La Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.a. comunica quanto segue:
“Con riferimento all’articolo comparso in data odierna sul Sole 24 Ore a
firma Stefano Elli, si intende fare chiarezza riguardo ai “15 milioni di consulenze
versati in Lussemburgo” .In realtà dei 15 milioni ne sono stati pagati solo 11 milioni e tutti sono stati
versati da CRSM sul conto corrente che SOPAF aveva aperto presso CRSM stessa.I movimenti successivi, disposti da SOPAF sul proprio c/c, sono stati
esaminati ed acquisiti nell’ambito dell’inchiesta in corso dalle competenti
Autorità Sammarinesi, Magistratura e Commissione Parlamentare d’Inchiesta,
che stanno rivisitando l’intera vicenda.Nessun “versamento” quindi, come impropriamente riportato nell’articolo
in argomento, e’ stato effettuato da CRSM in Lussemburgo.”Ringraziamo per l’attenzione e porgiamo i migliori saluti.
Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”
LIBERTAS.SM aveva scritto, in maniera non corretta:
‘‘Sulla vicenda Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino e Sopaf, in merito al prezzo della azioni della controllata Delta, ieri si è avuto notizia dello sviluppo di un procedimento giudiziario per corruzione presso il Tribunale di San Marino (Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino). Oggi un trafiletto di Stefano Elli su IlSole24Ore
Titolo: Inchieste. Il maxi esborso a Sopaf /Delta, 10 indagati dell’ex Cda Carism
(…) Un’iniziativa accompagnata da una richieste di assistenza giudiziaria rivolte alle autorità lussemburghesi.
(…) Da una parte la Sopaf della famiglia Magnoni (indagata a Milano per una serie di presunte truffe ad enti previdenziali) e dall’altra il defunto Mario Fantini e altri manager fondatori del gruppo Delta (sotto processo a Forlì per riciclaggio). La diatriba tra le due fazioni sfociò nel luglio del 2009 nell’acquisto da parte della Cassa di risparmio sammarinese della quota di Delta detenuta da Sopaf (il 15,9%). Ed propriosulla cifra sborsata dalla Cassa che il commissario della legge, Laura Di Bona, vuole vederci chiaro. Sì perché a fronte di una perizia redatta da una consulenza tecnicacommissionata dal Tribunale del Titano che assegnava al pacchetto Delta un valore che si aggirava tra i 15 e i 22 milioni di euro, la Cassa decise di sborsarne 55, più 15 milioni di consulenze versate in Lussemburgo. (…) Peraltro il percorso del denaro era già stato tracciato da un’altra inchiesta del pm milanese Gaetano Rutache proprio di quei soldi aveva individuato porti di partenza e approdi.