San Marino, caso bilancio Carisp da -534 milioni: la conferma italiana dei sequestri è un importante assist ai giudici del Titano

C’è soddisfazione nelle aule del tribunale dei Tavolucci. Quello che poteva sembrare un passaggio tecnico rischioso si è trasformato in una conferma della solidità dell’azione giudiziaria sammarinese oltre confine. Il Tribunale di Firenze ha blindato le misure cautelari richieste da San Marino nell’ambito della maxi-inchiesta sul bilancio Carisp 2016 e sul buco da 534 milioni di euro, respingendo nella sostanza i tentativi di annullare i sequestri operati in Italia.

La notizia, emersa dalle due ordinanze depositate lunedì 22 dicembre dalla giudice Agnese Di Girolamo, rappresenta un punto fermo importante per la giustizia del Titano: le rogatorie internazionali reggono. Nonostante le difese abbiano tentato di scardinare il provvedimento alla radice, il tribunale toscano ha stabilito un principio chiaro: in sede di esecuzione non si processano le ragioni di San Marino, si applicano.

Nel dettaglio, le ordinanze riguardano le posizioni di Ugo Granata e Roberto Moretti. Nel primo caso, l’opposizione al sequestro è stata dichiarata totalmente inammissibile. La linea tracciata da Firenze è netta: questioni di competenza o di merito sulle accuse non possono essere usate per bloccare l’esecuzione di un provvedimento internazionale in questa fase. È una vittoria per la procura sammarinese, che vede riconosciuta la “forza esecutiva” delle proprie carte anche sul suolo italiano.

Anche per quanto riguarda Roberto Moretti, il tentativo di invalidare il titolo del sequestro è stato respinto. Il giudice ha accolto il ricorso solo su un aspetto puramente tecnico e umanitario, legato al rispetto dei limiti di pignorabilità previsti dal codice italiano (articolo 545 c.p.c.), ordinando lo svincolo delle sole somme derivanti da pensioni o accrediti essenziali, ma lasciando intatto il vincolo sul resto del patrimonio. Una correzione formale che non scalfisce, ma anzi implicitamente conferma, la legittimità dell’aggressione ai beni disposta dal Titano.

Questo doppio pronunciamento fiorentino invia un messaggio rassicurante a San Marino: la cooperazione giudiziaria funziona e il “muro” difensivo eretto in Italia dagli indagati mostra le prime crepe significative. Mentre sul Titano prosegue il dibattimento per accertare se quel bilancio in rosso fu frutto di manipolazioni dolose, i beni “congelati” oltre confine restano al sicuro, a garanzia di un eventuale risarcimento per lo Stato e per la Cassa di Risparmio.

Per approfondire la genesi tecnica e le tappe precedenti di questa complessa vicenda giudiziaria, vi rimandiamo all’analisi dettagliata pubblicata ieri:

Caso ”Bilancio farlocco” Carisp -534 milioni. Il Tribunale di Firenze conferma i sequestri ma sblocca le somme impignorabili