San Marino. Cara Laura Franciosi, certe “bassezze” si sanano solo con dignitose scuse corredate da solerti dimissioni

 

“Che figata sentirsi altissime… Grazie Ministro grazie”.

Una frase che, di per sé, non avrebbe nulla di equivoco. Ma, se la stessa frase, venisse “stampata”, pur corredata dallo smile divertito ad evidenziare che vuole essere pura ironia, su una immagine del Ministro italiano Renato Brunetta, sarebbe innocente e non offensiva ironia?

No. Non potrebbe esserlo. Per un motivo semplicissimo: il tutto è incentrato su una “diversità” del soggetto a cui è indirizzata, ovvero la sua bassa statura. Il protagonista, Brunetta appunto, dall’alto della sua intelligenza, non si sarà certo offeso, forse, addirittura, gli sarà uscita anche una piccola risata.

Del resto, chi, in questa non certo gratificante vicenda, ha evidenziato una certa bassezza, non sembra essere il Ministro, ma tal “l_a_u_1974” (questo il suo account Instagram), nella vita reale Laura Franciosi, come lei stessa evidenzia nel suo profilo Facebook, nientemeno che “Senior press officier presso il Congresso di Stato della Repubblica di San Marino”.

La “storia” Instagram si è rivelata ben presto un “tornado”. Nell’era del politically correct non poteva certo passare inosservata.

Chi perchè realmente infastidito dal cattivo gusto di questa ironia, chi per “armare” il suo cannone con un altro proiettile da sparare contro il governo, ha espresso pubblicamente il suo disgusto. E, sul Titano, il semplice post social è ben presto diventato un caso politico, portato addirittura in Commissione Esteri da uno scandalizzato Nicola Renzi di Repubblica Futura. “Non voglio buttare la pietra addosso a nessuno -avrebbe dichiarato-, so che la persona coinvolta è una professionista affermata, ma quella che potrebbe sembrare una leggerezza, non lo è, è molto peggio…”. Bhe, alla fine, più che una pietra -se non altro per l’autorevolezza della sede istituzionale in cui è stato lanciato- Renzi ha staccato un “macigno”…

Ci stiamo battendo da anni -scrive invece Giordano Zonzini- per accettare quelle che comunemente, fino a qualche tempo fa, venivano considerate diversità”. “La società -ha aggiunto- deve continuare a battersi contro queste vili forme di razzismo espresse per mezzo social”, ha rincarato per poi evidenziare quello che -ed è parere condiviso- dovrebbe essere il naturale epilogo: “Io non ci sto. Da libero professionista, che regolarmente versa migliaia di euro in tasse, chiedo le dimissioni immediate di questo soggetto”.
Mi rifiuto -conclude- di continuare a contribuire allo stipendio della signora”.

Ora, appioppare responsabilità all’esecutivo è senza dubbio assurdo. Ma, al tempo stesso, il governo non può far finta di nulla. E non basteranno scuse pubbliche di colei che è al centro di questa vicenda, da lei stessa -e solo da lei- generata.
Ne va dell’immagine dell’intero esecutivo. E, con esso, del prestigio dell’intera Repubblica.

Al tempo stesso, sarebbe un gesto di grande dignità, per la Franciosi, corredare le sue doverose scuse con un atto netto e chiaro: le sue dimissioni dall’incarico. Perchè tutti possono “inciampare” e “cadere”… ma quel che poi conta è il modo in cui si tenta di rialzarsi.

Enrico Lazzari