San Marino, come l’Italia, come l’Europa, sta cambiando, in parte in meglio, in parte in peggio… Sono d’accordo: non è uno scoop, ma è una realtà che si misura nei numeri e si avverte nei vicoli dei Castelli, specie quelli di confine. Mi riferisco ai numeri preoccupanti, seppure in leggero calo nel 2024 rispetto all’anno precedente, della microcriminalità, un fenomeno che i sammarinesi hanno considerato per anni un problema di altri.

Eppure, il cosiddetto microcrimine, oggi scuote la tranquillità di cittadini e residenti: 116 furti denunciati nel 2024, di cui 37 in abitazione concentrati nell’ultimo quadrimestre. A Serravalle e Dogana bassa, ultimamente, si parla di serrature forzate, auto sparite, un’ombra di insicurezza che mal si concilia con l’idea di un Titano impenetrabile. Non è un’alluvione criminale, ma un rivolo che erode piano la quiete di cui il Titano si è sempre vantato.
La Gendarmeria non può fare miracoli. Fa il massimo… Forse potrebbe fare di più? Non so, sta di fatto che nel 2024 ha effettuato 2.498 servizi di pattugliamento, ha identificato 18.458 persone e controllato 10.929 veicoli. Sono cifre che pesano, che -a mio parere- testimoniano un impegno reale per arginare il fenomeno. Eppure, i furti non si fermano. E, come detto, non credo sia colpa di chi pattuglia le strade e i Castelli. Il problema ha radici più profonde e ampie di quante ne possa raggiungere un’auto con la sirena accesa. È un segnale di qualcosa che si muove, dentro e fuori i nostri confini, e che obbliga chi ha in mano le sorti, il futuro del Paese, ad interrogarsi…
A pochi chilometri, Rimini -lanciatissima nella sua trasformazione verso il traguardo di divenire la Gotham City europea- vista dalla Terza Torre si presenta come un panorama che mette i brividi. Oltre 3.200 furti l’anno (ricordava ilSole24Ore), estorsioni, un degrado che divora anche le vie centrali, trasformando la Riviera in un luogo dove la sicurezza e la familiarità della “Pensione Adriana” è ormai solo un ricordo sbiadito. San Marino, per fortuna, non è Rimini, e guai a chi crede o teme possa diventarlo. Sul Titano, anche senza le “chiacchiere” di Salvini o dei suoi eredi, l’immigrazione è regolata con rigore, i permessi di soggiorno sono un setaccio che lascia passare solo chi ha le carte in regola, quasi le verifiche fossero più serie di una procedura di adesione al Rotary Club.
I confini, un tempo barriera capace di scoraggiare microcriminali e disperati vari, oggi si limitano ad esistere, per le foto-ricordo di qualche turista. Ciò che funzina benissimo, visti i fatturati, sembrano essere solo gli autovelox.
Ma la microcriminalità non teme una multa per eccesso di velocità… Né si presenta al posto di guardia con il passaporto in mano. Essa si insinua, arriva da un mondo che preme e che, cari sammarinesi, non rispetta le vostre tradizioni.
Ma portano via oggetti, non può essere una emergenza, dirà qualcuno, magari dallo scranno consigliare, mentre è intento a dibattere e polemizzare sulla “sua” emergenza del momento: “Il comma Comunicazioni dell’Odg consigliare definito ‘sfogatoio’ da un Segretario di Stato!”…
Un furto in appartamento non è la semplice sottrazione di un oggetto, pur prezioso. E’ la violazione della propria intimità; la violazione del luogo più personale e sicuro, la casa… Subire un furto in casa rappresenta un’esperienza profondamente traumatica per ogni famiglia, specialmente in presenza di bambini. La casa è percepita come un “luogo sacro”, il rifugio sicuro dove ci si sente protetti; l’intrusione di estranei viola questa intimità, generando un forte senso di vulnerabilità anche ijn quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro e intimo. Le reazioni emotive scatenate dalla violazone della casa da parte di estranei malintenzionati, includono shock, incredulità, tristezza e rabbia per l’ingiustizia subita. Sentimento, quest’ultimo, che poi potrebbe alimentare ben più violenti reati… Nei bambini, poi ,l’evento può causare paure intense, ansia e disturbi del sonno, poiché il loro senso di sicurezza viene compromesso.
E allora ci troviamo a un bivio: che Paese vogliamo essere? Un’isola arroccata sul Monte, aggrappata a un’identità di quiete che rischia di diventare un’illusione? O uno Stato che accetta il cambiamento, che lo affronta senza snaturarsi? Non è solo una questione di sicurezza pubblica, anche se quella resta il primo fronte. È una questione di visione, di come San Marino intende posizionarsi in un contesto che non fa sconti nemmeno ai piccoli e che impone di pianificare, prevenire
Servono strade concrete, non solo buoni propositi. La Gendarmeria fa il suo, ma da sola non basta. Si potrebbe iniziare con un investimento serio in prevenzione: più tecnologia, come droni in sevizio 24 ore su 24 lungo i confini… Un solo operatore e una intelligenza artificiale, potrebbe permettere di contare le formiche che passano e ripassano il confine. Già l’intelligenza artificiale, quella stessa AI che potrebbe finalmente dare un carattere, una specificità ad una Ateneo -mi si permetta- “obsoleto” e ancora troppo anonimo…
I droni, ad esempio, per scoraggiare i malintenzionati, anche violando la privacy della giovanissima coppietta che si apparta protetta dal buio della notte… Poi c’è la collaborazione con l’Italia, che non può limitarsi a strette di mano istituzionali: un coordinamento vero con le forze dell’ordine d’oltre confine potrebbe spezzare le reti che dalla Riviera, più genericamente dal circondario, si allungano fin dentro le mura.
San Marino ha sempre saputo essere diverso, è sempre stato un esempio di resistenza e indipendenza. La microcriminalità non è un destino ineluttabile, ma un monito che ci chiede di agire: oggi è micro… domani, se non combattuto efficacemente, sarà macro. Restare un’eccezione è possibile, a patto di non illuderci che il problema si risolva da solo o che basti chiudere gli occhi di fronte ad esso Il Titano non è immune, e non lo è mai stato davvero…
Enrico Lazzari