In questo clima da campagna elettorale si tende a minimizzare ciò che accade in Carisp ma la confusione regna realmente sovrana. E se nessuno volentieri parla di quel malato tenuto in vita artificialmente dallo Stato, i due milioni al mese di perdite si ‘sentono’ lo stesso. Li vivono sulla propria pelle i dipendenti, terrorizzati di perdere il lavoro. E così restano pure loro in silenzio, nella speranza di guadagnare magari qualche altro mese di contratto. Questo perché nessuno si assume la responsabilità di decisioni definitive, tutti stanno alla finestra, timorosi magari di indispettire gli elettori e in attesa dell’8 dicembre, continuando nel frattempo a rimandare. Le uniche scelte che sarebbero state prese, tanto per battere un colpo, riguardano la cassa integrazione a turni per alcuni dipendenti. Scelta che ha fatto parecchio discutere e che obiettivamente lascia abbastanza di stucco. A tal proposito abbiamo sentito il segretario della Csdl Giuliano Tamagnini che ha detto: “Ci sono problemi la cui soluzione non è più procrastinabile, inutile pensare ai tagli se non si sa nemmeno quale strada intraprendere. Io penso che ci siano da prendere delle decisioni anche gravi e che sia inutile continuare a rimandare. Quella di far passare le elezioni è una decisione decisamente pilatesca. Certo io credo che il governo che è andato a casa meritava di andarci prima visto il macello di questi anni e l’incapacità di gestire problemi determinati anche dai passati governi. Per il futuro l’auspicio non può che essere un governo che sia ampiamente rappresentativo anche se le dichiarazioni dopo la chiusura del tavolo istituzionale danno la misura di come qualcuno abbia male interpretato il nostro contributo arrivando a definirlo antidemocratico. A questo punto faccio un passo indietro, se il confronto è considerato lesivo dei diritti, ai parlamentari il palazzo a noi la piazza. Comunque a proposito di confronto devo dire che del piano industriale di Carisp non abbiamo visto nemmeno l’ombra”. C’è dunque solo da sperare che il governo che succederà a quello di tre anni di disastri trovi il coraggio di metter mano ai problemi e risolverli una volta e per tutte. Quanto spende oggi Carisp in consulenze? Ma certo lo sguardo deve ampliarsi a tutto il sistema bancario e alle tante questioni ancora irrisolte perché con i problemi il bagnomaria peggiora soltanto la situazione. Abbiamo così sentito una certa forza politica scagliarsi con forza contro la legge salvabanche e la soluzione per Cis. Non una parola invece sulla procedura che riguarda Asset, istituto fatto chiudere illegittimamente e dove ben informati parlano di costi ben più ingenti. Pur essendo citato nelle carte del giudice Morsiani il Commissario Roberto Venturini starebbe infatti ancora operando all’interno dell’istituto con compensi sproporzionati se paragonati a quelli percepiti dal commissario di Bns. E ciò grazie ad una delibera che si deve– guarda il caso – agli ex vertici (evidentemente intoccabili per qualcuno) di Bcsm. Da noi contattata per verificare l’entità dei numeri il presidente di Bcsm Catia Tomasetti ha risposto: “per ragioni legate a segreto d’ufficio e riservatezza non posso rispondere alla sua domanda ma le anticipo che è allo studio del Condir la pubblicazione a breve di tutti i dati che riguardano le procedure in corso, laddove ciò non sarà possibile legalmente ci attiveremo per richiedere le dovute autorizzazioni. Si sta lavorando con l’obiettivo della piena trasparenza”. Vedremo allora se i ‘sospetti’ saranno confermati. E resteremo in attesa che si ponga fine a questo grande scandalo i cui protagonisti sembrano continuare ad agire praticamente indisturbati.
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