San Marino. Bonifica territorio, stanziati 2 mln di euro. Il suolo del Titano come quello dell’Appennino romagnolo è a forte rischio idrogeologico.

Via del Cameraio“La novità di quest’anno è che le due Aziende di Stato hanno collaborato al risanamento delle frane”.

Sono stati presentati nella sede della Regione Emilia Romagna a Bologna i dati sulle risorse rese disponibili per la difesa del territorio nei primi 100 giorni di governo della Giunta regionale.
A disposizione oltre 100 milioni di euro: 25 milioni per la prevenzione e il rischio idrogeologico, 19,5 per
la prevenzione e il rischio sismico e 59 milioni per interventi in risposta alle emergenze maltempo.

Le risorse derivano da fondi nazionali e regionali e dalle “economie”, ovvero dal recupero di fondi disponibili e non utilizzati negli anni precedenti.

Anche il territorio di San Marino, pur essendo di appena 61,2 kmq, è sia a rischio idrogeologico che a rischio sismico. Il territorio del Titano, essendo compreso all’interno della zona collinare subappenninica tosco-romagnola, incastonato tra Emilia Romagna e Marche e a pochi chilometri dal mare, presenta gli stessi problemi delle aree limitrofe.

A parte il monte Titano alto 850 metri e costituito da una massiccia placca di calcari

arenari risalenti al Miocene, il resto del territorio, in prevalenza collinare, è costituito in prevalenza da aree calanchive, costantemente modellate dall’azione delle acque dilavanti e dal ruscellamento a cui si associano gli effetti più o meno rilevanti e diffusi di movimenti in massa. Questo significa, in parole povere, che

il territorio di San Marino presenta un alto rischio idrogeologico.

Oltre alle suddette caratteristiche territoriali sfavorevoli, anche l’azione degli abitanti di questa terra ha inciso negativamente sulla sua tenuta. Infatti, è indubbio che il consumo di suolo e la cementificazione in Repubblica hanno ridotto la capacità dell’assorbimento dell’acqua da parte dei terreni e aumentato il rischio di frane e alluvioni. Solo per fare alcuni esempi: la zona industriale della Ciarulla a Serravalle e buona parte della zona industriale Cà Chiavello di Faetano sono state edificate sopra dei calanchi.

Non solo zone industriali, ma anche diverse aree residenziali sono state costruite sopra terreni argillosi a forte rischio idrogeologico. Sommando, perciò, all’azione di cementificazione selvaggia, che in 20-30 ha cambiato pelle al territorio, la naturale fragilità del territorio sammarinese, otteniamo quello che si è verificato spesso e volentieri in questi mesi: smottamenti e frane che hanno interrotto e distrutto strade e tubazioni e messo a rischio anche la tenuta strutturale di alcune abitazioni. Rispetto al notevole intervenuto economico messo in atto dalle regione Emilia Romagna, anche la Repubblica di San Marino ha stanziato una cifra che di questi tempi – caratterizzati da spending review e tagli alla spesa pubblica – risulta essere a dir poco considerevole.

A tal proposito, Fabio Berardi, Capo della Protezione civile del Titano, fa il punto della situazione: “La novità di quest’anno è che l’Azienda dei servizi sta partecipando attivamente alla bonifica delle frane, essendo interessate anche le tubazioni dell’acqua e del gas e i pali della luce, tranciati in alcuni casi dagli stessi smottamenti”. La novità è quindi l’alleanza fra le due aziende di Stato, l’ Aaslp (Azienda autonoma di Stato per i lavori pubblici) e l’Aass (Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici) che in questi mesi hanno lavorato insieme per bonificare le aree interessate dalle frane.

Berardi afferma che “1 milione e 400 mila euro sono già stati stanziati per le emergenze idrogeologiche. Con i soldi avanzati nel 2014 bonificheremo le frane che hanno interessato via del Camerario e strada Celidonia”. Per questi due interventi si parla di circa 300/400 mila euro.

“Orientativamente – spiega Berardi – tra manutenzione e emergenze sono stati stanziati quasi 2 milioni di euro, considerando che dall’inverno appena concluso ne siamo usciti con circa 70 frane; ovviamente diamo priorità a quelle più pericolose. Se ci fosse bisogno di ulteriori finanziamenti – prosegue – la segreteria al Territorio sarebbe pronta assieme alle Finanze a tirare fuori i soldi dai fondi di riserva. La cifra stanziata a nostra disposizione – conclude – è per il momento soddisfacente”.

Francesco De Luigi, La Tribuna