(Questo qui sotto è una sintesi dell’articolo di questa mattina senza citazioni dei rinvii a giudizio)
Fatti enormi, se confermati in condanna, che lasciano di stucco chi vorrebbe da parte dei giudici proprio il contrario, ovvero terzietà, indipendenza e ricerca della verità prima di ogni cosa.
Dobbiamo capire, anche, perchè Buriani si è comportato in questo modo e come ha trascinato nella presunta illegalità la sua collega Antonella Volpinari, già denunciata dal sottoscritto perchè in due settimane ha archiviato una mia denuncia, fondata, su dichiarazioni diffamatorie nei miei confronti di Alberto Buriani in plenario. Scrivo fondata perchè per gli stessi fatti, ma denunciati da altra persona, Buriani è stato per la prima volta rinviato a giudizio per diffamazione. Procedimento, quest’ultimo, sembra perso nei meandri del Tribunale. (!!!)
Buriani, se fosse vero e confermato quanto scritto da due giudici che lo hanno rinviato a giudizio, probabilmente si sentiva intoccabile e molto potente se si permetteva di ”rappresentare al Giudice per i Rimedi Straordinari un fatto non vero”. Un giudice che mente forse è l’aberrazione del pensiero di uno stato democratico, serio, giusto ed efficiente ed è più la rappresentazione di un paese disonesto, corrotto, prepotente e distopico. Quest’ultimo fatto mi porta alla mente la sua deposizione nella Commissione d’Inchiesta sul disastro di Banca Cis: sarà tutto tutto vero quello che ha dichiarato? Curioso, a detta di tutti, fu il suo giuramento. Occorre anche per questo caso fare chiarezza su quanto da lui dichiarato e capire se risponda al vero o meno.
Tutti abbiamo bisogno di voltare pagina dopo questo schifo, ma prima bisogna che emerga tutta la verità di quel periodo dove chi forse comandava realmente veniva da fuori e che addirittura faceva scrivere i vari decreti ai suoi collaboratori. Lo dice il Commissario della Legge Simon Luca Morsiani nel primo rinvio a giudizio del procedimento TITOLI. Quei decreti sono stati firmati nella sera dell’11 agosto 2017 e poi emanati ed avallati dalle piu’ alte cariche dello stato sammarinese.
Una vergogna immensa.
Bisogna, invece, che emerga tutto quel substrato che connetteva parte della magistratura, del potere politico, del potere mediatico e parte del potere finanziario sammarinese e non. Insomma è ora che i risultati del procedimento TITOLI emergano in tutta la loro chiarezza, mettendo a nudo quello che è stato quel periodo a San Marino in cui ha governato Adesso.SM.
Come, ripetuto e scritto piu’ volte, penso che non sia corretto che il processo del caso TITOLI venga celebrato da chi si dichiarava su atti giudiziari, nero su bianco, amico dello stesso Buriani in tempi in cui nessuno prendeva le distanze dal giudice di Pieve di Cento.
Questo non è sinceramente accettabile!
E se così fosse, cioè se venisse celebrato da un sedicente amico di Buriani, ogni esito del prossimo processo Titoli potrebbe essere discutibile in quanto tutti potrebbero, magari a torto, pensare a quella vicinanza. Bisogna garantire oltre che la sostanza anche l’apparenza, come venne scritto in una sentenza della Cedu.
Buriani, qualora vengano confermate tutte le accuse, è solo una piccola – seppur indispensabile – parte, e comunque consapevole, di questo schifo. E’ ora che emerga tutto e che i responsabili vengano condannati prima di archiviare definitamente questo stato di cose nella memoria collettiva.
Archiviare ma non dimenticarsi di questo periodo veramente oscuro della storia sammarinese.
E poi mi chiedo perchè non rendere pubblici i contatti telefoni, i tabulati quindi le telefonate ed i messaggi tra Buriani e gli altri protagonisti?
Ma poi con chi si sentiva Buriani quando GiornaleSM ed il sottoscritto scrivevano e ponevano delle domande sull’acquisto della sua abitazione?
Vogliamo tutti sapere con chi si sentiva il nostro giudice, con chi interagiva e chi era il suo referente politico e finanziario, se c’era.
La cittadinanza ha il diritto di saperlo. Tutti abbiamo questo diritto, il diritto alla pura verità.
Ma lo sapremo e se ci verrà consegnato lo pubblicheremo, prima o poi, nonostante gli attacchi che sta subendo sia il sottoscritto che GiornaleSM e che ci rafforzano anziché intimorirci.
Marco Severini – direttore del GiornaleSM