San Marino. Comitato per BSM: “BSM la banca del territorio ad azionariato diffuso”

A Faetano, il Castello di origine della Cassa Depositi e Prestiti, il 19 agosto 2025, per volontà di cittadini sammarinesi, in parte anche soci dell’Ente Cassa di Faetano, fondazione controllante Banca di San Marino, si è costituito il Comitato per BSM, la banca sammarinese ad azionariato diffuso.

I componenti del Comitato hanno condiviso e sottoscritto un Regolamento che riporta tra le sue finalità, quelle di operare per il mantenimento del pacchetto di maggioranza della Banca di San Marino in capo all’ECF, di attivarsi per favorire lo sviluppo industriale, commerciale e finanziario di BSM, nella prospettiva dell’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione e della piena operatività degli istituti bancari sammarinesi nel mercato monetario e finanziario dell’Unione Europea, di favorire l’approfondimento e lo studio di tematiche legate al settore bancario e finanziario.

Non vendere la maggioranza del capitale sociale della Banca di San Marino e di avere nel prossimo futuro acquirenti che godano di un pieno merito bancario è quindi il principale scopo. Il Comitato non condivide il progetto portato avanti dall’attuale CdA di Ecf (scaduto ormai dalla fine di giugno 2025 e attualmente in prorogatio) che punta alla svendita in blocco del pacchetto di maggioranza di BSM ad un investitore estero, suggellando così il divorzio storico ed epocale tra la Banca e la Fondazione ECF e decretando la fine di una esperienza storica di indipendenza economica e finanziaria del nostro Paese. Ricordiamo che tale esperienza ha permesso l’emancipazione ed il progresso sociale per tanti clienti, famiglie, artigiani, imprenditori e professionisti.

Sono passati diversi anni da quel fatidico 2018 in cui per un soffio l’ECF non perse il ruolo di azionista di riferimento e Banca di San Marino la propria identità e indipendenza. Forse non tutti i soci dell’Ente Cassa di Faetano si ricordano che in tale frangente persino il Cda dell’Ente di allora, che si avvicinò pericolosamente alla possibilità di fusione con Cassa di Risparmio di San Marino, tenne un profilo più equilibrato di quello adottato dall’attuale CdA.

“Nessun percorso verrà proposto a scapito del patrimonio identitario e valoriale della Cassa Rurale di Faetano…”. Con queste parole il Consiglio di  Amministrazione pro tempore di ECF scandiva le proprie intenzioni e sottolineava che la decisione finale sul processo di fusione sarebbe spettato, solo ed unicamente, all’Assemblea dei Soci. Queste intenzioni, i componendi del CdA, le manifestarono apertamente in una lettera inviata a tutti i soci di ECF.

Erano quelli gli anni in cui BSM vantava elevati livelli di Npl (crediti di difficile esigibilità) che ne minavano la solidità e di bilanci dai risultati negativi, oltre che elevati costi di struttura. 

Oggi BSM ha fatto grandi passi in avanti: la cartolarizzazione di buona parte degli Npl, accordi per l’esodo di decine di dipendenti che hanno ridotto sensibilmente i costi di struttura e che hanno finalmente permesso di invertire la tendenza negativa dei risultati di bilancio, riportando la Banca, da almeno tre esercizi, all’insperato utile di bilancio ed al rafforzamento del patrimonio di vigilanza. 

Viene da chiedersi quindi perché questa fretta nello svendere la quota di maggioranza di ECF in BSM, soprattutto prima dell’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione SM-UE che porterà almeno al raddoppio del valore del patrimonio delle banche sammarinesi.

E’ lecito supporre che l’attuale “governance” di ECF voglia decidere le sorti di un secolare istituto di credito senza curarsi dei soci che ne hanno sostenuto e assecondato la genesi e lo sviluppo? Sembra proprio di sì ed è altrettanto lecito pensare che lo vogliano fare in tutta fretta, in spregio alla raccolta firme di oltre 118 soci ECF che già dal 23 maggio 2025 hanno consegnato al cda dell’Ente, in conformità alle norme statutarie richieste, una istanza di convocazione di un’assemblea soci per chiedere a gran voce modifiche allo Statuto di ECF che riportino in capo all’organo assembleare la possibilità di decidere la cessione del pacchetto del 51%, con maggioranze qualificate, già previste all’art. 8 per le operazioni di fusione, incorporazione e liquidazione volontaria.

 

Non c’è la presunzione che fermare la vendita del pacchetto di maggioranza sia la soluzione, il Comitato per BSM, però ritiene che la scelta di vendere una quota di partecipazione di BSM debba essere sempre e comunque una scelta dell’assemblea dei soci e mai relegata alla decisione di pochi. Il Comitato rivendica inoltre che tale scelta possa essere effettuata in piena trasparenza, fugando i dubbi che da più parti sono stati sollevati, in primis circa la mancanza di alternative e in secondo luogo circa la reputazione degli eventuali acquirenti interessati.

E’ per via di questi dubbi sul metodo ma anche sull’opportunità di intraprendere una strada senza conoscerne i dettagli e le eventuali alternative, in termini di offerte concorrenti, che il Comitato si rivolge a tutti i soci di ECF, ma anche alla cittadinanza tutta, ai clienti ed alle istituzioni che non condividono la linea della vendita di BSM ad un unico socio di riferimento forense. Chi crede ancora nei valori dell’autonomia e dell’indipendenza di BSM, nel suo forte legame con il territorio e nei principi solidaristici e mutualistici che essa in oltre 100 anni di storia ha rappresentato deve far sentire la propria voce. Lo facciano tutti i sammarinesi affinché non sia un gruppo di poche persone a decidere le sorti di centinaia di soci, migliaia di risparmiatori e lavoratori.

Per tutti questi motivi il Comitato si è fatto promotore di una raccolta firme per deliberare modifiche allo Statuto di ECF, funzionali a rimettere al centro il ruolo dell’assemblea dei soci, anche nell’ipotesi di vendita di un pacchetto di maggioranza di BSM.

Il Comitato, in contrapposizione alla vendita tout-court ad un solo acquirente, rivendica la possibilità di sondare più soggetti interessati, affinché si possa costruire una soluzione B che permetta di mantenere il controllo di Banca di San Marino in capo a sammarinesi, al proprio Paese. Il Comitato ritiene prioritario sfruttare le sinergie di tipo industriale e commerciale al fine di attrarre più realtà imprenditoriali in campo finanziario, interessate a collaborare con un primario istituto di credito sammarinese, quale è ed è sempre stata BSM.

Nel frattempo il Comitato ha organizzato, prevedendo la partecipazione di relatori di elevatissimo standing professionale, due conferenze di approfondimento (12 e 24 settembre alle ore 21.00 nella Sala di Murata), aperte alla cittadinanza, sul ruolo delle banche di credito cooperativo, istituti ad azionariato diffuso, nell’attuale mercato bancario e finanziario europeo.

Con questo spirito il Comitato promuoverà, nei tempi che ancora ci separano all’assemblea dei soci ECF (il Cda in prorogatio ha ipotizzato fine settembre), in cui si deciderà chi ha diritto ad esprimere il proprio consenso alla vendita della maggioranza delle azioni della partecipata BSM. Si tratterà di una informativa ai soci firmatari circa le reali possibilità che ha l’Istituto di credito rispetto alla scelta frettolosa di svendere ad un soggetto estero, senza curarsi troppo di quale sarà in realtà il futuro di questa storica azienda bancaria sammarinese.