
«Nel rispetto del diritto e della libertà costruiremo un terzo inizio per l’Europa». Questo il punto nevralgico del discorso di Marta Cartabia, ministro della Giustizia italiana, per cui è stato ritagliato ieri il prestigioso ruolo di oratore ufficiale nella cerimonia di insediamento dei nuovi reggenti.
La guerra in Ucraina
Si è riferita alla guerra in Ucraina come ferita nel cuore europeo il ministro, puntando ad una nuova alba dopo quelle seguite alla «Seconda guerra mondiale e alla caduta del muro di Berlino». Stessi toni nel ricostruire la storia di San Marino, che la fa assurgere a punto di riferimento «in quanto repubblica più durevole e longeva della storia che secondo la tradizione affonderebbe le sue radici nel quarto secolo d.C». Da rimarcare «la preziosa eredità della libertà e dell’indipendenza raccolta dalla figura di Marino». Un patrimonio di valori «che alla base dell’identità sammarinese più profonda» la trova in perfetta sintonia.
Le riforme e l’accoglienza
Partendo da questi valori, ha sottolineato, il Titano è rimasto sempre «ancorato alla migliore tradizione democratica del continente europeo, continuando tuttavia a rinnovarsi, come documentano anche le recenti riforme». In proposito accorda particolare attenzione a quella della «Giustizia che allinea il sistema sammarinese a quelli europei, uniformandosi ai parametri suggeriti dal Gruppo di Stati contro la corruzione (Greco) del Consiglio d’Europa». La presenza del magistrato italiano Giovanni Canzio a «ricoprire la più alta carica giudiziaria di San Marino rende ancora più evidente – segnala – l’osmosi esistente fra i nostri due Paesi, che abbraccia anche tanti altri ambiti». Da evidenziare infine la generosa accoglienza dimostrata dal Paese a «300 rifugiati ucraini, ora che proviamo tutti al contempo sentimenti di orgoglio e di orrore», pur coltivando, ha concluso, una speranza incrollabile nella capacità di resistenza della democrazia liberale su cui il mondo autoritario non potrà imporsi». Corriere Romagna