La retata a luci rosse tra Cesenatico e San Mauro Mare, che ha coinvolto anche un cittadino sammarinese, è finita con due condanne, sette rinvii a giudizio e due assoluzioni.
Queste le decisioni del Gup del tribunale di Forlì, Luisa Del Bianco, sull’operazione Damaris, portata a termine nel gennaio 2013 dalla Squadra Mobile di Forlì e dalla Polizia Municipale di Cesenatico. I reati sono quelli di favoreggiamento, sfruttamento e reclutamento di prostitute in case di appuntamenti e in cene con dessert piccante.
Due i condannati con rito abbreviato a 11 mesi e un anno e 2 mesi di reclusione: un 66enne imprenditore della ristorazione cesenate con affari su Cesenatico e Cervia e un 68enne pensionato di Cesena. I sette rinviati a giudizio sono invece la colombiana Leydi Del Gado Santiesteban e la domenicana Carmen Ligia Rolfott Rijo detta Damaris, che gestivano il “personale” e l’imprenditore Romano Farfani, 84enne di Gambettola, proprietario di molte case sequestrate, per l’accusa l’uomo era a conoscenza delle pratiche poco legali che si svolgevano all’interno delle sue proprietà date in affitto. Gli altri rinviati a giudizio sono prostitute e persone che organizzavano incontri piccanti. I due assolti sono invece un bancario di San Marino e un riminese appartenente alle forze dell’ordine in pensione.
L’operazione Damaris è iniziata nel gennaio 2013 quando la Squadra mobile di Forlì e la Polizia municipale di Cesenatico hanno stroncato un giro di prostituizione con base a Cesenatico, ma con un sistema d’affari e di interessi tutt’altro che provinciale. La triade era formata da due esperte del settore e dall’imprenditore di Gambettola. Per l’accusa erano gli ingranaggi di un sistema dedito al favoreggiamento, sfruttamento e reclutamento di prostitute.
Gli appartamenti sequestrati erano sei di cui cinque a Cesenatico e uno a San Mauro Mare. Quattro di questi di proprietà del gambettolese. L’operazione contò anche 20 perquisizioni domiciliari a carico di indagati
e di terzi coinvolti a vario titolo. Cesena, Cesenatico, San Mauro Mare, Santarcangelo, Gatteo, Misano Adriatico e Napoli le città nell’elenco.
Il sistema era in grado di unire l’offerta di sesso in appartamento per tasche più popolari e dopo cena piccanti per l’elite. Il sistema era semplice: una volta contattata la maîtresse, tramite inserzione era possibile scegliere la ragazza in un ventaglio di quattro proposte.
Secondo quanto appurato dagli investigatori, il sistema era su vasta scala in grado di unire l’offerta di sesso in appartamento per tasche più popolari a dopo cena piccanti per le elite. Vennero individuate almeno 18 ragazze
di origini sudamericane, ma si pensa che siano di più. Tutte facevano riferimento alla Santiesteban e alla Rolfolt.
A San Mauro Mare c’era la casa d’appuntamenti d’altri tempi. Tra i clienti c’era anche un ragazzo prossimo al matrimonio e un cieco che si faceva accompagnare e poi passare a riprendere una volta consumato il servizio.
La Municipale aveva battuto a tappeto le zone interessate. Incrociando dati catastali, erano stati notati che alcuni elementi erano ricorrenti. Una mole di lavoro tale da richiedere l’intervento della Squadra mobile per poter affondare il colpo. Facendo uso anche delle intercettazioni è stato possibile scoperchiare il secondo livello dell’organizzazione: quello in cui sesso, interessi, favori e soldi sono seduti allo stesso tavolo. Gli investigatori hanno individuato un pensionato, ex dipendente delle autostrade, che faceva da tramite tra chi gestiva le escort e chi proponeva i dessert piccanti cercando così di procacciarsi favori sicuri o affari migliori.
Venne riscontrato che Santiesteban e Rolfott in sei mesi spedirono a casa 60mila euro netti. Le prestazioni in appartamento costavano intorno agli 80-100 euro mentre le accompagnatrici venivano a costare anche 400 euro.
Le indagini sono state coordinate dal Pm Michela Guidi e dal Gip Luisa del Bianco. Marco Bollini, La Tribuna