Non volevo prendere posizione, influenzare più o meno pesantemente i sammarinesi chiamati ad esprimersi su un tema prettamente etico, legato alla morale del singolo, come il referendum sull’aborto. Ma quanto accaduto ieri mi ha fatto comprendere -con delusione peraltro!- che la campagna referendaria è immediatamente degenerata in guerra fra fazioni, come in qualunque campagna elettorale politica.
E allora, in questo “campo di battaglia”, ognuno ha il dovere di buttarsi non tanto per spingere l’elettore da una parte o dall’altra, ma per riportare il confronto -e quindi il voto- alla razionalità. Come avevo ricordato ieri, questo quesito verte su un dubbio prettamente etico, basato su una conclusione scientifica che, purtroppo, in maniera univoca e chiara non è ancora arrivata, almeno per quanto attiene le prime fasi di sviluppo dell’embrione, del feto. La scienza non sa dirci con certezza, infatti, se e fino a quando il feto è un insignificante ed incosciente agglomerato di cellule o un essere umano a tutti gli effetti. Avendo una risposta certa a questo dubbio schierarsi per il sì o per il no sarebbe semplicissimo.
Ma il quesito referendario sammarinese va oltre al semplice sì o no all’aborto entro un certo limite temporale di sviluppo dell’embrione o del feto. Leggiamo insieme il quesito: “Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la 12a settimana di gestazione, e ANCHE SUCCESSIVAMENTE se vi sia il pericolo per la vita della donna o se vi SIANO ANOMALIE E MALFORMAZIONI del feto che comportino GRAVE RISCHIO per la salute fisica o PSICOLOGICA della donna?”.
Volete che sia consentita, oltre all’aborto inteso nella forma -diciamo- classica, ovvero entro il terzo mese di gestazione, che in qualunque momento, teoricamente fino al nono mese (il quesito non specifica se non con un “successivamente” che non pone limite temporale alcuno), in caso di anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute anche solo psicologica della donna, l’interruzione della gravidanza e, quindi, la soppressione del feto?
Quindi, un feto al quarto, quinto, sesto mese è un essere umano o un agglomerato di cellule? Se per le prime fasi di sviluppo la scienza è divisa, nelle fasi avanzate della gravidanza è pressochè unanime nel riconoscere che il feto sogna, soffre, vive… Ma in tal caso, se la soppressione termina la vita di un essere umano è aborto o omicidio?
Negli ultimi giorni, dicevo -ed è ciò che mi ha indotto a tornare sull’argomento-, la Repubblica è diventata un “campo di battaglia”. La prima “cannonata” l’ha “sparata” il comitato “Uno di Noi” con un manifesto vergognoso, lesivo di una categoria dei diversamente abili oltre che definirlo di cattivo gusto sarebbe anche troppo generoso.
Non poteva mancare il contrattacco di chi è apertamente schierato per il sì. Ed è arrivato prontamente via social: “mitragliate” di sdegno (peraltro comprensibile e giustificato) in tutela di quella categoria di diversamente abili strumentalizzata nel manifesto affisso dal comitato “Uno di Noi”.
Ma, c’è un ma… Come è possibile sdegnarsi per un manifesto davvero brutto e ignorare che qualcuno, attraverso un referendum “mascherato” da semplice quesito sulla legalizzazione o meno dell’aborto, tenti di introdurre una “selezione” che oltre un certo limite renderebbe legale e possibile estirpare dal grembo materno, quindi sopprimere un feto soltanto se “anormale o malformato” qualora ciò provochi un serio stress alla madre?
Quindi, anche alla luce di questa parentesi di irrazionalità, l’auspicio è che ogni sammarinese si applichi per comprendere appieno le conseguenze, le modifiche legislative che il quesito va ad introdurre e che vanno ben oltre l’idea comune di aborto mirando a legalizzare -in maniera per certi versi subdola- una palese discriminazione fra, ad esempio, futuri bimbi normodotati da futuri bimbi diversamente abili. Con, i secondi, estirpabili dal grembo materno perchè imperfetti.
Mi ricorda tanto, questo, l’eugenetica nazista che vide l’uccisione di 70mila e la sterilizzazione di oltre 400mila persone diversamente abili, ebrei, zingari e altri… Gli “unwertes Leben“, categorie a cui si voleva impedire di riprodursi in un piano di selezione della razza pura…
Enrico Lazzari