San Marino. Come cambia la gendarmeria: arrivano i “tenenti”

stemma-gendarmeriaCon decreto legge del 17 agosto 2016 n.108 vengo apportate significative modifiche al regolamento della gendarmeria, che attraverso la relazione andiamo immediatamente ad analizzare. Tale decreto andrà nel Consiglio della prossima settimana e se dovesse raccogliere il sì del Parlamento diventerà legge.

Innanzitutto la proposta di modifica del regolamento della gendarmeria nasce dall’esigenza di rivedere l’assetto organizzativo del Corpo, alla luce delle numerose innovazioni normative intervenute negli ultimi anni e a seguito del percorso di trasparenza e legalità intrapreso dalla Repubblica di San Marino, nonché al fine di perseguire obiettivi di efficienza e razionalità tesi ad elevare i livelli di funzionalità degli uffici della gendarmeria, valorizzandone il ruolo propulsivo e di indirizzo anche in relazione alle problematiche emergenti di criminalità transnazionale e terrorismo internazionale. Si tratta chiaramente di una revisione parziale del regolamento, la quale si propone di formalizzare impegni professionali che nel corso del tempo la gendarmeria è andata assumendosi, senza però voler pregiudicare futuri progetti di una riforma organica del comparto della sicurezza sammarinese, progetti volti ad ottimizzare le competenze, a migliorare i meccanismi di coordinamento e ad armonizzare le discipline dei Corpi di polizia a diverso statuto militare o civile. Inoltre aspira a salvaguardare l’immagine e la dignità del Corpo nelle proiezioni internazionali, attraverso un modello organizzativo più aggiornato e la conseguente riqualificazione delle carriere, riqualificazione che, si sottolinea, rientrava tra gli obiettivi primari posti dall’Ordine del Giorno del Consiglio Grande e Generale approvato nella seduta del 30/04/2015 in funzione della nomina di Maurizio Faraone a Comandante della Gendarmeria.

Ciò premesso, con tale iniziativa si desidera disciplinare il riordino della struttura organizzativa e funzionale del Corpo della Gendarmeria in attuazione dell’Ordine del Giorno del Consiglio Grande e Generale approvato nella seduta del 30/0412015 e del Decreto Delegato 29 aprile 2015 n. 59 (Codice di Condotta per gli appartenenti ai Corpi di Polizia), nonché alla luce delle ulteriori innovazioni intervenute nella legislazione. In tale ottica, si interviene nella normativa vigente attraverso: la ridefinizione della struttura ordinativa e l’adeguamento dei compiti istituzionali, conferendo caratterizzazioni funzionali ai vari livelli gerarchici che evitino duplicazioni di attività, accrescendo le capacità operative dell’organizzazione, sia settoriale, che territoriale del Corpo e razionalizzando la catena di comando e di controllo riguardanti l’istituzione dei Reparti e degli Uffici in aggiunta ai Nuclei ed alle Brigate che già godono di riconoscimento giuridico ed in sostituzione delle Sezioni, che verrebbero abolite. Viene messa mano alle mansioni dell’Ufficiale Comandante e degli Ufficiali e vengono previste le figure professionali del gendarme ausiliario e dell’operatore amministrativo distaccato dalla P.A., per garantire continuità all’operatività del Corpo anche nei periodi di particolare impegno, sopperendo alle eventuali carenze di risorse umane.

Si è inoltre ritenuto di specificare nella proposta di legge solo l’organizzazione dei reparti, al fine di non dover ricorrere a pesanti interventi normativi ogni volta che sia necessario modificare l’assetto della struttura della gendarmeria nei livelli inferiori (ovvero Nuclei, Sezioni e Brigate). Ne consegue che il comandante specificherà funzioni e competenze di uffici e nuclei, tra i quali dovranno essere necessariamente istituiti: l’Ufficio Stranieri (già di fatto esistente e richiamato dalle leggi sugli stranieri e residenze); l’Ufficio Armi (già di fatto esistente e richiamato dalle leggi sulle armi); il Nucleo Antidroga Antisofisticazioni e Sanità (già legiferato dal Regolamento in vigore); il Nucleo Specializzato Patrimonio Artistico (richiamato in specifica Legge approvata in prima lettura dal Consiglio Grande e Generale).

Si arriva così alla parte più “succosa” del nuovo regolamento che riguarda l’adeguamento dei livelli gerarchici alla rilevanza delle funzioni di comando ed alle connesse responsabilità dirigenziali. Al riguardo nella relazione si sottolinea particolarmente la previsione imprescindibile degli ufficiali, necessaria, tra l’altro, per favorire una dignitosa equiparazione alle corrispondenti articolazioni dei Corpi di Polizia del circondario italiano, all’interno delle sempre più frequenti interazioni e collaborazioni. Ecco che cosa recita l’art. 12 della legge che si andrà a ratificare:
1. In deroga a quanto stabilito dall’articolo 13-bis della Legge 12 novembre 1987 n. 131, sono promossi ad Ufficiali, con il grado di Tenente, i militari che all’atto dell’entrata in vigore del presente decreto – legge ricoprano incarichi di servizio effettivo da almeno tre anni presso il Corpo della Gendarmeria con il grado di Maresciallo, che abbiano frequentato con profitto il Corso di Formazione per Ufficiali tenuto dal Comando Superiore delle Milizie e che non abbiano subito provvedimenti disciplinari ostativi.
2. In deroga a quanto stabilito dall’articolo 15 della Legge 12 novembre 1987 n. 131 e successive modifiche, sono promossi al grado di Maresciallo i militari che all’atto dell’entrata in vigore del presente decreto – legge prestino servizio effettivo presso il Corpo della Gendarmeria con il grado di Brigadiere e che non abbiano subito provvedimenti disciplinari ostativi.

Insieme ai “tenenti” viene ottimizzato anche il lavoro dei gendarmi attraverso l’istituzione di procedure atte a stimolare la crescita del livello qualitativo del servizio offerto ed a migliorare il rapporto con i cittadini attraverso l’adozione e la regolamentazione dei controlli dei requisiti attitudinali, professionali e di integrità, nonché degli strumenti di identificazione degli operatori (leggi nuovi tesserini) in linea con quanto specificatamente previsto dal citato codice di condotta per gli appartenenti ai Corpi di polizia.

La Tribuna.sm