San Marino. Caso Bilancio farlocco Carisp -534 milioni. Il teorema accusatorio: compromesso il bilancio di Carisp per “svendere” i crediti Delta. Precise responsabilità politiche di AdessoSm?

Predisponevano il bilancio riferito all’esercizio 2016, che riportava un’artificiosa perdita di circa 534 milioni di euro, in gran parte riconducibile ad abusive svalutazioni dei crediti”. “Allo scopo -continua l’ordinanza di rinvio a giudizio pubblicata su GiornaleSM – di favorire interessi economici di terzi”, e specificatamente, “Confuorti e Banca CIS, che avrebbero poi fornito risorse a BCSM per ricapitalizzare Carisp”.

E’ questa, in estrema sintesi, l’ipotesi di accusa formulata dal Commissario della Legge Elisa Beccari nei confronti di Nicolino Romito, presidente del cda Carisp dall’aprile al settembre 2017, Giuliana Michela Cartanese, Luigi Borri e Massimo Cottella (membri del Cda nello stesso periodo) nel decreto di rinvio a giudizio con le accuse di amministrazione infedele o truffa aggravata allo Stato.

Dell’aspetto penale, dell’accertamento di eventuali reati se ne occuperà la magistratura sammarinese. Delle responsabilità politiche che hanno contribuito in maniera importante al dissesto delle casse di Cassa di Risparmio, invece, non se ne sta occupando nessuno, se non GiornaleSM.

Nei giorni scorsi, infatti, abbiamo approfondito, nella mera ricerca di eventuali responsabilità politiche (che nulla o quasi hanno a che vedere con quelle penali) il ruolo che Fabio Zanotti, gradito a Repubblica Futura, ha avuto nella gestione di Cassa di Risparmio, quale successore, alla presidenza del Cda, di Romito (leggi qui).

Dunque, dicevo, se sul fronte delle eventuali responsabilità giudiziarie è giunto il rinvio a giudizio per quasi un intero cda, l’individuazione di eventuali responsabilità politiche non è impresa facile. Ci proviamo, con la prudenza necessaria vista la complessità e vastità di fatti e situazioni da prendere in esame. Iniziamo, così, con il prendere in esame, con l’analizzare alcune vicende ben definite, così da segnare qualche altro puntino nel disegno che possa svelare eventuali errori o -peggio- eventuali colpe riconducibili a forze politiche o alla politica in genere.

L’attenzione cade, ovviamente, sul governo AdessoSm, a guida Rf e con la Segreteria Finanze saldamente in mano all’allora SSD, oggi confluito in Libera, e gestita prima da Simone Celli e, poi, da Eva Guidi.

Se l’inchiesta giudiziaria si concentra sulla svalutazione e successiva “svendita” dei crediti in “pancia” a Carisp, a noi, nella ricerca di responsabilità politiche, interessa concentrarci sulle azioni e sui provvedimenti che -direttamente o indirettamente-  hanno portato alla svalutazione degli stessi crediti Delta e alla successiva cessione dei medesimi ad un prezzo che la Magistratura – dopo la Commissione di Inchiesta – ha ritenuto non congrui al loro reale valore…  La svalutazione, quindi – sempre secondo le ipotesi che dovranno trovare conferma in precise sentenze – sarebbe il primo passo di una azione controversa e avrebbe reso impossibile, per Carisp, realizzare da una cessione dei medesimi una cifra sensibilmente superiore a quanto quei crediti fossero valutati a bilancio.

Fino al bilancio antecedente a quello 2016, in cui si è concretizzata la svalutazione, i crediti Delta erano contabilizzati con un valore stimato in 265 milioni di euro, a fronte di un valore nominale (ovvero il 100% del credito vantato) di circa 1,5 miliardi di euro. Una cifra astronomica per un banca delle dimensioni di Cassa di Risparmio.

Nel bilancio 2016 i 265 milioni di euro con cui era indicato il valore di quel pacchetto di crediti si ridussero a circa 110 milioni, determinando un repentino aumento di circa 150 milioni di euro dei passivi consolidati a bilancio. Una svalutazione che già la Commissione di inchiesta definì svalutati in maniera eccessivamente penalizzante” per Cassa di Risparmio.

Ma perchè si arrivò a quella “eccessiva”, o che dir si voglia “penalizzante” svalutazione?

Perchè il Cda Carisp, con i suoi membri di nomina politica, nonché con chi rappresentò l’Ecc.ma Camera all’Assemblea degli azionisti che quel bilancio 2016 lo approvò nell’autunno 2017, quando alla presidenza Carisp si trovava già Fabio Zanotti, che subentrò a Nicolino Romito (il quale si dimise il 24 agosto 2017), non eccepì nulla su quella svalutazione?

Nella ricerca di eventuali responsabilità politiche rivestono una grande importanza le date:

aprile 2017: viene eletto il nuovo Cda di Cassa di Risparmio che nomina presidente Nicolino Romito

02 ottobre 2017: l’Assemblea degli azionisti approva il bilancio di esercizio 2016 chiuso con un passivo d’esercizio di oltre 54 milioni di euro e un debito consolidato, dopo la svalutazione dei crediti Delta, di 541 milioni di euro.

31 ottobre 2018: Carisp comunica la vendita –o “svendita”- a Cerberus dei crediti Delta ad un prezzo di poco più alto del valore a bilancio dopo la pesante svalutazione.

Difficile non ricercare eventuali responsabilità politiche per il dissesto Carisp in ambienti e partiti diversi da quelli di AdessoSm, e in particolare in Repubblica Futura visto che alla presidenza di Carisp, dopo l’agosto 2017, si trovava Fabio Zanotti, come svelato nei giorni scorsi, “vicino” a Rf poiché, precedentemente, indicato ad altro incarico dal Consiglio Grande e Generale su indicazione di Mario Venturini 

Per capire il peso di quella svalutazione ricorriamo ad un esempio: paghereste -in un’asta 15- mila euro un’auto che il venditore valuta 7 mila euro? No… Paghereste, invece, 15 mila euro un’auto che il venditore valuta 20mila euro? Probabilmente sì… Di conseguenza, paghereste 265milioni di euro un pacchetto di crediti che il venditore valuta 110 milioni? No…

Poteva la politica, se avesse voluto, evitare quella pesantissima e “eccessivamente penalizzante” svalutazione dei crediti del bilancio Carisp? Senza quella stessa svalutazione sarebbe stato possibile incassare di più -anche molto di più- dalla vendita? Chi, politicamente, aveva influenza importante sulle scelte di Carisp e sul suo Cda in quegli anni?

Dubbi a cui, chiunque, soltanto ricordando le date dei momenti chiave e legando le stesse al governo in carica, può provare a dare una sua risposta.

Ma le responsabilità politiche di AdessoSm, nei confronti della crisi Carisp, non finiscono con la svalutazione dei crediti e l’asta dei crediti Delta, bensì continuando con il varo di uno stranissimo e “devastante” spalmadebiti, più finalizzato a salvare AdessoSm da ripercussioni, che non a salvare, risanare realmente Cassa di Risparmio.

Ma dell’art.5-ter dei DL 93 e 101 parleremo nei prossimi giorni…

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari