La notizia è esplosa come una bomba: dal prossimo 1 ottobre, gli italiani vedranno aumentare le bollette fino a 400 euro all’anno per la luce e di almeno 100 euro per il gas. Il rincaro arriva dopo un aumento del 17 per cento già avvenuto ad inizio anno. Perché questi aumenti? Innanzitutto, il mercato dell’energia sta registrando un trend al rialzo dei prezzi di gas ed energia elettrica, che dallo scorso luglio ha assunto livelli record. Tra le cause, vanno considerate l’ascesa dei prezzi delle materie prime dovuta alla ripresa economica su scala globale e le ridotte forniture di gas, in particolare quelle dalla Russia. Ma tra i motivi di questa impennata c’è anche la crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, definiti dall’acronimo Ets (Emission Trading Scheme).
La politica chiama in causa l’arretratezza tecnologica e i rallentamenti sulla transizione ecologica dell’economia. In pratica, temi che si riferiscono alla conversione delle industrie inquinanti, all’efficientamento energetico degli edifici, alle infrastrutture per le energie rinnovabili, all’economia circolare e a una mobilità sostenibile, accessibile e capillare. Tutti d’accordo nell’affermare che occorre interrompere la dipendenza del Paese dai combustibili fossili e puntare a raggiungere l’alimentazione energetica con fonti al 100 per cento rinnovabili.
Considerazioni che si possono traslare pari, pari anche a San Marino, che acquista dall’Italia tutto il suo fabbisogno di energia elettrica e di gas metano. Difficilmente esportabili, invece, i ragionamenti, sulla necessità di una riconversione nucleare dell’approvvigionamento energetico. L’Italia è l’unico paese del G8 che non si avvale dell’energia atomica, nonostante i passi in avanti fatti in questo settore in termini di sicurezza. Pesa sulla scelta il referendum abrogativo del 2011, con cui sono state abrogate alcune disposizioni concepite per agevolare l’insediamento delle centrali nucleari. Molti italiani la pensano ancora così, nonostante le difficoltà odierne. Ma il dibattito si è già aperto sia in Parlamento, sia nel Consiglio dei Ministri.
È in queste sedi, tra l’altro, che è stato avviato anche il dibattito su come alleggerire le bollette e dare seguito alla promessa di Draghi: è tempo di dare i soldi, non di prenderli. Le soluzioni indicate in questa prima fase vanno dal bonus automatico per le famiglie a basso reddito alla riduzione della fiscalità sulle bollette (che è piuttosto pesante).
L’aspetto fiscale, a San Marino, è indubbiamente più leggero, anche se sulla bolletta della luce insiste la tariffa per i rifiuti solidi urbani (calcolata in percentuale sul consumo); mentre la bolletta del gas non ha l’aggravio di altre tariffe. È uno degli aspetti che pone qualche privilegio rispetto ai cittadini italiani. Ma vediamo il volume dei consumi.
Gas: nel 2020 sono stati distribuiti da AASS 48 milioni di Sm3 di gas naturale e ne sono stati commercializzati quasi 37 milioni di Sm3 su 18.200 clienti. Sm3 (Standard Metro Cubo) è l’unità di misura per individuare la quantità di gas presente, in condizioni standard di pressione e temperatura, all’interno di un metro cubo di materia prima.
Energia elettrica: ci sono due linee di alta tensione che alimentano le sottostazioni di Cailungo e Rovereta; da qui si diramano le linee di distribuzione a media tensione che alimentano 307 cabine attraverso una rete lunga 230 chilometri, per servire 23.300 clienti.
Sono numeri importanti, anche per un territorio piccolo come quello sammarinese, che però è fortemente urbanizzato e altrettanto fortemente industrializzato. I consumi sono ovviamente cresciuti in proporzione allo sviluppo del territorio avvenuto negli ultimi decenni.
Non altrettanto i prezzi, perché l’AASS, che è un’azienda parastatale e non privata, non ha mai adottato degli automatismi per l’aggiornamento dei prezzi sulla base dei costi di fornitura, di realizzazione e di manutenzione delle reti di distribuzione. Il criterio seguito negli anni passati è sempre stato quello del “prezzo politico”, che in qualche maniera ha sempre agevolato l’utente piuttosto che il mero calcolo tra costi e ricavi. Nonostante ciò, AASS è sempre stata un’azienda florida, cioè con importanti avanzi di gestione, finché non è stata “spolpata” da alcune politiche dissennate di anni piuttosto recenti.
Al momento non ci sono notizie ufficiali su eventuali rincari delle bollette, ma va da sé che di fronte all’esplosione dei costi per le forniture energetiche: governo, AASS e Autorità per l’energia dovranno aprire il confronto e prendere eventuali decisioni.
Intanto, esattamente come gli italiani, i sammarinesi si trovano di fronte alla stangata su benzina e diesel, rincarati del 18 per cento; nonché sui prezzi della spesa, dove l’inflazione ha ripreso a correre sui generi di più alto consumo.
a/f