
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Egregio Direttore,
ho letto sulle sue pagine nuovi documenti in merito al famoso “Conto Mazzini”.
Ammetto che, in tutta sincerità, le vicende processuali riguardanti gli episodi legati a politici e imprenditori di primo piano non mi hanno lasciato indifferente.
Ma non voglio addentrarmi nel gioco di chi condanna o chi assolve.
A quello ci penserà il giudice incaricato.
Voglio soffermarmi su un punto apparso nei memoriali di Giuseppe Roberti che mi ha lasciato esterrefatto.
Mi riferisco a quando Roberti afferma che il Commissario della Legge Buriani ha più volte incontrato politici (si parla di Menicucci, Marcucci e Giovanni Lonfernini) già al tempo indagati.
Ma, mi dico, se fosse vero: com’è possibile?.
Il giudice che ha formulato il rinvio a giudizio dei tre politici sopracitati, li incontrava nelle loro abitazioni e in un agriturismo?.
E per quale ragione li incontrava? Per amicizia?.
Se vai a cena o a casa di qualcuno tanto estraneo con chi ti invita non dovresti essere.
Come è possibile che, a patto che Roberti dica il vero, il Commissario Buriani non abbia avuto alcuni scrupolo arrivando ad astenersi in virtù dei rapporti con i politici indagati?.
Io, personalmente, non ci capisco più nulla.
Sarebbe bene che, per la credibilità della nostra giustizia, si facesse chiarezza. Perché o sono le illazioni di un indagato disperato oppure sono parole che pesano come macigni.
Un suo affezionato lettore