San Marino. Carisp e il Vento del cambiamento … di Alberto Forcellini

Una bella notizia, dal punto di vista giornalistico, non è mai appetibile quanto una brutta notizia. Eppure, le notizie che oggi si rincorrono su Cassa di Risparmio, dovrebbero inorgoglire tutti e, in un momento così difficile economicamente, dovrebbero mandare un messaggio di rinnovata fiducia. Cassa di Risparmio è risanata: così il nuovo amministratore delegato Gianfranco Vento, nominato il 30 giugno scorso, che in appena sei mesi ha tracciato il nuovo corso.

Ben diversa figura da quel Fabio Zanotti, nominato dal governo Adesso.sm, che dopo aver fatto lavare i panni sporchi all’indimenticabile Nicolino Romito con il famoso bilancio di meno 534 milioni di euro, chiama appunto il sammarinese Zanotti da Banca Centrale per rilanciare quella che era stata la prima banca della Repubblica, nel frattempo diventata banca di Stato. Scelte assolutamente incomprensibili, all’epoca, divenute comprensibili solo dopo la Relazione della Commissione d’inchiesta. Fabio Zanotti era l’uomo giusto, al momento giusto, per il progetto della “cricca”.  Le cronache degli anni 2018/2019 raccontano che non aveva le competenze per gestire la Cassa, che si era circondato di tantissime consulenze inutili, che si pagava il caffè al bar con la carta di credito aziendale, che invece di rilanciare l’istituto di credito, aveva chiuso ilo suo primo bilancio con 39 milioni di perdita. Poi, alla chetichella, aveva messo in vendita gli NPL, spalleggiato del governo di Celli & Co, mettendo nel pacchetto anche i crediti presso le ASL italiane, che non erano debiti, ma investimenti che fruttavano anche l’8 per cento di interesse, che è tantissimo. Invece sono stati svenduti anche quelli, per un totale di oltre 2 miliardi di euro messi sul mercato al 7,5 per cento, cioè niente. Il debito rimasto, nonostante la potente svalutazione già avvenuta con il bilancio 2016, è andato a ricadere tutto sulla testa dei cittadini. Alla fine di quell’immensa operazione, in Cassa è rimasto un pugno di noccioline.

Ma Zanotti, in quota RF, non poteva essere sfiduciato, e allora si fa dimettere l’intero CdA, a fine maggio 2019, nel bel mezzo della tempesta su banca CIS. Ma anche la nuova governance non è mai riuscita ad uscire dalla palude che era stata creata. L’unico intervento, a fine 2019, mentre stava entrando il nuovo governo, è stato chiudere diverse filiali, senza portare alcun reale beneficio nei conti. La pesante eredità montepaschiana, frutto del governo di Adesso.sm, sarebbe rimasta sul groppone del bilancio dello Stato per altri 25 anni. Questa è cronaca, pura cronaca, che non ha bisogno di commenti. Basti solo che ricordare che tanti sammarinesi, sfiduciati, hanno fatto le corse per portare i loro risparmi fuori confine.

Poi è arrivato Gianfranco Vento e, in omaggio al suo nome, ha portato davvero un’aria nuova. Il suo primo approccio con San Marino era avvenuto nel 2016, in seguito al bando di selezione per la scelta del nuovo presidente di Banca Centrale. Una selezione ancora dai tratti oscuri, perché a personaggi come Vento si preferì Wafik Grais, che non parlava neanche l’italiano. Misteri della politica sammarinese. Vento fu nominato dalle allora opposizioni in veste di consigliere nel Cda di Fabio Zanotti, ma fu sempre in contrasto con quella dirigenza. Tanto che, nella stagione della vendita degli NPL, fu estromesso in favore di una delegazione ristretta del CdA incaricata di procedere più celermente alla soluzione.

Poi le cose cambiano e Gianfranco Vento, da fine giugno 2020 può finalmente dimostrare ciò che sa fare. Il suo primo intervento è sulle spese di gestione: un milione risparmiato già nei primi mesi, una raccolta che torna sul miliardo di euro. Poi gli interventi strutturali, anche con l’aiuto della politica. Con l’operazione fatta nella legge di bilancio, lo Stato ha sostituito l’attivo infruttifero pari a oltre 450 milioni con un titolo di Stato irredimibile di pari valore. Cassa di Risparmio potrà utilizzare questo titolo come sottostante ad operazioni di Pronti Contro Termine o come volano per produrre reddito. Il risultato sarà un bilancio di Cassa vicino al pareggio senza ulteriori perdite d’esercizi. Il che significa, drastica riduzione delle spese per il famoso 5 ter, quindi un sollievo per le pubbliche casse. Nel frattempo, Vento e il suo CdA continuano a lavorare anche sull’interno di Cassa, sempre nell’ottica di risparmi di gestione e al contempo per la costruzione di una nuova immagine, che esalti i punti di forza e porti nuove attenzioni da parte di investitori e imprenditori. Sembra quasi banale, ma ci sono davvero tutti gli ingredienti per arrivare ad una stagione ben diversa da quella della “cricca”. E questo, nonostante il Covid.

a/f