San Marino. Calcioscommesse. Nei guai quattro calciatori, c’è il capitano della nazionale

Calcio e scommesse. Da mesi ormai il ‘pallone’ sammarinese è nella bufera e ieri la Federcalcio della Repubblica ha comunicato i primi deferimenti sportivi. La Procura Federale, nell’ambito di un’indagine che riguarda diversi tesserati, ha deferito alla Commissione disciplinare il centrocampista della Libertas e capitano della Nazionale Matteo Vitaioli il difensore della Virtus Andrea Righi, il centrocampista della Juvenes/Dogana Nicola Zafferani e il laterale della Virtus Mirko Bucci. Per tutti la motivazione del deferimento è: «violazione dell’articolo 5 del regolamento Federale». Articolo che parla chiaro. Divieto per tutti i tesserati di scommesse e obbligo di denuncia. Per responsabilità oggettiva sono state deferite anche le società per le quali giocavano i quattro calciatori, quindi Virtus, Juvenes/Dogana e Libertas. «Tale azione disciplinare – dicono dalla Federazione sammarinese giuoco calcio – è stata agevolata e supportata anche dalla collaborazione dei tesserati, che rendendo dichiarazioni spontanee autoaccusatorie hanno favorito, seppur a loro stesso carico, il compito demandato alla giustizia sportiva della Fsgc». Un’autodenuncia, in pratica. «Un’assunzione di responsabilità che non solo rappresenta un importante segnale per tutto il movimento calcistico sammarinese, ma un fattivo elemento d’aiuto allo svolgimento delle specifiche indagini a sostegno di un calcio trasparente, pulito e corretto». Tutto ha inizio nel mese di marzo. Si gioca la gara di Coppa Titano tra San Giovanni e Virtus. Gara che non ha nessun valore per l’accesso allo step successivo. Nessuna delle due squadre ha più la possibilità di arrivare ai playoff. Vince il San Giovanni grazie ad un autogol. Quella gara è da subito molto chiacchierata. Troppe ‘giocate’ sospette. Sospetti che presto diventano oggetto d’indagine, tanto che nei primi giorni di aprile la Polizia Civile fa irruzione sul campo della Virtus durante gli allenamenti. Perquisizioni di auto e spogliatoi, cellulari sequestrati e mandati di comparizione. Ma anche arresti. Ad aprile finisce in carcere il portiere Massimiliano La Monaca, a maggio l’attaccante Armando Aruci. E con il passare dei giorni sale il numero degli indagati. E intanto, oltre a quella ordinaria, anche la giustizia sportiva si mette in moto. «Abbiamo piena fiducia – dicono dalla Fsgc – negli organi della giustizia sportiva che procederanno inoltre all’accertamento delle condotte disciplinarmente rilevanti a carico di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda ed ancora in fase di accertamento». Un modo per dire: non è finita qui. Il Resto del Carlino