Potrebbero essere otto i referendum su cui i sammarinesi saranno chiamati a votare nel 2015.
In attesa di scoprire se i sette quesiti contro la privatizzazione delle aziende pubbliche e per la riduzione dei soldi alla politica saranno giudicati ammissibili dal Collegio dei Garanti arriva infatti un possibile nuovo quesito contro la caccia ai caprioli.
A minacciarlo è il presidente dell’Associazione micologica sammarinese, Augusto Michelotti, già consigliere tra le file di Sinistra unita, attraverso le pagine del periodico “Il Sottobosco”, arrivato nelle case dei sammarinesi in queste settimane.
A far scatenare gli attivisti è la “Proposta di regolamento per la gestione faunistico venatoria del capriolo nella Repubblica di San Marino” presentata dall’Ugraa, Ufficio gestione risorse ambientali e agricole e dal Servizio vigilanza ecologica. L’obiettivo è di limitare il numero di ungulati sul territorio.
Per farlo, secondo quanto riporta Michelotti, si prevede di dividere San Marino in “aree di gestione” da affidare alla Federazione sammarinese della caccia – “come se il frigorifero con le dosi di sangue lo facessimo badare al signor Dracula”, commenta Michelotti – che potrà quindi organizzare battute usando non solo le tradizionali armi da fuoco ma anche gli archi.
“Se il pericolo Bambi è così presente e urgente – scrive l’Ams – perché i nostri eroi non hanno pensato ad una soluzione molto meno cruenta quale ad esempio il controllo delle nascite at- traverso la sterilizzazione o la contraccezione? Troppo tempo da perdere – prosegue – troppo impegno, molto più semplice accontentare le richieste di chi dell’ammazzare ha fatto il proprio diletto. Così lui si diverte e noi ci togliamo dai piedi un problema”. Il presidente dei micologi è su tutte le furie e non fa sconti a nessuno. “È inutile fare leggi – attacca – firmare convenzioni internazionali, affermare principi di tutela e di rispetto per la vita di ogni essere vivente; non sappiamo che farcene di parole vuote quando la realtà le sconfessa in maniera così eclatante legalizzando lo sterminio”.
Quindi l’appello: “Basta con la barbarie dove le bestie sembriamo noi esseri umani”. A fare infuriare l’Ams è in particolare l’uso dell’arco, “la dimostrazione lampante che non interessa regolamentare l’equilibrio ecologico dell’ambiente”.
Michelotti assicura che l’Ams non lascerà “nulla d’intentato” per evitare che il regolamento venga adottato. “Potremmo anche impegnarci a indire un referendum per proibire la caccia al capriolo – conclude- non è una minaccia, è una promessa e se promettiamo, di solito, lo facciamo”.
Davide Giardi, La Tribuna