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  • San Marino. Cala leggermente l’inflazione e il paniere ISTAT, dopo 95 anni di storia, continua a registrare l’evoluzione dei consumi … di Alberto Forcellini

    A gennaio l’inflazione frena nettamente. Non facciamoci ingannare dai titoloni: i prezzi stanno continuando a crescere, ma un po’ meno rispetto al 2022. In pratica, al netto dei tabacchi, si registra un aumento dello 0,2 % su base mensile e del 10,01 su base annua, mentre a dicembre era dell’11,6%. Per questo si parla di freno dell’inflazione. Il fenomeno si deve principalmente all’inversione di tendenza su base annua dei prezzi dei Beni energetici e degli Alimentari non lavorati. L’aumento congiunturale dell’inflazione si spiega invece con il rincaro dei Servizi per l’abitazione (+1,6%), degli Alimentari lavorati (+1,5%), dei Beni durevoli e non durevoli (+0,8% per entrambi).

    In altre parole, il ribasso non riguarda i prodotti ad “alta frequenza”, ovvero il classico carrello della spesa che va ad incidere sulle fasce popolari. A proposito di spesa, è di questi giorni l’aggiornamento del paniere ISTAT, cioè lo strumento statistico per rilevare i prezzi al consumo di beni e servizi nel mercato dei consumatori e per calcolare i relativi indici per la misura dell’inflazione. In questo ultimo conteggio entrano anche i massaggi, la riparazione degli smartphone, il deambulatore, i prodotti biologici.

    Nel paniere sono compresi 1885 prodotti elementari o raccolti in aggregati. Erano appena 59 i prodotti presi in esame, suddivisi in cinque capitoli di spesa, nel 1928 quando nacque il paniere. Si era in pieno regime fascista e nell’elenco figurava anche l’olio di ricino. Da allora, sono passati 95 anni di vita che, proprio nelle variazioni dei consumi della gente, testimoniano non solo le abitudini della gente ma la storia di un intero popolo.

    Prediamo gli inizi, ad esempio, quando nel paniere compariva la legna secca per il riscaldamento e la cottura dei cibi, che riporta ad un’Italia molto rurale. A San Marino, dove non c’erano tali strumenti di indagine, immaginiamo che ci fosse la stessa situazione.

    Sino al 1945, il paniere rappresentò un modello informativo volto a un eventuale, ma non automatico, adeguamento dei salari. Dal 1947 a oggi il suo peso ha preso forza, in quanto l’indice è stato utilizzato per l’adeguamento automatico dei diritti previdenziali e assistenziali di numerose categorie professionali; per l’adeguamento dei canoni di affitto; per il calcolo dell’inflazione programmata; per alcuni adeguamenti sindacali. Un ruolo molto discusso in quanto incideva direttamente sui salari. Oggi incidono anche altre dinamiche.

    Ma torniamo alla storia. La sottoveste entra nel paniere nella seconda metà degli anni ’50 e ne esce all’inizio degli anni ’70. L’acquisto dell’auto e della moto, la mitica Vespa, fanno il primo ingresso nel paniere nella seconda metà degli anni ’60. Nel ’77 compaiono gli zoccoli, quelli che le ragazze indossavano all’epoca sotto i jeans e le gonne a fiorellini. Negli stessi anni troviamo fra le new entry le merendine, monitorate in otto varietà diverse, e la Coca Cola.

    Nell’Italia del boom economico saliamo a un elenco di 270 beni, la metà dei quali ricompresi tra i prodotti alimentari più in voga, ma anche l’amato aspirapolvere, compagno di vita di tutte le donne. Si comincia a studiare anche il fenomeno della televisione, accessorio che si sta imponendo nelle case degli italiani, che cambierà e rideterminerà tutte le abitudini.

    Andando avanti entra nella hit list un altro prodotto che ha risolto i pranzi e le cene di milioni di persone: il surgelato, e una marca come la Findus che ci ha costruito la sua fortuna. Siamo alla fine degli anni ’70 e nel paniere entrano riviste erotiche come “Le Ore” ma anche la commedia sexi all’italiana. Passiamo agli anni ’80 e cambiamo genere, perché tra i must dell’epoca c’è la torta Saint Honoré, per alcuni non meno erotica delle famigerate riviste.

    Oggetti e abitudini che, progressivamente si armonizzano ai prezzi e ai consumi dell’Unione Europea. L’Indice Istat è tuttora utilizzato come comparazione delle diverse economie UE, anche ai fini della conduzione della politica monetaria comune. Resta da stabilire quanto i dati diffusi possano oggi essere letti correttamente o quanto piuttosto vengano piegati agli interessi della politica o del mercato. In sostanza la domanda è: il paniera registra semplicemente le abitudini di consumo e loro evoluzione, o condiziona in qualche maniera i consumi della gente?

    a/f