San Marino. Casinò, parla Gatti: “riconquistai un diritto, ma allora ero contrario. oggi…”

Roulette“Da parte sammarinese è stata sottolineata l’importanza che si attribuisce all’apertura in territorio sammarinese di una Casa da gioco, che viene considerata come un problema interno della Repubblica di San Marino. Entrambe le parti, consapevoli della necessità di addivenire ad un accordo reciprocamente soddisfacente, hanno convenuto sull’opportunità di devolvere l’esame della questione alla prima riunione della commissione mista, alla quale parteciperanno anche rappresentanti dei rispettivi ministeri degli Interni”.

È questo il passaggio contenuto nel comunicato stampa congiunto emesso dopo l’incontro che avvenne nel 1987 tra gli allora ministri degli esteri italiano e sammarinese.

Recita infatti l’incipit del comunicato: “Al termine dell’incontro fra il segretario di Stato per gli Affari Esteri, Gabriele Gatti ed il ministro degli Affari Esteri italiano, Giulio Andreotti, svol- tosi a Roma l’8 gennaio 1987, è stato concordato il seguente Comunicato congiunto”.

Da qui parte poi il lungo comunicato dove si spiegava all’inizio del testo che durante incontro Andreotti e Gatti avevano “passato in rassegna l’attuale situazione europea, convenendo sull’importanza dei negoziati di Vienna nel contesto dell’Csce ai fini del rafforzamento della pace e della sicurezza in Europa e sulla funzione che i paesi neutrali e non allineati possono svolgere in tale contesto”.

Poi, per quanto riguardava le relazioni bilaterali si disse in quella circostanza che avevano “preso atto con soddisfazione che la positiva evoluzione dei rapporti Italo-sammarinesi e le concordi volontà politiche manifestate costituiscono la premessa per un più fecondo rafforzamento dei tradizionali rapporti di amicizia e collaborazione fra i due Stati”.

In quella occasione inoltre era avvenuto lo “scambio degli Strumenti di ratifica dell’accordo relativo all’aumento del canone doganale” oltre alla concessione di un prestito di 20 miliardi di lire a “condizioni agevolate”. In più si era specificato che i due governi ritenevano esistessero in quel momento “condizioni per addivenire alla sollecitata stipulazione di accordi” su varie materia poi elencate.

“tra queste – ricorda Gabriele Gatti che parla con molta soddisfazione di quell’incontro – la questione principale non era il casinò, ma era legata agli scambi commerciali. Bisogna ricordare – aggiunge – che l’Italia infatti aveva dato mandato di acquistare degli immobili al confine della nostra Repubblica per aprire degli uffici Iva e doganali, controllando così la merce in entrate e in uscita. Dopo l’incontro, come specificato nel comunicato – spiega l’allora segretario di Stato agli Esteri – si decise di discutere le questioni commerciali attraverso l’Istituzione di una Commissione mista, di fatto quindi, evitando prese di posizioni unilaterali”.

A titolo di cronaca storica, nel comunicato si faceva riferimento anche alla volontà di realizzare una televisione di Stato a San Marino, dell’Aeroporto di Rimini e di voler giungere ad un accordo contro le doppie imposizioni per i lavoratori Frontalieri.

Come ha affermato recentemente quindi Alvaro Selva, proprio sulle colonne di San Marino Oggi, San Marino aveva ottenuto l’ok per la realizzazione di un Casinò…

“Una cosa, è il recupero di un diritto come è affermato nel comunicato congiunto, anche se poi sarebbe stato necessario un accordo specifico, come è avvenuto per tutti gli altri aspetti, ad esempio RTV. Altra cosa invece sono le scelte politiche che si decide di intraprendere”.

E in effetti in quegli anni a San Marino la scelta non andò in quella direzione…

“È chiaro che non c’era allora la volontà politica di aprire un casinò e la posizione della Democrazia cristiana era sempre stata contraria ad una Casa da gioco”.

Anche lei era contrario? E lo è ancora?

“Sì, allora ero contrario e ritenevo fosse meglio perseguire altre strade però va detto che tutte le scelte vanno inserite nel contesto storico in cui sono compiute. Oggi alcune certezze di 20 anni fa possono però essere messe in discussione”.

Franco Cavalli, San Marino Oggi