San Marino. Caro prezzi e siccità: le due costanti delle ferie ferragostane … di Alberto Forcellini

Addio al bagno rilassante in acque cristalline e all’aperitivo in spiaggia. O meglio arrivederci, si spera al prossimo anno. Il caro prezzi fa saltare le vacanze di tanti cittadini, nella migliore delle ipotesi gliele fa ridurre. Il costo della vita in aumento e le bollette fuori controllo fanno ora i conti con le tasche di italiani e sammarinesi, sempre più vuote, che decidono così di riformulare i loro desideri sulle agognate ferie. Troppo care le destinazioni più lontane: le compagnie aree hanno raddoppiato i costi dei voli, il carburante alle stelle, gli hotel con prezzi folli e grossi aumenti perfino in spiaggia. Queste sono le vacanze agostane più care da oltre 50 anni: un soggiorno di dieci giorni, secondo le stime del Codacons, arriverà a costare quasi il 20% in più rispetto al 2021.

E così sono tanti quelli che decidono di rinviare il relax al prossimo anno o scelgono piuttosto mete più vicine. In ogni caso, le agenzie di rilevazione statistica affermano che gli italiani hanno comunque intenzione di muoversi, più o meno lontano, più o meno vicino, e saranno almeno 25 milioni quelli che osserveranno le sacrosante ferie ferragostane tra siti low cost, mare, musei, montagna, agriturismi.

Ma c’è anche il problema dei rubinetti a secco perché manca l’acqua oppure perché è piovuto a dirotto e ha spaccato la rete idrica, come è successo nei giorni scorsi in Valle d’Aosta.

Ecco dunque i due temi portanti di questo Ferragosto: i prezzi alle stelle e la siccità, che fa sempre notizia perché i 30 gradi di temperatura media da metà maggio a oggi, arrivati a 40 e oltre in molte città, uniti alla quasi totale mancanza di piogge, hanno sfiancato un po’ tutti.

L’arrivo dei temporali che in questi ultimi giorni sono scesi progressivamente dalle Alpi fino alle regioni del sud, hanno fatto più danno che utilità: primo perché non sono serviti a ripristinare le riserve idriche scese al minimo storico, secondo perché la violenza delle precipitazioni ha provocato frane e allagamenti, danneggiando case, alberi e infrastrutture.

Qualcuno dirà: ma non siamo mai contenti? In effetti è davvero difficile accontentare tutti perché ci sono quelli che amano il caldo estivo e vorrebbero che durasse all’infinito, e ci sono quelli che bramano il fresco (pensiamo a quanti lavorano nelle cucine di alberghi e ristoranti, chi lavora per le strade, chi nei campi, chi nell’edilizia, eccetera). E poi ci sono gli incendi, facili da appiccare quando è tutto secco e ogni arbusto si infiamma come uno zolfanello. Sono andati un fiamme, anche quest’anno, centinaia di migliaia di ettari di bosco.

Per queste prossime giornate festive, al punto di vista meteo, ormai la linea tendenziale delle previsioni parla di grossi temporali, specialmente in montagna e in collina, mentre le grandi città boccheggeranno in apparentemente inesauribili ondate di calore africano.

Ciò detto, la prima riflessione riguarda il fatto che gli italiani (sammarinesi compresi) difficilmente sono disposti a cambiare le proprie abitudini di consumo, anche se sono costretti a fare qualche capriola per fare quadrare il proprio bilancio domestico. Alla faccia dell’inflazione, della guerra in Ucraina, dei cambiamenti climatici.

Dopo due anni di Covid e con il rischio che in autunno possa di nuovo farsi avanti un’altra fase emergenziale, meglio godersi il Ferragosto, ciascuno come può. Poi ci rimboccheremo le maniche, come abbiamo sempre fatto.

a/f