di Patrizia Cupo
SAN MARINO. Un moto di orgoglio e, invocando gli Statuti, la maggioranza si spacca sulla liberalizzazione del mercato immobiliare. Il Patto piange e ritira l’ordine del giorno. La “pasionaria” del Consiglio è Maria Luisa Berti, consigliere di Noi sammarinesi: per lei, aprire alle vendite delle case agli stranieri «rischia di diventare l’ennesimo strumento per il riciclaggio di denaro sporco». Con emozione si eleva in parlamento e, non nascondendo l’amarezza, si scaglia contro l’ordine del giorno presentato dal suo stesso governo: «Rimane l’ennesimo senso di impotenza – ha detto a chiare lettere -, e l’idea che per gli speculatori nulla è cambiato e che i poteri forti continueranno a gestire questa classe politica». Boato. Le va dietro il “compagno” Filippo Tamagnini, consigliere di quella Dc che, appena l’altro ieri, aveva annunciato la piena condivisione sull’ordine del giorno, ma soprattutto capo di Stato proprio assieme alla Berti nel “semestre del Papa”, quello dell’estate scorsa. I due, rimasti affiatati nei modi e nelle idee, si sono fatti compagnia ieri nella battaglia contro i commilitoni del Patto: Tamagnini ha espressamente chiesto che il documento non venisse votato. «Se il problema risiede nella sovraesposizione delle banche e nella difficoltà degli imprenditori edili, bisogna cercare le risposte nel mercato e nella gestione politica adeguata al territorio». Un tema, questo, affrontato anche dalla Berti. «La soluzione prospettata dall’ordine del giorno – ha detto in Aula – potrà certamente dare uno sprazzo di ossigeno alle banche, ma non dà comunque risposte alle esigenze delle famiglie e dei giovani sammarinesi che non hanno la disponibilità richiesta dai listini del mercato immobiliare. Certamente darà sprazzi di ossigeno anche agli imprenditori edili, che comunque potrebbero usufruire di altre forme di sostegno e aiuto, come il credito agevolato». A bocca aperta Sinistra unita che, dai banchi dell’opposizione, per prima aveva lanciato l’allarme e chiesto il ritiro dell’ordine del giorno. Delle altre quattro proposte che condiscono l’allegato Z sul rilancio del paese e che parlano di finanziaria pubblica, sviluppo turistico legato alle mostre e all’ arte, del potenziamento della Smac Card e della semplificazione dei pagamenti nella pubblica amministrazione, non si è praticamente parlato. L’attenzione era tutta sul mercato immobiliare, fino a quando il capogruppo della Dc Luigi Mazza, alle 20.30, non ne ha annunciato il ritiro: si proseguirà oggi col voto agli altri quattro documenti. Intanto, in Consiglio, approderà oggi il dibattito sul rilancio dell’università: il segretario di Stato all’istruzione Romeo Morri sogna cinque nuovi corsi, dalla Medicina all’ingegneria gestionale a una facoltà in inglese sullo studio della finanza. E a chi solleva polemiche sulle ambizioni troppo “alte”, Morri chiarisce: «Non vogliamo metterci in competizione con nessuno, partiremo con grande umiltà».
