La Dc ha appena spento 68 candeline. Secondo molti è con le spalle al muro in previsione della prossima legislatura, secondo altri alla fine riuscirà a mantenere la posizione di governo e la sua centralità. Lei come la vede?
“Non mi interessa in questo momento pensare a domani, ma a quello che serve oggi, perché le emergenze sono tante. La Dc ha le idee chiare su come risolverle, abbiamo lanciato tante proposte sulle riforme economiche che servono, penso in materia di lavoro, a un nuovo Piano Regolatore, alle semplificazioni burocratiche, agli incentivi a chi si vuole spostare a San Marino, alle Infrastrutture in ambito tecnologico. Vedere venerdì sera una sala piena, con più di 400 persone nonostante tutte le difficoltà che stiamo affrontando è un segnale che ci dà entusiasmo ma questo va ripagato, anche con maggior coraggio e decisione sulle scelte che il paese deve fare, alcune ferme da troppo tempo. Sono ottimista quindi, perché dall’altro lato la disgregazione della maggior parte delle forze politiche è un dato di fatto”.
In realtà, almeno a parole, diverse forze politiche si stanno compattando nel non voler essere vostre alleate. Non ha paura che la Dc resti isolata?
“Che lo facciano. Poi vedremo i risultati. Mi sono confrontato con più persone su questa ipotesi. Un governo con l’unico intento di mandare all’opposizione la Dc potrebbe essere una nostra grande fortuna. La gente ha paura di queste ammucchiate. Noi invece sono certo che alle prossime elezioni ci presenteremo con un’arma in più, che saranno tanti nuovi volti e giovani pronti a mettersi in campo. Ed è questa la nostra più grande forza: a differenza della maggior parte delle forze politiche che tolti uno due leader non esisterebbero neanche, noi abbiamo un vivaio pronto ad assumersi delle responsabilità importanti. Sul fronte alleanze credo che non si debba escludere nessuno. Noi non abbiamo preclusioni, abbiamo obiettivi molto chiari. Chi ci sta a realizzarli con noi è ben accetto e saremo sicuramente pronti a confrontarci”.
Come lei anche i suoi dirigenti recentemente hanno affermato che tanti giovani si sono avvicinati al partito. Se è così, perché a parte lei e pochi altri non ci sono giovani “in prima linea”?
“La politica non è solo prima linea come la definite voi ma anzi questa è servizio, servizio che parte dal basso. Io ho iniziato neanche diciottenne da semplice militante e a ventuno anni ho avuto la fiducia di tanti cittadini per andare a ricoprire il ruolo di Consigliere. Ma come me ci sono tanti giovani pronti a fare questo passo e ad assumere responsabilità. Abbiamo in questi anni costruito una squadra che sorprenderà tanti nel prossimo futuro a partire dalle prossime elezioni. Sono sicuro che tanti giovani si candideranno e sono anche convinto che molti democristiani daranno fiducia ai nuovi giovani perché la voglia di cambiamento è tanta in questo momento. Anzi lo spero proprio e mi auguro che sia così. Il partito ha bisogno di volti nuovi, specie in Consiglio Grande e Generale. Mi ha sorpreso molto positivamente anche venerdì all’ultimo tesseramento vedere nuovi giovani, anche di 18-19 anni venire e chiedere di poter dare il loro contributo nei giovani Dc. Questo dà una grande forza perché per ognuno che ha passione e voglia le occasioni ci sono. Penso già a chi oggi under 30 ha ruoli in Segreterie di Stato, Giunte di Castello, Commissioni, ma anche all’interno della società civile”.
Parliamo di oggi. Questa legislatura quanto durerà ancora?
“Sento molti legare la durata della legislatura all’esito dei referendum. Non credo sia così invece. L’esito dei referendum inciderà non sugli equilibri politici ma su ogni sammarinese e sul suo futuro, in particolare quelli di natura economica. Basti guardare cosa ha comportato l’esito del referendum sulla libera professione, dove se oggi tornassimo a votare il risultato sarebbe completamente diverso. Tornando alla domanda, non credo che si andrà a votare quest’anno, ma potrebbero esserci anche sorprese. In ogni caso al paese serve un governo operativo e che decida, quindi la durata della legislatura dipenderà anche dalla capacità di portare a compimento riforme importanti e opere infrastrutturali”.
Ha accennato ai referendum del 15 maggio. Sa già cosa voterà?
“Certo. Credo che ognuno di questi referendum sia stato presentato non nell’interesse dei cittadini ma solo come occasione politica per qualcuno, quindi voterò No a tutti i quesiti.
Sul polo del lusso mi ha sorpreso come alla trasmissione di Smtv Carte Scoperte di febbraio in un faccia a faccia con me, Roberto Ciavatta di Rete non sia riuscito in nessun modo a spiegare la sua contrarietà. Lo stesso avviene con chiunque con cui parli di questa iniziativa. La scelta è molto semplice ma sostanzialmente sta nel decidere se vogliamo o meno dare un impulso o una scossa alla nostra economia in un momento di crisi. Per me è un’opportunità importante.
Sulla preferenza unica sono contrario perché la proposta chiede di equiparare il voto dei sammarinesi residenti con i sammarinesi residenti all’estero e questo non è giusto. Chi vive ogni giorno il paese non può votare un’unica preferenza come una persona che non conosce le nostre dinamiche. Inoltre con questa possibilità si rischierebbero molte distorsioni. Ricordo che oggi i sammarinesi residenti votano tre preferenze, mentre i sammarinesi residenti all’estero non votano la preferenza ma solo la lista.
Sul quesito invece che chiede di mettere un tetto massimo ai dipendenti della Pa allargata di 100.000 euro lordi (circa 75.000-80.000 netti) questo provvedimento tocca al massimo 15/20 figure e il risparmio è minimo. Vogliamo tagliare dove veramente serve? I provvedimenti sono altri. Non mi fa paura pagare chi ha responsabilità anche molto, solo se però dà dei risultati positivi alla collettività. Sono quindi favorevole a legare gli stipendi a parametri economici predeterminati.
L’ultimo referendum sul quorum mi vede contrario perché in ogni caso su decisioni così importanti come i referendum serve un ampia rappresentanza della popolazione”.
Veniamo all’attualità. L’argomento della settimana è certamente quello dell’arrivo di qualche profugo sul Titano. Qual è la sua opinione?
“È una polemica nata senza ragioni perché le tante voci messe in giro erano tutte false e strumentali. Arriveranno entro il mese 4 profughi a Borgo, ospitati dalla Caritas e alcune famiglie con le proprie risorse. Vorrei che ci fosse molta chiarezza però: lo stato di San Marino non aprirà le porte ai profughi”.
Invece dell’operazione a tappeto della Gdf che ne pensa? È soddisfatto della reazione del governo?
“È un attacco inaccettabile, che oggi porta San Marino indietro di anni a livello di immagine. Serve subito una risposta pronta. Bene l’incontro richiesto dal governo e la posizione della Commissione Esteri ma abbiamo migliaia di cittadini sammarinesi disorientati e qui si il Governo deve fare di più e dare delle certezze. Faccio un esempio: da giovane tirocinante avvocato in studio abbiamo esaminato diverse pratiche e a tutti ovviamente abbiamo consigliato di rispondere ai questionari allegando più documenti possibili per dimostrare l’effettiva residenza a San Marino prima del 2014, per evitare di subire ulteriori accertamenti. Ma l’aspetto politico è molto diverso. Ci troviamo molto vicini alla scadenza che la Guardia di Finanza ha imposto ai nostri cittadini per rispondere, ovvero 20 giorni. Il governo dovrebbe uscire pubblicamente e prendere una posizione sul cosa fare. Mi immagino ad esempio un intervista in televisione dove si dica se rispondere o meno a questi questionari, dando certezze e aggiornamenti sulla trattativa con Roma perché questa indagine è solo un attacco frontale contro la Repubblica e mi auguro che tutto si risolva in una bolla di sapone altrimenti le conseguenze dovranno essere forti. Vedo che ad esempio appena si toccano i frontalieri l’Italia scatta… Adesso sta a noi alzare la testa ed essere molto uniti in questo”.
La Tribuna