forse anche le dimissioni di Simone Celli che arrivano comunque fuori tempo massimo, si collocano nella strategia di distogliere l’attenzione da banca Cis. Ora tutti parlano dell’Azzurro ma l’ammontare delle bollette impagate la dice lunga su come il problema non sia nato oggi. E sono sul groppone di Carisp tanta parte di quelle bollette milionarie perché le sedi delle attività che hanno chiuso, sono finite in pancia alla banca. Il taglio delle utenze dunque si abbatterà con ogni probabilità su quelle attività che le bollette le hanno sempre pagate. Così come il blocco dei pagamenti disposto in banca Cis sta avendo un grave impatto su famiglie e imprese sane che, a leggere i commenti sul web, sarebbero davvero al limite della sopportazione. Ed è proprio sul web che si possono toccare con mano gli esempi concreti delle difficoltà in cui sono state messe le imprese, si legge ad esempio la testimonianza di un imprenditore il cui assegno a dispetto della copertura e del fatto che fosse precedente al blocco dei pagamenti, è stato rispedito alla banca che lo aveva emesso. Come faranno, in queste condizioni, gli imprenditori a rispettare i propri impegni? Suonano allora realmente come un qualoca di lontano dalla realtà le dichiarazioni della presidente di Bcsm Catia Tomasetti che in una recente intervista rilasciata a Rtv ha detto che ‘le banche centrali vengono sulla terra per tutelare i risparmiatori’. Al di là delle dichiarazioni di facciata la presidente Tomasetti era ben al corrente di quanto la situazione di banca Cis fosse potenzialmente esplosiva per l’intero sistema tanto che già il 31 ottobre scorso valutò, assieme al consiglio direttivo, di consegnare della documentazione parecchio scottante al giudice inquirente. Si trattava delle relazioni dell’internal audit e degli esiti delle misteriose ispezioni su banca Cis. All’interno di quei documenti si leggono cose inimmaginabili a fronte delle quali qualsiasi Bcsm si sarebbe mossa assumendo provvedimenti di rigore senza attendere l’intervento del Tribunale. Quella banca doveva rimanere in piedi nonostante tutto? Chi ha lavorato – vedremo presto i nominativi che stanno dietro agli omissis dell’ordinanza del giudice Morsiani – e fatto pressioni per ritardare il più possibile lo scoppio della bomba? Moretti, nominato dal governo a guida Celli è per il giudice Morsiani un ‘compiacente esecutore’. “Ebbene, per le ragioni che di seguito saranno evidenziate, le circostanze inerenti la valutazione ed il recepimento della predetta richiesta comprovano un perdurante disequilibrio nell’esercizio delle funzioni di vigilanza che, a vantaggio dell’istituto Banca Cis, trova nei membri del Coordinamento sotto la direzione di Roberto Moretti compiacenti esecutori”. Lo spessore del Moretti che emerge dalle carte non è diverso da quello del predecessore Savorelli, alle domande Moretti era abituato a rispondere con la stessa arroganza. Ad esempio alla vigilanza che chiedeva a quale prezzo sarebbe stata acquistata banca Cis rispondeva “perché lo si vuole sapere”? E a chi sollevava più che leciti dubbi sulla provenienza dei fondi di Ali Turki che Cis doveva comprarla, mettendo in evidenza come la stampa avesse portato in luce il fatto che l’Arabia Saudita fosse stata interessata da una campagna anticorruzione portata avanti dal governo saudita, rispondeva mettendo in dubbio l’attendibilità di quelle fonti. La notizia della cacciata di Moretti per l’ex segretario Celli fu un colpo talmente duro da provocarne le dimissioni. Del resto la coalizione Adesso sm garantì sempre il proprio sostegno alle scelte di quella Bcsm che le carte dicono abbia operato in favore di Banca Cis mediante la concessione di finanziamenti e la chiusura di entrambi gli occhi quando poi gli stessi venivano impiegati a prescindere da garanzie e merito creditizio. Ora che stanno emergendo le gravi responsabilità di questi due anni non sorprende che a Celli sia stato chiesto di dimettersi o che lui stesso abbia pensato di farlo. Ciò che importa è che il ‘progetto’ vada avanti e come ha ben sottolineato il consigliere di Rete Roberto Ciavatta parlando nella trasmissione di Rtv Palazzo Pubblico, ‘Eva Guidi sembra proprio Celli con i capelli”.
Repubblica Sm