San Marino. Canti sull’emergenza rifiuti: emerge nuovo caso (articolo completo)

 

Stefano Canti (Dc): “A Rimini va in scena Ecomondo, noi siamo invece alle prese con un secondo caso di potenziale rischio ambientale di cui nessuno parla. Mi riferisco al capannone nei pressi della mensa di Faetano che è nelle stesse condizioni di quello che era di Beccari e dove un’altra azienda fallita ha accumulato dei rifiuti”.

L’emergenza rifiuti non è un fuoco di paglia ma un vero e proprio incendio che rischia di propagarsi in Repubblica speriamo solo in senso metaforico. Ma che il problema sia fuori controllo è orami un dato di fatto. Per il momento si è parlato ‘soltanto’ del degrado in cui versa la zona nei pressi del capannone ex Beccari, infestata di rifiuti potenzialmente pericolosi e ratti. Se ne è parlato ma senza trovare di fatto una soluzione. Non si parla invece di un altro capannone, nei pressi della mensa di Faetano ma anch’esso sarebbe pieno di rifiuti, altro frutto avvelenato del fallimento di una ditta che avrebbe dovuto occuparsi del loro smaltimento. Siamo dunque di fronte ad una gestione pienamente fallimentare dalla quale si dovrà voltare pagina. Di qui la serie di proposte dell’esponente della Dc Stefano Canti, instancabile nel denunciare l’infinità di anomalie della Repubblica. “Mi preme tornare sulla questione dei rifiuti – ha detto Canti – San Marino, al pari dell’Italia, si è dotato di un proprio codice ambientale che è il decreto 44 del 2012, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, a differenza di quello italiano però, il codice non ha incluso la responsabilità estesa del produttore. Mi spiego: per completare il ciclo produttivo dello smaltimento del rifiuto dal momento in cui viene prodotto al momento in cui viene definitivamente smaltito, in Italia all’atto finale è prevista una certificazione di smaltimento che l’impianto finale comunica direttamente al produttore. Questo purtroppo a San Marino non è previsto e il mio suggerimento è che il codice venga rivisto e si provveda a colmare questa lacuna che getta le premesse per quanto sta accadendo in Repubblica”.

Il problema originerebbe dal fatto che il produttore del rifiuto non ne è più responsabile dal momento della consegna al ge- store intermedio, ciò aprirebbe la strada al rischio di rivolgersi a ditte con prezzi anche molto concorrenziali che poi spesso sono destinate al fallimento. Di qui le proposte, frutto dell’analisi della realtà, avanzate da Canti: “Sarebbe opportuno fossero imposte delle fideiussioni agli impianti intermedi, per non trovarsi nella situazione di oggi dove abbiamo un produttore intermedio, Beccari che non riesce a smaltire il suo rifiuto perché l’azienda è fallita, se noi nel momento in cui viene costituita una società chiediamo una fideiussione, lo Stato ha l’opportunità di riscattare quella fideiussione. C’è poi un’altra proposta ed è il fatto che oggi non c’è una tempistica entro la quale alle imprese venga imposto un termine per evitare che lo smaltimento si accumuli nel rispettivo magazzino e a mio avviso è ciò che manca. Infine ritengo importantissimo sottoscrivere altri accordi con le regioni limitrofe per lo smaltimento dei rifiuti nel mo- mento in cui San Marino non riesce a farlo da solo”.

A Rimini – ha concluso Canti -va in scena Ecomondo, noi siamo invece alle prese con un secondo caso di potenziale rischio ambientale di cui nessuno parla. Mi riferisco al capannone nei pressi della mensa di Faetano che è nelle stesse condizioni di quello che era di Beccari e dove un’altra azienda fallita ha accumulato dei rifiuti”. “Ma Michelotti – è la domanda di Canti – che si è sempre prodigato come paladino a difesa dell’ambiente, del territorio, perché queste situazioni non le ha prese in mano proponendo dei provvedimenti”?

La Repubblica