un “punto complicato”. Così giovedì in commissione Finanze, illustrando il Programma economico 2015, il segretario di Stato competente, Claudio Felici, ha definito la situazione della liquidità delle casse dello Stato.
E andando a leggere i dati, infatti, si scopre non solo che a fine maggio ha subito una riduzione del 14,45% rispetto allo stesso periodo del 2013, passando da circa 147 milioni di euro a meno di 125,8.
Anche che negli ultimi cinque anni il calo è del 62%, essendo passata dai quasi 331 milioni di euro del 2010 agli attuali 125,8. Dunque, si legge nel documento, “non sarà più sufficiente per far fronte agli impegni finanziari e al pagamento delle spese fisse ed obbligatorie, stipen- di e pensioni, contratti, rate di mutui”. Pertanto occorre “valutare con urgenza il ripristino dei depositi sia mediante assunzione di prestiti e aperture di credito, da valutare anche esterni al nostro sistema finanziario, in aggiunta ad una politica di riduzione della spesa pubblica e di incremento delle entrate pubbliche”.
Secondo i dati l’ente che ha subito la maggiore riduzione in termini di liquidità è proprio lo Stato, per il quale è calata di oltre il 26% quest’anno e di oltre il 74% dal 2010: al 31 maggio 2014 i depositi dello Stato ammontano così a 62,3 milioni di euro.
L’unica azienda pubblica che ha mantenuto un buon livello è quella per i Servizi (Aass). Dal punto di vista previsionale, si legge sempre nel Programma economico 2015, fino a fine anno “emergono forti criticità” tanto che “la consistenza di cassa dello Stato potrebbe esaurirsi completamente entro dicembre 2014”.
Certo durante il 2013 “una gestione finanziaria più efficace delle entrate e il contenimento delle spese ha permesso di mantenere la liquidità necessaria alla gestione degli impegni finanziari senza ricorrere all’accensione di prestiti e finanziamenti”.
Ed è stata creata la possibilità di “scaglionare, su base triennale, gli accantonamenti delle risultanze attive dei fondi pensione dell’esercizio 2012”.
Si legge nel documento presentato in Commissione: “i dati evidenziano che la liquidità di cassa dello Stato non sarà più sufficiente per far fronte agli impegni finanziari e al pagamento delle spese fisse ed obbligatorie (stipendi e pensioni, contratti, rate di mutui ecc.); sarà necessario pertanto valutare con urgenza il ripristino dei depositi sia mediante assunzione di prestiti e aperture di credito, da valutare anche esterni al nostro sistema finanziario, in aggiunta ad una politica di riduzione della spesa pubblica e di incremento delle entrate pubbliche”.
E infatti la legge di bilancio “autorizza il congresso di Stato a stipulare contratti di finanziamento con primari istituti di credito e enti del Settore pubblico allargato per sopperire alle momentanee deficienze di cassa”. (…) San Marino Oggi