Chissà che con un piatto di lenticchie e un grappolo d’uva…
E così anche questo 2018 sta per finire sicuramente fra un tripudio di bollicine di champagne, cenoni di pesce, il più surgelato dei mari Giapponesi ma pagato come fresco e come fosse stato pescato nel Mediterraneo, veglioni e fuochi d’artificio . Non mancheranno poi nel primo giorno dell’anno le tradizinali lenticchie e tanti chicchi d’uva che, secondo gli scaramantici, dovrebbero garantire una sicura quanto inaspettata crescita economica. Se ciò fosse vero e non solo una leggenda metropolitana, sarebbe opportuno che i nostri politici, invece di pensare a grandiosi prestiti dalle banche internazionali per cercare di risanare il buco di bilancio e i debiti milionari della Repubblica, si assicurasse tutto il raccolto di lenticchie di Castelluccio di Norcia e tutta la produzione della vendemmia dei colli toscani. Una soluzione non prevista nella finanziaria da poco approvata , con i soli voti della maggioranza mentre la minoranza aveva scelto l’Aventino , che, chissà, avrebbe potuto scongiurare il prossimo prelievo dalle buste paga degli impiegati della PA e dei pensionati e l’aver messo mani nei conti correnti di chi aveva fatto investimenti in azioni o titoli. Questa potrebbe essere strada per un vero rinnovamento, tanto sventolato in campagna elettorale ma per ora disatteso tanto che potrebbe far pentire molti elettori delle loro scelte. Un anno, questo che è in fase terminale, che non si può definire orribilis perché peggio di quelli che ci hanno messo in ginocchio negli anni passati non sarebbe potuto essere. Un anno forse inutile , incapace in quanto non sono state trovate soluzioni valide per far ripartire i vari comparti in affanno quale quello industriale, commerciale, turistico , sanitario .Sarà interessante vedere se i matrimoni imposti ,senza il benestare degli azionisti fra Istituti diversi daranno i frutti che i Draghi o Padoan nostrani sperano di raccogliere per poter assicurare ai risparmiatori e ai clienti delle banche stesse , quelle poche che resteranno nel sistema, una buona “macedonia”. Un anno di transizione invece quello per il comparto turistico in quanto non ci sono state grandi variazioni in positivo di presenze rispetto agli ultimi anni ma fortunatamente neppure in negativo. Questo nonostante l’impegno della Segreteria competente che deve destreggiarsi per organizzare eventi che possano dare un certo ritorno fra i meandri di un bilancio sempre più “risicato”. E se non cresce il turismo, non cresce neppure il settore alberghiero e commerciale. Sono vasi comunicanti dove l’uno serve all’altro e viceversa. Stessa situazione non florida per quello sanitario, che di passi indietro ultimamente ne ha fatti…eccome, per il quale né lenticchie e né acini d’uva potrebbero far tornare l’ISS l’eccellenza che è sempre stata e che ha sempre contraddistinto la nostra Repubblica. Ci vorrebbe ben altro per reperire fondi per le faraoniche consulenze che ultimamente varcano la soglia del nostro Ospedale. Il 2018 come gli anni precedenti, non è stato benevolo neppure con il comparto Industriale che non ha visto nuovi investitori salire sul Titano, anzi ha visto chiudere da qualcuno di loro “baracche e burattini” e defilarsi alla chetichella, sfiduciato dalla crisi del settore bancario e da politiche che non danno sicurezze né certezze e che demoralizzano ad avventurarsi anche in una pur piccola attività imprenditoriale a San Marino. Al di là delle dichiarazioni pubbliche dei nostri “eletti” purtroppo la situazione sul fronte dell’economia é in fase di stallo e non se ne vedono per ora prospettive per un futuro prossimo . Chissà se con una buona abboffata di lenticchie e di chicchi d’uva allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno, questa non possa aiutare a riempire di nuovo le casse dello Stato per far ripartire l’economia della Repubblica ed evitare così di costringerci ad elemosinare alle Banche Europee? Tentar non nuoce. Non si sa mai!
Paolo Forcellini