San Marino. Buriani vittima di un “complotto”? L’ipotesi non convince e “suona” come una delegittimazione della Magistratura che lo sta indagando e giudicando … di Enrico Lazzari

Le accuse mosse all’indirizzo del Commissario della legge Alberto Buriani sarebbero frutto di una sorta di “complotto”, come si potrebbe dedurre alla luce di sue precise dichiarazioni fatte l’altro ieri, nell’Aula grande dei Tavolucci, durante la appassionata e a tratti toccante deposizione spontanea? Non si sa mai, per carità… Ma oggi mi appare molto difficile crederlo.

Le sue parole, comunque, mi appaiono eloquenti in tal senso: “Celli in quei momenti -ha dichiarato Buriani nel corso della recente udienza del processo che lo vede imputato unitamente all’ex Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSm, Simone Celliviveva una fase di profondo dolore. Affermò che lui al pari di tutti coloro che si erano opposti a Banca Centrale avrebbero pagate care le loro scelte”. 

E -ha aggiunto lo stesso Buriani- mi diceva che anche io ero bersaglio poiché la maggioranza mi riteneva responsabile di avere istruito l’indagine conto Mazzini; mi diceva che se avessero vinto le elezioni avrebbero fatto terra da ceci e che io sarei stato il principale obiettivo”.

Da “carnefice” e imputato? O, come sembra voler lasciar intendere, semplicemente da integerrimo Giudice inquirente a “nemico” del nuovo potente di turno? Non ci sono sentenze capaci di svelare con la necessaria autorevolezza il dubbio, seppure alcune certezze giuridicamente autorevoli esistano:

– 23 giugno 2014 – L’ex Segretario di Stato Claudio Podeschi viene arrestato unitamente alla sua compagna sulla base di una ordinanza di custodia cautelare disposta sulla base delle accuse mosse nei loro confronti dal Giudice Alberto Buriani. I due resteranno in carcere (“nei loculi del convento adattati a celle. “, scriveva Dagospia) per un anno e due mesi, anche in forza di una seconda ordinanza di custodia cautelare basata sempre sulle indagini del medesimo Giudice inquirente.

– 4 marzo 2022 – Dopo una controversa condanna in primo grado, Claudio Podeschi viene assolto definitivamente, in appello, per non aver commesso il fatto per i reati non oggetto di proscioglimento. Dopo un anno e due mesi di custodia cautelare e dopo quasi otto anni di “calvario” esce dalla vicenda senza alcuna condanna penale per quelle ipotesi di reato che gli sono valse, comunque, una pesante detenzione e limitazione della libertà personale. E’ assolto e prosciolto, ma la sua carriera politica è definitivamente compromessa.

– 8 settembre 2014 – L’ex Segretario di Stato Fiorenzo Stolfi, leader indiscusso del movimento socialista sammarinese, viene arrestato, anche lui in forza di una indagine istruita dal Giudice Buriani. Resterà in carcere, in regime di custodia cautelare, per quasi due mesi, per poi beneficiare degli arresti domiciliari da cui viene liberato solo il 12 maggio 2015

– 4 marzo 2022 – Anche per lui il Giudice delle Appellazioni cancella la controversa condanna in primo grado disponendo l’assoluzione per non aver commesso il fatto per le ipotesi di reato non oggetto di proscioglimento. Dopo quasi otto ani esce dal procedimento giudiziario con la fedina penale pulita, senza condanne. Ma anche per lui la carriera politica è ormai compromessa.

– 4 marzo 2022 – Tutti gli imputati eccellenti (ovvero coloro che rivestivano ruoli di vertice nelle diverse formazioni politiche -prevalentemente democristiane, liberali e socialiste-, dopo anni e anni di indagini e gogna mediatica, compreso l’italiano Giuseppe Roberti, vengono assolti con sentenza definitiva perchè il fatto non sussiste o prosciolti. Per tutti, compreso Giovanni Lonfernini, assolto da tutti i reati con formula piena, la carriera politica è pesantemente compromessa.

– 17 ottobre 2015 – In forza di un provvedimento di custodia cautelare basato su ipotesi di reato formulate dal Giudice Buriani, viene arrestato Gabriele Gatti, indiscusso “numero uno” della politica sammarinese per decenni. Il leader democristiano resterà in carcere, in regime di custodia cautelare, per oltre 180 giorni.

– 29 agosto 2018 – A oltre due anni e mezzo dall’arresto arriva il decreto di rinvio a giudizio. Incredibilmente le ipotesi di reato che motivarono l’ordinanza di custodia cautelare furono archiviate. Si attende tutt’ora la sentenza definitiva. Ma non solo: ad ormai circa 11 mesi dalla sentenza di primo grado -e la cosa non è usuale- non risultano essere state depositate le motivazioni di quella prima e provvisoria sentenza. In ogni caso, nonostante anche per lui le sentenze del Processo Mazzini lascino intendere la probabile assenza di condanne definitive, la sua carriera politica è irrimediabilmente compromessa.

E questi sono fatti. Nudi e crudi. Senza commento… Fatti che dimostrano come il Giudice Alberto Buriani abbia avuto -a che titolo, se a torto o a ragione, se regolarmente o irregolarmente non sta a me “sentenziarlo”- un ruolo chiave, determinante e decisivo, nella “dipartita” pressochè definitiva dalla vita politica sammarinese di chi guidò per decenni la Repubblica. Tutti accomunati da due elementi:

– Essere definitivamente esclusi dalla vita politica in seguito ad azioni giudiziarie istruite dal Commissario della Legge Buriani;

– Essere tutti privi di condanne definitive, gran parte di questi, addirittura già assolti o prosciolti in maniera definitiva.

Conseguenza -indiretta- non trascurabile di queste indagini è l’aver creato una sorta di “terra di nessuno”, poi occupata da una nuova classe politica e ad una nuova stagione politica, caratterizzata dal grande aumento di potere della ormai famosa “cricca” e, quindi, dal terremoto abbattutosi sull’intero sistema bancario sammarinese.

La domanda che ora mi pongo -e vi pongo- è la seguente: alla luce di ciò, sembra essere più vicino ad un complotto quanto accaduto negli anni scorsi o quanto, invece, sta accadendo al Commissario della Legge Alberto Buriani oggi? Io ho una mia idea, che tengo per me. E ho tanti sospetti motivati da argomentazioni, certo, forse semplici coincidenze, che ho palesato più volte nei mesi scorsi… Secondo voi?

Infine, nell’interpretazione che mi appare ovvia delle dichiarazioni fatte da Buriani -ovvero che possa essere vittima di una sorta di “complotto”, di una “resa dei conti”-, a mio parere, si cela una intrinseca e non sufficientemente argomentata, per di più gravissima, accusa a chi lo sta indagando e processando, come se in queste azioni giudiziarie si perseguissero per conto terzi (i vincitori delle ultime elezioni) fini “vendicativi” e non propri della Giustizia: “…La maggioranza mi riteneva responsabile di avere istruito l’indagine conto Mazzini; mi diceva (Celli, ndr) che se avessero vinto le elezioni avrebbero fatto terra da ceci e che io sarei stato il principale obiettivo”.

Se, come è, due più due fa quattro, l’accusa intrinseca in queste parole mi appare chiara e gravissima. Come i destinatari della medesima. Ovvero -ed è sempre una mia interpretazione- la politica (la fazione al potere oggi) e quella magistratura che sta gestendo, direttamente o indirettamente, le indagini e i processi su di lui…

Verosimile? O inverosimile? Per scrivere un primo tassello di verità, seppur giuridica, non resta che attendere la sentenza del processo che vede il Commissario della Legge, unitamente all’ex Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSm, imputati, perando che questa sia nel merito e non caratterizzata da prescrizioni, che, in quanto tali, non entrano nel merito del giudizio delle relative accuse…

Fra le righe di questo giudizio, infatti, arriverebbe -fra le altre cose- un primo “sigillo” autorevole sulla legittimità di una inchiesta che (alla luce di quanto ascoltato e letto in questo stesso procedimento dibattimentale) potrebbe aver “inquinato” il clima, turbato la serenità di azione di chi aveva “in mano” il futuro di Banca CIS, perdipiù  un momento determinante per il futuro dello stesso istituto di credito, ovvero quello del tentativo di acquisto da parte della lussemburghese Stratos.

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari