“L’ha sempre piuvud, e piuvrà enca st’ann!” Ha sempre piovuto, pioverà anche quest’anno, diceva tempo addietro un vecchietto di Acquaviva che confidava nella saggezza della natura, capace sempre di ritrovare il suo equilibrio. Non poteva immaginare che i cambiamenti climatici, in atto nell’ultimo secolo, causati dai comportamenti dissennati dell’uomo, non solo avrebbero annullato i vecchi proverbi, ma avrebbero profondamente cambiato la faccia del pianeta.
Le indicazioni contenute nel sesto rapporto dell’Ipcc (il gruppo di scienziati esperti in cambiamento climatico) approvato dai 195 governi dell’Onu, reso noto la settimana scorsa, è una specie di codice rosso per l’umanità. Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di CO2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni. Negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l’aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai vista negli ultimi 3.000 anni. Sono alcune delle manifestazioni a cui assistiamo impotenti e spesso inconsapevolmente. Vanno aggiunti: l’estinzione di alcune specie, una maggiore diffusione delle malattie, l’innalzamento delle temperature, il collasso degli ecosistemi e altri possibili e diversi impatti climatici che diventeranno sempre più frequenti e devastanti nei prossimi 30 anni.
Nel nostro piccolo mondo fatto di comodità di ogni genere, il cui costo ambientale non abbiamo mai considerato, si comincia già a vedere quanto questi allarmi corrispondano a verità. Al di là del Po e della catena alpina piove da mesi e ci sono stati nubifragi di portata biblica; di qua del Po, sono mesi che non piove. Nelle regioni del centro-sud, campi e animali selvatici stanno boccheggiando per la grande sete e il caldo anomalo. Poi la stupidità umana ci aggiunge del suo: mentre le piante collassano per la mancanza di acqua, qualcuno pensa bene di appiccare il fuoco. Oltre 120 mila ettari di bosco bruciati in Italia in pochi giorni; poco meno in Grecia, circa 220 mila in Spagna, migliaia e migliaia di roghi, a dimostrazione che l’autocombustione è una sorta di favola metropolitana.
Oltre all’inquinamento persistente e progressivo, sono proprio i comportamenti umani a creare le condizioni perché il riscaldamento globale continui ad aumentare e, per contro, si verifichino eventi traumatici. Tutto ciò perché la temperatura media del pianeta è aumentata di 1,5 gradi. Il punto di non ritorno è fissato su 2 gradi in più rispetto all’epoca pre-industriale.
Per fortuna oggi possiamo contare sulla conoscenza dei fenomeni, sugli studi scientifici e sull’interessamento dei governi che hanno sottoscritto l’Agenda 2030, ovvero un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.
Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.
Questo programma non risolve tutti i problemi ma rappresenta una buona base comune da cui partire per costruire un mondo diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.
Viene considerata una “sfida globale” e come tale investe tutte le componenti sociali, cioè ciascun cittadino. Siamo arrivati a un punto tale che nessuno può potrà fare finta di niente ed è chiamato a dare il suo contributo. Così forse ritornerà a piovere come è sempre piovuto, per fare crescere i boschi e dissetare gli animali, senza fare danni agli uomini e alle loro case. In ogni caso, per il momento non piove. Bisognerà aspettare la settimana prossima. Forse…
a/f