A San Marino esistono seri professionisti che disegnano “supermoto” per il mondo! Il caso della C-Creative … di Enrico Lazzari

Sarà il caldo che anticipa l’autunno, sarà quella voglia di fuggire che – dal primo aprile scorso (ma questi son cavoli miei…) – ogni tanto mi prende alla gola, ma ieri pomeriggio mi sono messo a “cazzeggiare” online. Cercavo una nuova compagna di viaggio per la prossima primavera, una di quelle moto adventure con le ruote tassellate, buona per le mulattiere del Titano come per un’autostrada tedesca senza limiti. E così, tra un video-test e una recensione, mi imbatto in un servizio “fresco fresco” dall’EICMA 2025 (salone internazionale del motociclo) appena aperto a Milano, per qualche giorno capace di dimenticare la moda e trasformarsi nel tempio mondiale delle due ruote. E chi ti vedo? Due facce conosciute, due “sammarinesi”. Uno risponde al nome di Paolo Bianchi, l’altro è l’ing. Adrian Morton, rispettivamente CEO e “anima” di C-Creative. In quel video, i due, intervistati da Moto.it, parlano di design, di motori V4, di linee che tagliano il vento… ma, soprattutto, fra le righe, parlano di cosa si fa a Domagnano guardando al mondo… e facendo guardare il mondo verso San Marino.

Il primo pensiero, lo confesso, è stato un cortocircuito. Come? Una realtà così “grande” è a San Marino? Ma i sammarinesi – come dicono gli stessi sammarinesi sui social – non sono quelli del “fatturificio”? Quella narrazione comoda, quasi rassicurante, che vi siete cuciti addosso come una coperta di Linus un po’ lisa. La Repubblica specializzata in “produzione propria” di documentazione fiscale creativa, il paradiso per evasori con la residenza di cartone. Una favola nera che, a forza di raccontarvela, avete finito per rendere vera, anche quando non lo è.

In fondo, lo scorso decennio, tutto è cambiato… già, passando dalla “padella” alla “brace”! Dal “fatturificio” al dramma greco, con uno Stato di diritto sacrificato sull’altare degli interessi di una banca privata, lasciandovi in eredità un buco nero nei conti pubblici che gli ultimi governi stanno cercando di rattoppare con pezze miliardarie chiamate “bond”. Un debito che pesa come un macigno sulla nuca di ogni neonato.

E in questo quadretto allegro, dove l’unica attività fiorente sembra essere la lamentela, il “piagnisteo”, il “disfattismo” come punta di ottimismo verso il futuro, tutto rigorosamente espresso su Facebook, quell’autorevolissimo organo di informazione ufficiale, dove ogni post di un tuttologo da tastiera diventa Vangelo… in questa realtà, verrebbe da chiedersi, cosa fanno questi di C-Creative? Le fatture false? No! Commettono l’imperdonabile peccato di lavorare seriamente, portando l’immagine positiva e innovativa di San Marino nel mondo. E di avere successo.

Così, mentre tanti sammarinesi siamo impegnati a condividere meme sulla fine del mondo e a scambiarci sentenze inappellabili tra un caffè, un tramezzino e una diffamazione, a Domagnano questi signori disegnano le moto per QJMotor. E chi è QJMotor? Un produttore di tricicli a pedali? No. È uno dei bracci armati del gruppo Geely. Per intenderci, quelli che posseggono Volvo, Lotus e sono tra i maggiori azionisti di Mercedes-Benz. Un colosso che sforna centinaia di migliaia di moto all’anno e le vende in tutta l’Asia, in Sud America e sta invadendo anche l’Europa, dove è già fortissima con il marchio Benelli, ormai pesarese con gli occhi a mandorla. Un gigante globale che, per disegnare le sue creature più affascinanti e aggressive, bussa alla porta di uno studio di design di Domagnano!

Non è meravigliosamente, ferocemente ironico? Voi sammarinesi, che vi percepite come il museo delle cere della finanza allegra, mettete la firma sulle linee delle moto che sfrecceranno sulle strade di Shanghai, Berlino e Buenos Aires. Siete così impegnati a piangervi addosso per il passato – che poi garantiva benessere a tutti, o no? – da non accorgervi che il vostro nome, oggi, è sinonimo di eccellenza nel design industriale.

Il punto, vedete, non è C-Creative. Loro sono solo il sintomo più evidente di una realtà che troppi, impegnati a “sparare” accuse contro il governo, si rifiutano di vedere. La nuova San Marino, quella che non vive di rendita o di alchimie finanziarie, esiste già. È fatta di tante nicchie importantissime, di aziende che non solo pagano le tasse e danno lavoro, ma che promuovono un’immagine positiva della Repubblica nel mondo, molto più di mille costose campagne di marketing che portano sul Titano visitatori sempre più squattrinati.

Certo, è un’eccellenza in parte “importata”. Ma pensate per un istante cosa potrebbe diventare questo scoglio di poco più di 60 chilometri quadrati se il sistema decidesse di giocare nella stessa squadra. Se una San Marino Innovation, dopo aver elegantemente accompagnato alla porta – si fa per dire, ovviamente – fior di imprese innovative che avevano creduto in San Marino, iniziasse finalmente a fare la San Marino Innovation… se, nello stesso istante, le banche, anziché vedere ogni nuova startup come un potenziale riciclatore o un “ladro” di Rolex, decidessero di aprire un maledetto conto corrente accontentandosi del passato lindo dell’amministratore.

Invece no. È più facile restare al bar, con lo smartphone in mano, a leggere dell’apocalisse imminente annunciata dall’”esperto” di turno nel “thread”: “i giornalisti scrivono cazzate!”.

Cari sammarinesi, il mondo corre, disegna, produce, vende. E il Titano sta ancora qui, fermo al palo, a contare i turisti con l’abaco e a cacciare realtà che poi, magari da Dubai, diventano il riferimento degli investitori delle crypto.

Poi c’è qualche eccezione, qualcuno la ruota l’ha già reinventata. A casa vostra. E nonostante le crepe di un “sistema San Marino” senza carattere, senza rotta tracciata per approdare al futuro. Nonostante il “Sistema San Marino”, verrebbe da dire facendo i disfattisti social… E voi, tanto al bar quanto a Palazzo, secondo me, non ve ne siete neppure accorti…

Enrico Lazzari