«NESSUNO ci ascolta. Basta scioperiamo». Il dorato mondo del pallone tanto dorato non è a San Marino. E per questo i giocatori della Nazionale hanno deciso di incrociare le braccia, anzi di smettere di sudare. «Chiediamo il riconoscimento dello status di calciatori tuona il presidente dell’associazione sammarinese calciatori, Andy Selva Siamo dilettanti, ma partecipiamo a partite di livello internazionale e questo per noi non può essere solo un hobby, come spesso ci viene ricordato dal segretario generale della Federcalcio Luciano Casadei». Alle porte c’è la prima gara di qualificazione agli Europei che il prossimo anno si giocheranno in Francia. I titani saranno di scena in Slovenia a fine marzo, ma… «Per il momento abbiamo deciso di sospendere gli allenamenti, già a partire da domani. Poi se non troveremo un accordo quella partita potremmo anche decidere di non giocarla». UN MURO contro muro con i calciatori della Repubblica pronti ad andare fino in fondo. «Giochiamo a calcio per passione, amiamo la nostra Nazionale, togliamo tempo alle nostre famiglie e prendiamo giorni di ferie dal lavoro per indossare quella maglia. E proprio per questo pensiamo di avere anche dei diritti. Almeno quello di essere ascoltati dalla nostra Federazione». Un gettone di presenza per ogni gara giocata di poco più di 100 euro non è più sufficiente. «Noi prendiamo un piccolo rimborso e nelle casse della Federcalcio arrivano milioni di euro di contributi dice il capitano della Nazionale confermando di saper andare all’attacco anche fuori dal campo. Pretendiamo di essere ascoltati e pretendiamo che un riconoscimento ci sia non solo per i giocatori della Nazionale maggiore, ma anche per i ragazzi dell’Under 21, per la Nazionale di futsal. Gli impegni negli ultimi anni sono triplicati e non possiamo più restare in silenzio ed eseguire soltanto gli ordini’ dall’alto». PROPRIO per questo motivo la scorsa estate sul Titano è nata l’Asc, il sindacato’ dei giocatori di pallone. «Siamo nati’ nel mese di agosto racconta Selva e ora ci aspettiamo di entrare a fare parte anche del Consiglio Federale. Vogliamo fare sentire la nostra voce e non è solo una questione di soldi, ma di diritti». A questo punto la palla passa alla Federazione sammarinese giuoco calcio comandata da Giorgio Crescentini messa con le spalle al muro dai propri nazionali’. «Ci dispiace essere arrivati a questa situazione. Ma in qualche modo dobbiamo farci sentire. E, intanto, lunedì cominciamo a disertare l’allenamento». (…) Il Resto del Carlino
