Proseguono a spron battuto le indagini sul cosiddetto caso Carisp, fascicolo in mano alla professoressa Laura Di Bona. Indagine aperta anche presso la Procura di Milano proprio quando il commissario della legge sammarinese ha inviato una rogatoria internazionale ai colleghi italiani.
Da quella richiesta, che mirava a fare luce sulla “controversa cessione della partecipazione di Sopaf in Delta”, come scrive lo stesso pubblico ministero, Gaetano Ruta, ha avuto origine l’accertamento dei movimenti di denaro dei fratelli Magnoni e non solo, che ha portato a scoprire una serie di versamenti considerati dai magistrati lombardi “privi di giustificazioni economiche”.
Elementi contenuti nell’ordinanza che ha portato in carcere cinque componenti della famiglia Magnoni, che a vario titolo controllava la Sopaf Spa, insieme ad altre 15 persone. Gravissime le accuse, che vanno dall’associazione a delinquere alla bancarotta fraudolenta, dalla frode fiscale alla truffa aggravata, dal riciclaggio all’appropriazione indebita.
E’ proprio in questa indagine che si intrecciano gli interessi dei due tribunali. Il giudice di Bona, come ormai noto, ha diviso in due tronconi l’indagine: separando il reato di “amministrazione infedele”, per la plusvalenza delle azioni acquistate dalla Cassa di Risparmio impegnando alme- no 35 milioni di euro in più rispetto al valore stimato, e per quella somma di 15 milioni di euro per una non ben identificata consulenza.
Per questo sono stati inviati avvisi di garanzia ai componenti del consiglio di amministrazione della Cassa alla data del 31 luglio 2009, quando è stato sottoscritto un accordo che avrebbe dovuto comporre “le controversie esistenti o potenziali relative a Delta SpA”, come si legge nel documento.
La seconda tranche dell’indagine del commissario Di Bona, si riferisce al presunto reato di corruzione – fascicolo questo aperto contro ignoti – che mira a ricostruire il percorso del denaro versato. Dalle prime verifiche, eseguite dalla Guardia di Finanza su incarico del pubblico ministero, Gaetano Ruta, quell’enorme flusso di denaro è uscito dal conto corrente della Sopaf acceso presso la Cassa di Risparmio e transitato su alcuni conti correnti in diverse banche italiane. Di lì, quei denari sono stati trasferiti, attraverso numerose operazioni, sui conti di società con sede all’estero.
Ma chi sono i beneficiari finali? Fra loro ci sono sammarinesi? Aspetti questi che dovranno essere chiariti. La novità sta nel fatto che per gennaio sono stati convocati numerosi testi. Tra cui gli ex vertici di Bcsm Stefano Caringi, Biagio Bossone e Luca Papi, attesi dunque a deporre nel procedimento sammarinese. Ci sarà anche spazio per Clelio Galassi, Tito Masi, Claudio Patalano, Giuseppe Iannaccone, Renzo Costi, Marco Lamandini, Giuseppe Lusignani.
Qualche avvocato suggerisce maliziosamente come sia possibile che alcuni nomi non presenti nella lista testi, possano però finire successivamen- te in quella degli indagati. Staremo a vedere.
David Oddone